Virtua Fighter 2 VS Tekken 3

Botte 3D come se la Console War non fosse mai finita. (di Bit-elloni Tag Team)

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Mystical Stark contro Captain Mulder

INTRO (a cura dell’emerito arbitro Bionic Cummenda)

Picchiaduro è una parola che fa male solo a sentirla, un neologismo bitellonico che ci fa venir voglia di sgrillettare così forte sui nostri joystick da farli sanguinare di piacere. “Picchiaduro” è anche il buon augurio che rivolgi all’amico che si appresta ad esplorare il Rai2 di quella mandrilla di Sarah Bryant (o di Nina Williams se preferite che sia lei a esplorare il vostro Rai2). E vogliamo cominciare proprio dal didietro di questa serie bitellonica di scontri senza esclusione di colpi, dagli ultimi due arrivati in senso cronologico che hanno realizzato il sogno puberale di tutti i giovani videogiocatori che perdevano diottrie di fronte ai cabinati: le zinne 3D!

WWE Divas: Michelle, Maryse and Eve

All’angolo Saturn potete ammirare il veterano Virtua Fighter 2, l’originale beat’em up 3D che per primo rese reale la libidine poligonale di cui sopra, celebrandola con lo stile unico della Trinità che più ci piace: Sole, sex on the beach…e sei in pole position!

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Il weekend out of the ring che ti costa più di una vacanza in Polinesia

All’angolo Playstation l’esosissimo Tekken 3, astro nascente pronto a temperare la sua staedtler tra le chiappe di Virtua Fighter con tutta l’irruenza di Nina Williams e dell’ennesimo personaggio da lei copiato: la morbosissima e graFica Nikita.

Nikita
“Tieni giù quella mano morta!”

And now, for the thousand in attendance, and the millions watching around the world, ladies and gentlemen let’s get ready to rumble!

 

ROUND 1 – GLI SFIDANTI SI PRESENTINO!

VIRTUA FIGHTER 2 (allenato dall’indefesso Starfox “Mickey” Mulder)

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L’unico 3D che conta.

Quando praticamente si inventa un genere servono poche presentazioni. I picchiaduro, come oggi li intendiamo, sono figli dei guerrieri di strada di casa Capcom, ma la loro versione a tre dimensioni è roba Sega. Era il 1993 quando iniziarono a comparire gli arcade del primo Virtua Fighter ed era già delirio. Cubettoso oltre l’accettabile, avveneristico, geniale. Il padre fondatore del genere aveva più difetti che pregi ma si sa che ad arrivare primi alle volte si resta senza fiato. Con il secondo titolo la Service Games aggiustò il tiro prendendo tutto quanto c’era di buono ed arricchendolo in ogni suo punto debole. Grafica pompata, un paio di nuovi combattenti, miglior colonna sonora e si va a ricordare alla Namco chi è che comanda!

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Dieci lottatori vi sembrano pochi? Imparate ad usarli bene che poi se ne riparla.

A capo del maxi progetto Virtua Fighter c’era un certo Yu Suzuki, un tizio che per intendersi veniva da capolavori già ideati come Outrun o Hang-On e si dirigeva a consacrazioni come Shenmue. Il gioco di cui vi sto parlando arrivò sul Sega Saturn nel 1996 e per quanto non lo si potesse definire un Arcade perfect dato che all’epoca ancora le console non reggevano le potenze dei cabinati, lo si considera a tutt’oggi un porting così valido che non solo fece da killer application per la sfortunata macchina Sega, ma ad oggi risulta sempre sul podio nelle classifiche dei migliori giochi di sempre per tale console. Direi che ho reso l’idea.

TEKKEN 3 (allenato dal tonicissimo Mystical “Miyagi” Tango)

Difficilissimo per me parlare male di un prodotto che esce dalla capoccia del brillantissimo Yu Suzuki (che è secondo solo al Gran Visir di tut i Prugramatur, sua eccellenza Shigeru Miyamoto).
Comunque alla fine è cosa nota, si impara dagli sbagli dei concorrenti, si approfitta delle loro debolezze come se non si avesse un briciolo moralità e si spaccano i culi senza passare dal via. Perché dai… Virtua Fighter è uno sbaglio. No?
Alle bastardate di casa Namco, va ad aggiungersi l’assunzione di un programmatore SEGA che lavorò, appunto, proprio su Virtua Fighter. Chi meglio di lui per poter tirare fuori un prodotto migliore della concorrenza? Infatti, solo poco tempo dopo tirarono fuori una chicca mica da ridere, con texture molto più dettagliate, il doppio del frame rate e, secondo me, anche personaggi molto più fighi.

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King per esempio. L’uomo Tigre il cui secondo costume era una camicia e una cravatta.

Tra le altre cose, per la prima volta, venne introdotto un sistema di comando tramite il quale il giocatore, può controllare indipendentemente tutti e 4 gli arti del proprio personaggio a seconda di quello che ritiene più opportuno in un determinato momento. Il tutto, a rendere il combattimento molto più tecnico.
Come fai poi, dopo il successo mostruoso avuto in sala giochi, a non portarlo su console casalinga? Tekken infatti, andò ad impilarsi alla già gloriosa mucchia di Killer Applications presenti sulla console Sony.
Ca va sans dire, chi pensate che possa avere avuto la meglio sulle vendite? Tekken su PlayStation, o Virtua Fighter su Saturn? Come dite?! Che cos’è il Saturn? Eh, appunto.

