Akumajō Dracula X: Chi no Rondo (1993)

Die geschicht dracole waide (di Bionic Cummenda)

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Il crucchissimo titolo riprende quello del primo, storico manoscritto in cui si narrano le simpaticissime vicende del proprietario del Teufelschlosses, proprio lui: l’elegantissimo e ferocissimo Conte Dracula. Nelle cronache germane il nostro redivivo tiranno è descritto attraverso l’elenco di tutte le sue efferate manie, che nella maggior parte dei casi prevedevano l’impalamento e lo scuoiamento di chi non gli andava a genio. I turchi e i mercanti sassoni che speculavano sulla Borsa di Transilvania erano le sue vittime preferite, ma si sa che quando si odia bisogna essere massimamente ambiziosi senza distinzioni di sorta, il manoscritto ce lo ricorda parlando del Conte in questi termini:

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Fece impalare tutti i generi di persona, l’una accanto all’altra: Cristiani, Giudei, barbari, e questi si contorcevano e si lagnavano in preda alla confusione per molto tempo, come rane.”

Senza soffermarci troppo sull’ultima e profetica allusione alla venuta di Frogger possiamo dire che cotanto gusto emofilo per la sofferenza ispirò una sterminata serie di opere letterarie, delle quali vogliamo ricordare il precursore del più noto Dracula di Bram Stoker. Giulio Verne scrive nel 1892 “il Castello dei Carpazi”.

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Castlevania before it was cool

Qui il giovane conte Franz de Télek si avventura solitario per salvare la promessa sposa Stilla dalle grinfie del Barone Rodolphe de Gortz, un sinistro nobiluomo che ama rapire giovani donne e che vive arroccato in un maniero demoniaco nel cuore della Transilvania. Se il preambolo dell’avventura di Verne vi ha fatto pensare immediatamente a Castlevania ho una buona notizia per voi: questa è la recensione che state cercando, questo è il miglior Castlevania di sempre, Akumajō Dracula X: chi no Rondo!

Präludium

Trama

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CastleVanity Fair

 

Torniamo indietro di cento anni dalla pubblicazione del libro di Giulio nostro, un periodo che non a caso coincide con la stagionatura necessaria per la resurrezione del Conte. La zona dell’Europa che ama degustare rane accompagnate da smisurate baguette è vittima di una follia di massa. I poveracci decidono di averne abbastanza dell’assolutismo delle brioches e dei parrucconi sale e pepe dei loro sovrani, parrucconi che cominciano a rotolare annoiati e decapitati sulle piazze della rivoluzione. Questo attacco imperdonabile contro il buon gusto e il dominio economico spaventa non poco i benestanti e gaudenti signori del resto del mondo, che si oppongono con la più elegante e sanguinaria incarnazione della reazione: risvegliando Dracula. Il nostro Conte torna così alla nonvita, attratto dalle due cose che desidera maggiormente: il sangue e la libidine.

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“Posso parcheggiare il pipistrello nel tuo batbox?”

Per tenere alta ed eretta la sua nomea di impalatore, Dracula decide di farsi un bel regalo reclamando il suo diritto inalienabile di nobiluomo e dedicandosi alla più galante ed emancipante pratica di corteggiamento, vanto e conquista sociale di ogni signore feudale che si rispetti: lo ius primae noctis. Grazie ad un cortese accompagnamento coattivo l’impalatore si piazza in pole position pronto a tagliare per primo il traguardo con una serie di giovani donne illibate, ciascuna scelta per soddisfare i desideri fetish del Conte: c’è la suora, l’orfanella e la figlia del dottore, strappata al fotofinish da una gangbang infarcita di bestialità con tre civette erotomani. Ma il Conte ha fatto male i conti, perché tra tante gentili donzelle non si è accorto di aver rapito anche Annette, quella che vive sui monti e promessa sposa di un personaggio dal nome terremotato e dal cognome che fa paura anche al Principe del Terrore: Richter Belmont. E scatta una bagarre di magnitudo 6.9!

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Stasera lasagne transilvane!

Gameplay X

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La Morte può attendere

La X presente nel titolo non vuole solo ricordarci quanto sia insaziabile la libidine del Conte. Akumajō Dracula X è il decimo capitolo del nostro franchise preferito con mostri e vampiri e Konami decide di omaggiare la sua serie esagerando fino ai confini della realtà tutto ciò che ci esalta del diabolico marchio di Castlevania. Ci sono le fruste, le croci e i gavettoni di acqua santa del primo storico titolo. Ci sono le atmosfere e la narrazione gotica della quest di Simone. C’è il multilevel stile Folletto del terzo Castlevania. C’è la difficoltà stuzzicante dei titoli per Game Boy e non manca anche il fascino arcade del maledetto cabinato di Haunted Castle. Quelli che mancano all’appello sono i difetti dei precedenti capitoli: niente più lentezza ma azione frenetica, un’intelligenza artificiale tale da farvi dubitare della reale mancanza di cervello di zombie e scheletri e una propensione alla rigiocabilità che crea una dipendenza emotossica.

