Ikaruga (Dreamcast, 2002)

Ovvero: MINCHIAZZIO PIÙ DIFFICILE NO?! (di Mystical Tango)

 

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Rigonfiamenti ai Paesi Bassi già dalla copertina.

Siamo qua a parlare di Shoot ‘em Up queste due settimane. Difficile, se non impossibile, lasciare indietro questo agglomerato di magnificenza, bestemmie e proiettili vaganti che vanno dove cazzo gli pare e te maledici il giorno che hai preso il gioco.
Ikaruga uscì in primo luogo nelle fortunatissime sale giochi del Sol Levante. Li si sa, il livello è un altro. Circa un anno dopo venne rilasciato su Dreamcast e successivamente su GameCube. Tipo le due migliori console di sempre. VERO!?!?

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Meglio di Tango e Cash, Stursky e Hutch, Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo, Bionic Cummenda e la Libidine.

Trama:

Diversi anni prima dell’inizio della nostra avventura, sull’Isola/Nazione di nome Horai, il leader a capo della nazione (Tenro Horai, una tipella niente male… un po’ stronza magari…) scopre e dissotterra un oggetto che scoprirà emanare una potentissima energia, chiamata “Ubusunagami Okinokai”, il Potere degli Dei. Tale potere, darà a Tenro e ai suoi seguaci, (che si fanno chiamare “The Divines”, I DIvini… come Otelma) la possibilitaà di farsi strada e conquistare nazione dopo nazione, in nome di quella che loro chiamano Libertà. Ehy tu, ti ho sentito. Non hanno preso spunto dagli Stati Uniti… forse.
Vabè… a quel punto vuoi che non ti salta fuori la Federazione ribelle a combattere i cattovoni? Infatti eccoli, pronti con i loro Hitekkai a fare il culo ai cattovini famelici di potere.

Qui entra in gioco lui, Shinra, un abitante di un piccolo paese chiamato Ikaruga. Ad Ikaruga vennero esiliati dalle truppe di Horai, tutti quelli che non aderivano ai voleri del Leader.
Shirna, in fin di vita viene curato e messe alla guida di un aereo da combattimento che porta lo stesso nome del villaggio, Ikaruga.

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La cattivissima Horai.

Gameplay

AH! Il game play…
Il vero punto di forza di tutto l’ambaradan.
Va predetto che nel gioco, esistono due tipi di munizioni/proiettili. Neri e bianchi. Rappresentano in pratica le due polarità.
L’ Ikaruga viene costruito con la particolare caratteristica di poter passare da una polarità all’altra a proprio piacimento. “Ma perché tutto ciò?” direte voi… ed è presto detto.
Quando staremo usando la polarità bianca, potremo assorbire senza subire danni tutti proiettili nemici bianchi, subendo danni solamente da quelli neri e viceversa.
Fico eh?! Secondo me, un bell’espediente per variare sul tema un genere che troppo spesso può risultare piatto e privo di particolari stimoli.

 

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Un armageddon di proiettili.


Grafica e sonoro

Difficile in poche righe definire la grafica di Ikaruga. Fonde elementi 2D come i proiettili, con elementi 3D rappresentati dai fondali e dagli aerei da combattimento.
L’ambiente sottostante ai combattimenti merita una menzione d’onore perché riesce a fondere elementi moderni/robotici alla natura incontaminata dei villaggi giapponesi. Natura che viene costantemente devastata da esplosioni di vario tipo. Esplosioni, anch’esse, che in quanto a stile e texture non sono seconde a nessuno.
Per quanto riguarda il sonoro, beh… sicuramente la miglior colonna sonora mai creata ad hoc per uno sparatutto verticale. Hanno sicuramente colpito nel segno per quanto riguarda atmosfere e cambi di pathos… riuscendo a coinvolgere il giocatore ancora di più. Come se ce ne fosse stato bisogno.

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BOOM!

Longevità

Il gioco ha 5 livelli. Hey, è uno sparatutto verticale, quanto volete che possa durare una sessione ad un gioco così frenetico? Un’oretta filata? Tipo.
Ma minchia quante camicie, mutande e canotte suderete prima di riuscirci.
Se non perdete la pazienza, vi garantisco millemila ore di gioco. Non sarà facile, ma se gradite mettervi alla prova, questo è il gioco che fa per voi.

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Provateci a farlo alla prima botta. Vi offro una pizza.

Reperibilità/come cacchio ci gioco?

Tasto dolente, per chiunque voglia mettere le mani su questa perla nella sua incarnazione casalinga originale.
Si parte da un centello per arrivare a duecento eurelli tondi tondi, a seconda della versione, della regione e delle condizioni ovviamente.
Va un po’ meglio se si decide di buttarsi sulla versione gamecube, che di solito non supera i cinquanta euro.
Ne era uscita anche una versione digitale sullo store di Xbox 360. Ma a noi quelle robe moderne li dei file ci fa un po cagare. Siamo dei materialisti ragazzi degli anni 80. Ci piace toccare con mano.

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Concludendo:

Miglior gioco nel suo genere. Uno dei più grandi estrattori di bestemmie mai creato.
L’apoteosi degli sparatutto verticali. L’inferno dei proiettili vaganti.
Ma cazzo, quando lo finite… che soddisfazione.
Un gioco che non è per tutti. Forse apprezzato maggiormente dai fanboy Dreamcast e dai fanatici degli sparatutto verticali, ma che non manca di meravigliare anche chi a questo genere non è per niente avvezzo.

tango
Mystical Tango


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