ROUND 2 – FIGHT!

VIRTUA FIGHTER 2 (incitato da un abbronzatissimo Starfox “Creed” Mulder)

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E pensate che Shenmue doveva avermi come protagonista…tze!

Quando è il momento di fare a schiaffi Virtua Fighter 2 non la manda a dire a nessuno. Il gioco utilizza l’ovvia croce direzionale e solo tre tasti di quelli presenti sul pad. Come mai una scelta così limitata? Perchè di più non ne servivano! Quando dedichi un tasto ai pugni, uno ai calci ed uno alle parate, non ti resta da far altro che riempire i personaggi di mosse (standard, speciali, combo, prese, colpi volanti, colpi da terra, attacchi da girati, ecc…) e lasciare che i giocatori perfezionino la conoscenza del proprio beniamino. Virtua Fighter 2 è il Re della simulazione di lotta dal momento che ogni lottatore ha il suo stile ed il suo roster di mosse che per perfezionarle non vi basterà premere a casaccio dei tasti sul pad (chi ha detto Eddy Gordo???).

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Gomitata in da face e ti sparo fuori dal ring nonostante mi hai riempito di schiaffi!

Si vince per KO o per aver buttato fuori l’avversario dal ring e se non fosse per i salti un po’ troppo alti per risultare credibili (ed un boss finale fantascientifico) lo si potrebbe definire una geniale simulazione di MMA. Il personaggio portabandiera, Akira Yuki, è forse il lottatore più complesso da utilizzare ed in generale vi garantisco che i dieci lottatori sono tutt’altro che pochi per chi li volesse conoscere tutti a fondo e magari finire il gioco ad alti livelli di difficoltà. La versione Saturn ha il pregio di essere ultra-configurabile, basti dire che si può scegliere di rimappare i tasti, rendere più forti e robusti gli avversari o il proprio personaggio, allungare all’infinito i tempi di combattimento e persino la barra di energia, rendendo così possibile vincere solo per Ring Out. E’ un torneo di arti marziali in piena regola quindi aspettatevi tecnicismo e soddisfazione unica per ogni vittoria conseguita.

Chiaro, se vi piacciono i picchiaduro baracconi con i panda che menano dei robot allora guardate alla concorrenza!

TEKKEN (provocato dal pluricampione Mystical “DanielSan” Tango)

Dai c’è anche bisogno di un secondo round? Non è bastata la Flawless Victory® (Wink Wink) del primo round? No? Vabè.
Vogliamo mettere Kazuya con Akira? Con quella capellanza e quelle sopracciglia li le fa innamorare tutte.

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Ciao bella,  in disco stasera? Hai le ridu?

Vogliamo aggiungere che c’è Yoshimitsu? Cioè un samurai/demone giapponese (senza la maglia del Napoli ahimè…) con una katana… non lo so io.
Vogliamo parlare della vastità e del dettaglio degli stages e del fatto che non esistono limiti? Nel senso: non si è limitati ad uno stracazzo di ring. Street fighting straight forward. Nudo e crudo. In questo modo non finiremo “con le spalle al muro” e avremo modo di impostare i nostri attacchi come ci pare e piace, come nella realtà.
Le prese… vogliamo parlare delle prese? Ogni personaggio, oltre ad uno sconfinato set di mosse personali (le cui animazioni danno davvero la sensazione della potenza del colpo), ha a disposizione anche 2/3 prese speciali, di quelle che se riesci a farle gli porti via mezza barra di energia. Un po come la “Tecnica del mezzo litro” di Billy Ray Valentine (chi capisce la citazione vince un premio…).
Per concludere vorrei dire solo che, Virtua Fighter ha avuto l’idea, ma Tekken l’ha portata al livello successivo. Don’t hate Virtua Fighter, thats how we roll.

ROUND 3 – and the winner is… (Leonardo di Caprio e Bionic Cummenda leggono il verdetto)

Bitcaprio
“Milan! Milan! Sempre con te!”

Visto che il Leonardo è fresco di sverginata di vittorie e si imbarazza ha deciso saggiamente di far parlare il sottoscritto, che è un vincente da sempre: appena nato il Cummenda, invece di piangere come voi animali, ha cantato tutto l’inno del Milan, teste!

And the winner…and still champion of the world…

winner

L’avevamo detto nel pre partita e lo riconfermiamo: zinne 3D. La Namco dopo aver scopiazzato gioco e personaggi di Virtua Fighter scelse di rubare anche l’idea del ring tanto odiata dal nostro Ninja di Las Vegas, portandola nella sua successiva creazione Soul Edge. La SEGA invece, tenendo fede al suo libidinoso nome, riconfermò di aver capito tutto trasformando l’idea di Picchiaduro nel trionfo mastoplastico di Dead Or Alive. Dove c’era anche Sarah Bryant. E si presentava così:

sarah_bryant_hotNon ho altro da aggiungere, Vostro Onore.

orso
Nina Williams si gode il suo premio di consolazione: l’orso di Revenant.

3 risposte a "Virtua Fighter 2 VS Tekken 3"

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