Silent Hill is not Tavullia. (di Starfox Mulder)
Se sei adolescente in bassa Romagna , specie se ti trovi a pochi chilometri di distanza dall’Enfant Prodige dell’evasione fiscale, capita che lo scooter acquisisca un valore leggermente differente rispetto al tradizionale concetto di “mezzo di trasporto”. Marmitta Polini, trasformazione al carburatore e si va a dimostrarsi microdotati al pistino della zona industriale di San Giovanni in Marignano. Come vi sarà facile immaginare io non ero esattamente di quella pasta, stavo anima e corpo negli x-files all’epoca. Eppure dalle mie parti non c’erano licei quindi per un illuso del “poi farai l’università e troverai lavoro” come me l’unica era scegliere tra Riccione (gente equilibrata i riccionesi, ho ancora il sospetto che i risvoltini li abbiano inventati loro) e Pesaro. Scelsi il sud e questo significava che ogni qual volta avessi avuto la necessità di rendermi indipendente dai sempre eccellenti mezzi pubblici italiani l’unica era bardarsi tipo Jake Gyllenhaal in Everest ed attraversare Tavullia.

Quest’oggi vi presento la ridente cittadina di Tavullia, città liberamente ispirata ad uno dei più bei titoli Konami per Playstation. Sigla!
La Konami negli anni 90 stava abbestia e sfornava videogiochi multimilionari, però aveva perso il treno dei survival che tanto andavano di moda in quel periodo. Oddio perso, diciamo che si erano attardati dato che Trenitalia si scusa del ritardo ma il regionale delle ore adessovengoevirompolatestaincapacichenonsietealtro li aveva spinti a rimandare la loro entrata nel genere.
Nel 1999 i tempi però erano ormai maturi e la Capcom avrebbe avuto di che temere per il suo posto da regina della paura videoludica a causa dell’uscita di Silent Hill, Valentino Rossi vinceva il suo secondo titolo mondiale ed io mi trovai col mio scooter nel mezzo di Tavullia ad affrontare una nebbia così fitta che mi era impossibile vedere anche il bordo della strada.

Trama:
Harry Mason è un ragazzotto tra i 30 e i 40 che si reca a fare un viaggio assieme alla figlia in direzione Silent Hill. Harry è un padre amorevole rimasto vedovo troppo presto che insieme alla compianta moglie trovarono una bimba sul ciglio della strada e non sapendo come rendere al femminile il nome Mosè puntarono per un più anonimo Cheryl. Harry ha pure un’altra caratteristica che lo contraddistingue: odia la lonely planet, internet e chiunque possa darti informazioni su dove cazzo stai andando. Se così non fosse stato magari una googlata sul posto che sua figlia voleva tanto vedere l’avrebbe data…ma invece no, “seguiamo le paturnie di una ragazzina si sette anni” si disse.

Arrivato nei pressi di Silent Hill il nostro sbanda con l’auto, fa un incidente, perde la figlia, la va a cercare per le strade della città e scopre rapidamente che si trova in un posto orribile e maledetto con una nebbia capace di offuscarti la visuale anche a pochi metri di distanza. L’unica cosa che lo tranquillizzò di non essere arrivato a Tavullia fu l’assenza di tutte le bandiere giallo col 46 appese alla finestra. Tirato un sospiro di sollievo (tutto sommato le cose andavano male ma non “così male”) l’eroe si attrezzò con qualche cartina presa a zonzo, armi rimediate ed un radio guasta con il solo scopo di gracchiare quando un mostro è nelle vicinanze.

Gameplay:
Harry Mason è legnoso come un tipico Chris Redfield o un Edward Carnby prima di lui, però ha un inventario potente, ampie possibilità di salvare i progressi di gioco e soprattutto la certezza che le munizioni non basterebbero per affrontare manco la metà dei mostri in gioco: quindi pedalare. Il gioco ha la struttura dei classici survival horror dell’epoca ma punta a far ragionare più degli altri. Enigmi ben congeniati, esplorazione incentivata ai massimi livelli del genere e grande varietà di items recuperabili ma soprattutto informazioni. All’epoca mi sembrò di giocare un avventura in solitario de Il Richiamo di Cthulhu, il gdr cartaceo di ispirazione lovecraftiana con cui son cresciuti tutti i nerds che si rispettino. La tensione c’è ed oltre alla succitata radio (sapere che si sta avvicinando un pericolo è un vantaggio ma non vederlo arrivare a causa della nebbia è l’ansia) i ragazzi della Konami seppero confezionare una trama davvero ben strutturata ed appassionante. Prima sono stato volutamente scarso nell’informarvi in merito: va giocato e scoperto tutto durante la partita dal momento che ogni spoiler qui andrebbe punito con 100 frustate. Vi renderete conto che il divertente non è tanto muovere il nostro pixelloso personaggio ma vivere le sue esperienze. E’ questo il vero gameplay del gioco, non pensiate di affrontare chissà quali combattimenti: ci sono, ma non contano come tutto il resto.

