Nebbia in Valpadana. (di Bionic Cummenda)
“Togli sta sottana, voglio far l’amor con te.” cantavano gli ambasciatori della Milanesità Cochi e Renato, in un’apologia al nebiùn che nascondeva sotto la sua impenetrabile coltre modelle che sculettano, culetti che stilistano, sindaci che si spogliano e viado che si assomigliano. El nebiùn è il lifting del quotidiano, che uniforma difetti ed eccessi rendendo il tutto più indefinito e intrigante. E il nebiùn rappresenta anche la salvezza del mondo videoludico, perché dove non arriva la grafica compare il sipario nebbioso ad oscurare glitch e difetti di programmatori poco attenti o incapaci. Ma c’è chi, come Cochi e Renato, ha voluto esaltare questo apparentemente comoda fuga dalle responsabilità trasformandola in un elemento di gioco, dipingendo il resto dello schermo con il sangue e lo splatter generati dalla violenza sessuale di Mortal Kombat su Quake. La Acclaim entra nel mondo degli FPS, preparatevi ad essere scotennati da Turok.
Sigla!
Trama
Ispirato ad un fumetto degli anni ’50, il protagonista Turok è un Cacciatore di Dinosauri chiamato dagli Anziani delle Terre Perdute per difendere lo spazio-tempo dalla minaccia di Primagen, una sorta di demiurgo alieno telepatico che creò l’universo e in seguito decise di farne la sua puttana.
“Big Bang? Gang Bang!”
Per limitare il potere del Primagen gli Anziani scelsero di erigere cinque Totem Energetici che costrinsero lo scarrafone alieno a ritirarsi. Ora il Primagen si è risvegliato e con suoi poteri mentali ha ordinato a svariate razze di predatori alieni di invadere le Terre Perdute e distruggere i Totem, questo esercito di disperati comprende dinosauri umanoidi, zombie, troll giganti, cannibali del sottosuolo e mantidi cibernetiche. Turok, la reincarnazione di un mitologico eroe Pellerossa, dovrà fare affidamento sulla sapienza dei suoi antenati e su un arsenale che a confronto la crisi dei missili Cubani del ’62 sembra una bischerata da bocciodromo. In più ad ispirare il nostro deterrente nucleare umano ci sarà Adon, che nonostante il nome ambiguo sfoggia un bel paio di silicon valleys aliene e parla come una vocalist di un club di scambisti.
Roba da farci impennare il Tomahawk.
“Molla quell’analfabeta di Pocahontas e studiamo astrofisica insieme”
Gameplay 9
Tenendo fede al canone efficace dei suoi antenati FPS, “Turok 2: Seeds of Evil” riesce a distinguersi per la varietà dei suoi livelli. Attraverso sei diversi portali Turok potrà accedere alle differenti zone dove sarà chiamato a portare a termine alcune missioni fondamentali presentate di volta in volta dalla sua valletta Adon. Si partirà in plancia presenti all’appello al porto di Adia, l’alternativa giurassica e low cost a Porto Cervo, dove Turok dovrà salvare dei marmocchi dai dinosauri mangiabambini del PCI. In seguito vi farete una nuotata sui navigli inquinati del Fiume delle Anime e tra i cimiteri infestati dagli zombi e dalle tre Sisters of Despair, la versione black metal delle Misfits, acerime nemiche di Gem, che vi strilleranno “O mia bela madunina” in growl pesante.
“Twisted Sisters”
Si passa poi alle paludi del Polesine in mezzo ai troll corazzati e alle caverne sotterranee dei Blind Ones, mostri ciechi ma dall’udito superdotato pronti a sgamare ogni vostro passo falso tra le numerose insidie speleologiche. In ciascun livello sarà disponibile un power up consegnato direttamente dagli antenati di Turok e accessibile solo dopo aver recuperato una piuma segreta nascosta in qualche pertugio inaccessibile della mappa di gioco. Insomma la vostra relazione con i livelli di Turok non sarà ridotta ad una scappatella di una singola notte ma diventerà una appagante e ricorrente attività extraconiugale.
“Il buco con il troll intorno”
Grafica 8 e Sonoro 9
Il nebiùn è ovunque, ma gli sviluppatori di Iguana riescono a farne un’Arte. Gli indefiniti orizzonti dei vari stages vi costringeranno ad una prudenza degna di un broker del Cartello di Sinaloa. Ma grazie allo sterminato arsenale di Turok il tutto risulterà estremamente esaltante, 27 strumenti di morte differenti che ripercorrono tutta la storia della violenza umana applicata, partendo da arco e freccia e proseguendo con pistole automatiche e fucili a pompa fino a concludere con veri e propri inni al futurismo del genocidio come vulcan laser rotanti, fucili al plasma, lanciarazzi multipli a ricerca di calore e una comodissima arma nucleare che potrete collezionare in comode uscite settimanali massacrando i mutanti nascosti nei vari portali. Ma il vero monumento alla sofferenza è il Cerebral Bore, una trivella cerebrale ispirata al cult dei B-movie“Fantasmi” e definita da GameSpot “possibly the grossest weapon ever conceived”. Siamo perfettamente d’accordo.
La colonna sonora merita 92 minuti di applausi e per dimostrarlo come sempre non badiamo a spese e abbiamo convocato per voi l’orchestra. Musica!
Longevità 8.5
“Turok 2: Seeds of Evil” è un titolo esoso e metterà a novanta la vostra memory card con 90 blocchi di memoria spazzando via tutti gli altri vostri inutili salvataggi. Qui si gioca duro e si va avanti per ore, sarà necessario tornare spesso sui vostri passi e dovrete raccogliere anche un numero abbondante di Vite se vorrete sopravvivere alle insidie delle Terre Perdute. Ovviamente c’è anche la modalità deathmatch che ha spinto poi gli sviluppatori a dedicare un intero titolo a questa salutare pratica: “Turok: Rage Wars”. Fate male, state bene.
“Panzer division Triceratoppen”
Reperibilità/come cacchio ci gioco?
“Turok 2: Seeds of Evil” ha la cartuccia nera, NERA! Che importanza possono avere le vostre scarse finanze di fronte a questa rivelazione? Assicuratevi di avere l’Expansion Pak, chevvelodicoafare.
“Cartuccia in lingerie”
Concludendo
DOOM, Quake e compagnia bella con i dinosauri, le armi esose e le Fatality. Che ne dici Renato?
(Come sopra)
Una risposta a "Turok 2: Seeds of Evil (1998)"