Los tiempos van cambiando (di Bionic Cummenda)
Prima delle co-co-combo nel rave del picchiaduro, prima di lanciare banane agli scimmioni asinini, prima degli smoking agitati non mescolati, prima di tutto questo alla Rare facevano giochi brutti. Ma di un brutto da costringerci in incubi videoludici senza via d’uscita, in cui c’era un pallone colorato di rosso che più ti avvicinavi per raggiungerlo e più lui si allontanava, lasciandoti perso nel tempo e nello spazio. Il tutto non prima di averti sedotto con l’espediente del time travel, l’irrealizzabile viaggio in stile Alpitour che tutti noi Bit-elloni vorremmo intraprendere per rivivere la Nintendo da bere e ubriacarci dei suoi indimenticabili aperitivi della storia videoludica. Quella che oggi vi raccontiamo è la vicenda autobiografica e autoreferenziale di un giovanissimo Cummenda alle prese con il più grande paradosso spazio-temporale della sua invidiabile esistenza di self made man. Perché contro le palle rosse, i chicani antiproiettile e l’ora legale è una dura lotta e solo il nomadismo può salvarti. Ma prima di tormentarci l’anima con Time Lord brindiamo ai tempi che cambiano verso il trionfo del capitalismo, ora anche nel nuovo paradiso fiscale caraibico di Cuba.
Hasta el Dinero, siempre!
Trama
Anno 2999, la Terra sta per essere conquistata dai malvagi alieni Drakkon. Il loro piano infallibile di dominio economico comincia in un passato remoto, infatti i Drakkon possiedono la tecnologia per viaggiare nel tempo e decidono così di inviare i loro scagnozzi in quattro diverse epoche della storia dell’umanità. Il nostro eroe è il Time Lord, un ganzo con il ciuffo rosso e la tutina attillata in pieno stile Flashdance. La sua missione sarà quella di tornare indietro nel tempo nell’Inghilterra Medievale, nel Selvaggio West, su una nave pirata nei Carabi e sul fronte francese della Seconda Guerra Mondiale per sconfiggere i Drakkon prima della loro vittoria finale, pianificata per il cenone di capodanno del 3000. Vi sembra tutto esaltante fin qui? La libidine del time travel è un trappolone, io vi ho avvisati.
Gameplay 5
E qui casca la scimmia-asino: se inizialmente sembrava tutto rose e fiori come quando vi siete sposati per la prima volta, ora arriva la crisi. Time Lord è un classicissimo action platform ma di una ripetitività che a confronto la routine casalinga post luna di miele vi sembrerà la movida del Carnevale di Rio. In ogni epoca temporale dovrete recuperare 4 o 5 sfere rosse risolvendo degli enigmi illogici come raccogliere i funghi su una torre medievale, uccidere sei soldati a caso nelle trincee oppure suonare i campanelli sotto coperta a bordo della nave pirata.
Il tutto affrontando i vostri nemici con le armi tipiche di ogni periodo storico tra spadoni, colt, coltelli da lancio e bombe a mano. Alla fine di ogni livello dovrete affrontare il boss di turno, prima il drago nelle segrete del maniero inglese, poi il messicano col sombrero nel selvaggio west, poi….poi basta perché quel messicano non riuscirete a sconfiggerlo. Ma prima di passare alla sezione autobiografica che state tutti attendendo un piccolo intervallo grafico-musicale.
Grafica 5 e Sonoro 8
Animazioni ridotte a livello cartonato dei vostri avversari, che a volte vi attaccano senza nemmeno muoversi e muoiono schizzando fuori dallo schermo nella stessa posizione in cui poco prima vi sparavano. Il level design non riesce a farsi ispirare nemmeno dalla possibilità di poter “dipingere” le varie epoche storiche, lasciando quasi tutto all’immaginazione come quella volta in cui avete accettato di uscire con la vostra vicina di casa piatta come l’elettroencefalogramma di un legalmente morto solo perché “è una che la dà”.
Ma la musica vi sciacqua le orecchie e lava via tutte le brutture che dovrete sopportare per affrontare questo titolo. Qui si scomoda perfino il Maestro Morricone, con un plagio d’autore che, come si sa, a lui è sempre gradito.
Longevità 4
Dall’Autobiografia Bionica del giovine Cummenda: per chi è nato con la camicia, il cachecol e il Rolex la scuola non è altro che un apostrofo d’oro tra l’infanzia agiata e il successo imprenditoriale della maturità. Capita però che in quel periodo il Cummenda si ritrova bloccato come sulla Tangenziale occupata dagli animali proletari all’ora di punta. Il responsabile di questa impasse era Time Lord e una delle sue sfere rosse come il socialismo, nello specifico una di queste che si trovava nel livello Western musicato da Ennio Annio.
“Non badate ai lupi drogati, la sfera è quella.”
Più ti avvicinavi più la sfera saliva, diventando impossibile da raggiungere. Venne addirittura scomodata l’equipe di ricerca e sviluppo aziendale, ma nessuno riusciva a risolvere quel rebus degno del Bongiorno nazionale. Poi venne il Messia videoludico, incarnatosi in un giovane gitano arrivato appresso al circo e inserito temporaneamente nelle classi della illustrissima scuola privata Bionica grazie ad un’iniziativa interculturale, ottima per approfittare degli imperdibili vantaggi fiscali legati allo sfruttamento dell’accoglienza. Il giovane gitano era un fiero possessore di Time Lord, lui aveva recuperato la sfera rossa del West sparandole e addirittura millantava di aver affrontato il mitico boss di quel livello: il messicano col sombrero.
Dovete sapere che questo boss è pressoché imbattibile: rigenera rapidamente ogni danno da voi inflitto e nessuno vi dirà come e quando riuscirete a sconfiggerlo poiché non c’è nessuna barra di energia. Quasi tutti i giocatori mollano durante il combattimento, mentre i giorni del calendario apocalittico passano e il messicano se la ride digerendo le vostre pistolettate. Ma il giovane gitano l’aveva battuto e fu lui ad istruire il Cummenda sulle strategie necessarie a vincere la lotta. Non dimenticheremo mai quell’atto di grande solidarietà videoludica e promettiamo solennemente che il giorno in cui Milano vedrà un sindaco Bionico tutti i rom (e le rom) saranno trasferiti dai loro campi sgarruppati in gigantesche sale giochi, in un trionfo di retrogaming e nomadismo.
Reperibilità/Come cacchio ci gioco?
Non fatelo, risparmiate il vostro prezioso denaro e non fatelo.
Concludendo
Anche i giochi peggiori possono regalare emozioni, e ricordate: la prossima volta che vi fermeranno al semaforo per pulirvi il parabrezza dategli pure un ramino e chiedete in cambio qualche cheat o trucchetto fondamentale per affrontare a testa alta il retrogaming hardcore. Il nomade sa, e ha il retrogaming nel sangue.
“Not my fucking Tempo”
TIME LORD è il gioco che ha scagliato un piatto da batteria addosso al coinvolgimento per motivarlo ad essere più divertente, solo che ha preso male le misure e l’ha decapitato.
"Mi piace"Piace a 1 persona