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Bruciori di dracul

Ma si può migliorare un meccanismo videoludico quasi perfetto? Certamente! Basta inserire l’optional diventato il simbolo degli esosi anni ’90 a 16-bit (nel caso del PC Engine a 8-bit Abarth): LE SUPER!!! Ogni arma speciale del nostro Richter potrà scatenarsi in una versione da scala Mercalli, facendo tremare lo schermo e le gambe putrefatte dei nonmorti domiciliati a Castlevania. Si comincia con le piogge acide che scendono dai rubinetti difettosi di San Pietro fino ad arrivare alla guest star per eccellenza, quello che è resuscitato anche prima del Conte e che vuole ribadire il suo primato a colpi di sindone rotante: Gesù 3!

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Crocifisso Cosmico!

Grafica X e Sonoro X

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A sinistra Castlevania per NES, a destra Dracula X

Sono rari e virtuosi gli esempi di lifting ben riusciti. Chi non può permettersi dei ritocchini di lusso degni di un restauratore di stucchi barocchi del seicento deve spesso accontentarsi di risultati simili alle paciugate di vinavil di Art Attack. Akumajō Dracula X è in assoluto il lifting più invidiato dai rotocalchi, tanto che ne venne fatto sia un remake per Super Nes con la stessa grafica e rinominato sensualmente Vampire Kiss, che un indimenticabile seguito su Playstation, quella Symphony Of The Night che non ci stuferemo mai di canticchiare. Vagare tra gli stages di Dracula X è come sfogliare un catalogo di arredamento esclusivo e traboccante di autocompiacimento per chi può permettersi un angolo Cattedrale in salotto, un mausoleo videoludico al giusto disprezzo verso la miseria e le poracciate di compensato dei vostri monolocali IKEA.

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Scala Richter

Non potevano mancare i grandi ospiti VIP ad animare le animalesche serate al Castlevania a base di sanguinaccio e crodino. Ritratti danzanti di nobili navigatori, golem con l’osteoporosi, mistress Carmilla e la sua storditissima slave Laura, la Morte vestita da gran galà con la tuba e la falce e naturalmente la Konami che celebra se stessa nel migliore dei modi, con l’Arcimago fucsia Shaft e le sue evocazioni in successione di tutti i boss del primo Castlevania: il pipistrello superdotato, la medusa con la pelle a buccia d’arancia, la mummia di Mubarak e Franco, detto anche Frankenstein. Fan service livello: onanismo.

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“Eri fin da piccolo il più brutto del quartiere…”

Abbiamo già ribadito la supremazia musicale di Castlevania rispetto al resto dello stonatissimo mondo videludico. Di questo pregevole Rondò di sangue potremmo citare la nuova Overture che accompagna la sigla o i remix in qualità DOCG di Vampire Killer e Bloody Tears, ma ci limiteremo a segnalare la presenza di un insolito quanto mai gradito brano in salsa Samba, con quel sapore maracaibico di rum e cocaina.

Longevità X

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Lo stuntman di Shaft

Nove livelli e quattro stages alternativi nascosti tra le mura pericolanti di Castlevania potrebbero già essere sufficienti a farvi irrigidire il Van Helsing, ma non è tutto. Nell’impegnativa visita al castello di Dracula sarà necessario trovare tutte le fanciulle prima che il Conte possa degustare amabilmente il loro marchese. Acchiappatele tutte dunque, anche quell’isterica concorrente dello Zecchino d’Oro che troverete nascosta in una cella nelle fognature della città assediata dall’armata delle tenebre di Dracula. Vi siete stufati della grandeur di atmosfere gotiche e tetre presenti in Castlevania? Gioite, perché una volta liberata Maria Renard dagli incantesimi di Mago Zurlì la battaglia non sarà più la stessa.

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“Ehi tu porco levale le mani di dosso!”

Attacchi pacifisti con planate di colombe, topo gigio e la tartaruga sprint. Volete un gatto nero? Maria vi attaccherà con un gatto bianco puzzolone, mentre fa la ramanzina a Dracula per esser stato così cattivo poco prima di distruggerlo definitivamente. Insomma una vera e propria parodia presente all’interno del gioco, roba da far cantare in growl anche il Piccolo Coro dell’Antoniano.

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“Ma se mi gira la ciribiricoccola…”

Reperibilità / Come cacchio ci gioco?!

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Che chiavata

Strizzate gli occhi e decifrate gli enigmatici ideogrammi Giapponesi, fatevi salire il nazismo e dominate l’intransigenza del Tedesco. Ora potete godere pienamente delle splendide scene d’intermezzo che permeano un’opera dedicata unicamente al popolo giapponese tutto e all’alleato germanico. Ma diventare giapponesi o fare il moonwalk col passo dell’oca non sono le uniche prerogative utili a mettere le vostre manacce sudaticce su questo capolavoro. Un bel PC Engine Super CD-ROM System da 300 mila lire e altre 200 per poter finalmente azzannare il tanto ambito dischetto, se riuscite a trovarlo…MuHAUAhAuahUa (ringraziamo Bela Lugosi per il feat. della risata di scherno)

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Dance of Disillusions

Concludendo

Voi credete nel destino? Che persino i poteri del tempo possono essere alterati per un unico scopo? L’uomo più fortunato che calpesta questa terra è colui che trova il dischetto di Akumajō Dracula X. E per il seguito ocio a Maria, cbcr annunciato. Tac!

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Citazione:

“Ascoltateli. I figli della notte… quale dolce musica emettono.”

cummenda


4 risposte a "Akumajō Dracula X: Chi no Rondo (1993)"

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