A.K.A.: Riprendere fiducia nel prossimo in questo brutto mondo popolato da bimbiminkia che comandano il mercato portandolo in una direzione che porcat**ia levati (da leggere tutto d’un fiato).
Lo dovreste sapere ormai, I Bit-elloni sono nostalgici di default. Per natura. Dei trentenni che non vogliono crescere e non vogliono fare i conti coi tempi (brutti) che corrono.
Da bambini, ci si gonfiavano le mutande quando guardavamo la vetrina del negozio di videogiochi della nostra città (oltre che guardando Umbertone Smaila e le sue Ragazze Cin Cin su Italia Sette).
Quelle vetrine erano piene di quella bella robina da leccarsi le orecchie. Sega, Nintendo… poi si iniziavano a vedere le prime mezze figate targate Sony. A Rimini nello specifico c’erano due negozi che tenevano import giapponese. Roba che a meno che non eri malato fradicio, non avresti mai comprato. Anche solo guardare gli scaffali ci riempiva di gioia.
La stessa cosa valeva per le sale giochi. Al tempo in sala giochi c’erano i giochi. Non le slot machines. Erano piene di personaggi come noi. Sudaticci, con l’acne e i fogli stampati con le fatality di Mortal Kombat in mano all’amico pronto a suggerirci le mosse a comando. Il comando per la cronaca era “FINISH HIM!”. Non erano piene di casi umani che si sputtanano stipendio o pensione come se non ci fosse un domani.
Come sempre accade in questi casi, arriva il “gigante” di turno a schiacciare tutto e tutti.
I piccoli negozi indipendenti, iniziano a chiudere. Molti dovranno adattarsi al mercato. Iniziano a modificare consoles, aggiustare e vendere pc… la magia di prima era stecchita. Morta. Defunta. Sotterrata. Era. Tutto. Finito.
I primi GameStop (al secolo EB Games) iniziano a comparire. Tutti uguali. Stesse vetrine. Stessi scaffali. Stessi (nella maggior parte dei casi) commessi incompetenti che cercano di rifilarti quelle FOTTUTISSIME INUTILISSIME MERDOSISSIME assicurazioni sui giochi che “se te lo morde il cane, tua mamma te lo spacca, lo calpesti, lo righi apposta… te lo ripaghiamo”.
A CAGARE DOVETE ANDARE!
A C A G A R E !
Per non parlare della politica che hanno sull’usato:
(Un piccolo disclaimer: Se c’è qualche dipendente di Game Stop, ragazzi… lo so che non siete voi personalmente a volerci vendere le assicurazioni… alla fine vi vogliamo anche bene)
Era nato il McDonald’s dell’industria videoludica. Con l’unica differenza che la roba costa un botto.
Però… c’è un però. Non tutto è perduto. C’è ancora qualche mosca bianca. C’è ancora qualche eroe che resiste a questa fottutissima globalizzazione e dice NO.
Nello specifico, vorrei brevemente parlarvi di un posto di cui sono venuto a conoscenza pochi giorni fa.
Mi sono da poco trasferito negli Stati Uniti e ho trovato lavoro a Las Vegas. (no non faccio il crupier). La prima cosa che di solito faccio quando visito una città nuova è assicurarmi che ci siano ristoranti vegan per preservare al meglio il mio spirito ninja. La seconda è cercare qualche negozio di videogiochi indipendente: diciamo che qua ho fatto jackpot.
Signore e Signori, A Gamer’s Paradise.

Una volta dentro, vi ritroverete catapultati a una quindicina di anni fa.
Hanno una selezione di usato che va dal Coleco Vision, passando per l’Atari, il NES, lo SNES, 3DO, Jaguar,PlayStation fino ad arrivare alla current generation. Il paradiso di ogni collezionista che si rispetti.
All’interno hanno anche diversi cabinati originali a gettoni sparsi qua e la per tutto il perimetro del negozio. Manca solo “Drive In” in televisione.
Se siete amanti dei Card Games come Yu-Gi-Oh! e Magic hanno anche una saletta dove organizzano tornei di vario tipo. Insomma, il nome del negozio rende veramente merito a quello che offrono.
Non so se a voi la visione di queste vetrine scatena la stessa libidine che scatena a noi Bit-elloni. Se non succede forse non siete nel posto giusto.
Capiamoci, tutto quello che si trova in queste vetrine è più o meno facilmente reperibile online. L’unica differenza, è che esiste un posto nel quale andare a scambiare opinioni o anche semplicemente a giocare con qualcuno che ha la nostra stessa malattia. Compresi i commessi/padroni. Socializzare. Interagire, scambiarsi giochi e idee. Credo sia un passatempo decisamente più costruttivo anzichè stare a casa a contare gli FPS e i Ping della propria connessione internet.
Tutto questo, vuole avere una semplice morale.
Comprate in posti come questo se ce ne sono dalle vostre parti. Non potranno avere i prezzi peggiori delle grandi catene. Almeno supporterete uno che ha la vostra stessa passione… e non cerca di vendervi delle assicurazioni-truffa ogni volta che comprate un gioco usato da 5 euro.
Ah, poi siccome non riesco a tenere le mani fuori dalle tasche ho dovuto spendere due soldi.
P.S. Ho appena scoperto un altro negozio come questo proprio vicino a casa. Nel week end andrò a farci un salto.
P.P.S. Scusate l’esaustività dell’articolo… ma il nuovo lavoro e l’assestamento in una nuova città mi stanno togliendo il respiro.
A presto.
Mystical Tango