VOTE FOR PEDRO! (di Starfox Mulder)
Vi spiego come funziona nella Bitelloni Mansion: noi odiamo la democrazia! Ognuno per un motivo tutto suo, ma a conti fatti siamo a favore di Anarchia, Dittatura, Signori della Guerra e tante altre cose spassose che rendono il mondo un posto interessante. Quel che non ci piace proprio è il “ognuno può dire la sua che il tuo voto vale quanto il mio”. “Sto cazzo!” è stata la nostra risposta all’unanimità. Certo, per controparte capita che quando prende la parola un sociopatico quella parola è legge e gli altri per quella volta son costretti a sottostare. Dopo tante settimane a tema dedicate a Beat’em up, Shot’em up, Jrpg e qualcosaltrochenonmiricordo eccoti arrivare il meno moderato dei Bit-elloni che a gamba tesa decide: facciamo la settimana dedicata ai giochi musicali! Hai voluto la guerra Mystical Tango, ed io ti rispondo ballando. Votate Pedro! SIGLA!
TRAMA
Il prossimo grazie.

GAMEPLAY
DDR (Sovietki punki leningrada) è un videogames prodotto da Konami nel 1998 per cabinato arcade ma portato in Americuropa solo nel 1999 e quindi convertito per Playstation con tanto di tappetino da salotto collegabile al posto del gamepad. Che si deve fare? Si balla! Oddio, ballare son parole grosse, facciamo che si pestano i piedi a terra in determinati punti con una determinata tempistica….sì ok, si balla! Da schermo vediamo una cascata di freccia cadere dall’alto come fossero tessere del tetris e passare inesorabilmente per una linea che ci darà il tempo preciso in cui premere il tastone corrispondente. Destra, destra, alto, basso destra, sinistra e destra contemporaneamente per tre volte, alto, alto…e via di seguito. Se azzecchiamo una determinata sequenza senza fare errori otteniamo dei bonus. Se nel complesso sbagliamo poco o niente passiamo allo stage successivo e via di seguito. Non c’è una trama, non c’è una vera e propria fine, dato che si inseguono i records, quindi, concludendo, DDR è un Retrogamer oldstyle come non vi sareste mai aspettati.

GRAFICA e SONORO
La grafica è funzionale, minimale, a tratti persino di troppo. Vedere una tizia che balla in modo simile a quel che facciamo noi non serve a nulla dato che sta lì, di sfondo, ma non ce la cagheremo mai così come tutto il resto che non siano quelle dannate freccine a cascata. Il sonoro d’altra parte è tutto. Musiche ben studiate per tenere il ritmo e ricreare l’atmosfera tipica del giappone che piace alle Iene. Sì sì, fa cagare, almeno a noi cresciuti a Metal ed Hardcore, ma se avessero fatto un dance dance con la musica nostra invece d’un tappetino sarebbe servito un energumeno contro cui pogare come controller.

LONGEVITA’
Quanto vi prende la mania dei record? Se la risposta è tanto: questo gioco vi stancherà solo quando proprio non ne potrete più delle musiche di me…lassa che ne caratterizzano la colonna sonora. Ci sono tanti livelli di difficoltà e vi serviranno eoni per raggiungere un livello da vero esperto.
Livello ASIAN
REPERIBILITA’/COME CACCHIO CI GIOCO
Il gioco per la play ve lo tirano nella schiena (e se mirano bene la vostra carriera da ballerini si ferma sul nascere) ma il tappetino per giocarci costicchia almeno un cinquantone, parlando di un prodotto che ancora funzioni in maniera decente. Se viceversa vi accontentate di giocarci con il pad in mano allora cambiate il titolo in Divano Divano Revolution.

CONCLUDENDO
Un gioco estremamente avvincente, spassoso e vi garantisco: difficile (specie ad alti livelli). Certo, dovrete riuscire a superare uno STACCE grosso quanto tutta la trama di Man of Steel: l’idea di sopportare una pioggia di JPop che manco ad un raduno di Idols.
Siete in grado? Allora buon divertimento! In fondo è Konami, sapevate senza che ve lo dicessi quanto la mamma di Castlevania e Contra faccia le cose a modino.
Una risposta a "Dance Dance Revolution"