Grafica e Sonoro:
Qui ci sono due correnti di pensiero: quelli che ancora oggi si danno di gomitino dicendo “che idea figa quella di coprire tutto con la nebbia” e quelli che ancora bestemmiano. In Romagna si bestemmia, ma questa moda risale a tempi ben antecedente Silent Hill. A conti fatti la grafica era decisamente buona considerato che girava su Playstation One (o PSX o come cavolo volete). I filmati di intermezzo erano qualitativamente eccellenti ed a tutt’oggi li considero molto validi. Il sonoro al contrario penso possa essere solo lodato. Effetti azzeccatissimi, musiche allucinanti e sigla degna di una canzone da ascoltare in mp3 (lo facevo senza vergogna).

Longevità:
Ottima per il genere. La prima volta impiegai parecchie ore a finire il gioco ma il finale mi lasciò di sasso: “Cosa? Ma che davvero? Una tristezza simile?”
La risposta a tutte le mie domande è: No, la colpa era solo mia che avevo giocato pensando solo a me e lasciando tutti indietro. Esistono almeno 4 finali differenti che vanno dal bruttissimo all’ottimo. Non dico vi verrà voglia necessariamente di giocarlo quattro volte per vederli tutti ma almeno tre volte io l’ho fatto. La prima è stata quella conclusasi con il succitato Bad Ending. La seconda invece mi ha portato al miglior finale possibile, quello in cui salvi tutto il salvabile e la terza…sapete perchè ho sottolineato quell’almeno poco sopra? Perchè c’è un quinto finale, comprende gli alieni, è una trollata pazzesca e non vi dirò altro se non che l’ho visto e mi ha soddisfatto pure lui.
Chiaro che dopo la prima volta, le altre due sono state di pura goliardia dato che ormai la trama vera era stata assimilata ed a parte qualche filmato extra di premio per me il gioco era concluso ma vi assicuro che non c’è Resident Evil che abbia finito dedicandoci più tempo che in questo caso. Sarà per la maggior complessità degli enigmi ma la collina silente richiede pazienza.

Reperibilità/Come cacchio ci gioco:
Ricordo un altro celebre mio viaggio in scooter fino all’Elettronics di San Marino. Gambe congelate e dita delle mani insensibili ma giunto sul posto c’era il paradiso dei videogames tanta era l’offerta. Tra i tanti spiccava l’ultima copia di silent hill ad un prezzo molto contenuto (intorno alle 30.000£). Uscii di lì dopo aver acquistato Tomb Raider. Ancora mi meno da solo ricordandomene.
Tolto il fatto che quel gioiello da me all’epoca snobbato per imbecillità ora viene venduto a circa 900€ da un folle su ebay, esistono anche delle versioni, ovviamente usate, a minor prezzo ma tenete in conto di stare sopra i 40€ come ridere. Fate inoltre attenzione perché l’edizione italiana è completamente tradotta nella lingua di Dante quindi vale la pena evitare acquisti in spagna, germania o cosa ne so io a meno che non conosciate bene anche quella lingua.
Poi vabbè, stiam parlando della console più crackata della storia, roba che dubito esistano ancora playstation non modificate in giro salvo in casa di qualche purista, però io non vi ho detto nulla.

Concludendo:
Silent Hill era ed è un capolavoro, a mio modesto parere il migliore della saga che purtroppo nel tempo si è molto persa finendo per sfornare seguiti davvero poco ispirati. E’ il survival che singolarmente preferisco e l’unico motivo per cui nel complesso amo di più la saga Capcom è da ritrovarsi nella qualità continuativa dei suoi titoli che purtroppo qui come detto non ha avuto riscontro. Fatelo vostro o siete nemici del buon gusto.
Come è finita per gli altri protagonisti di questa storia? Io sono tornato a casa vivo e così allenato ai pericoli della strada da aver poi svolto una serie di lavori che mi ha portato talmente in viaggio da aver collezionato circa un milione di chilometri percorsi in auto con me al volante. Il Crosser è morto. Valentino Rossi ha vinto altri sette mondiali ed in Italia, per fortuna sua, non si va in galera per evasione fiscale.
Tavullia è ancora lì, silente, sulla collina, che aspetta …
BONUS (ad imperitura memoria)
Citazione
“A quest’ora non c’è in giro un cane.”
(Turista giunto a Tavullia in qualsiasi momento del giorno o della notte)
4 risposte a "Silent Hill"