Castlevania: Symphony of the Night (1997)

AH! Gli anni ’90. (di Mystical Tango)

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Ah! Gli anni ’90, dicevo…
Anni di gioie e dolori. Gli anni dei Pearl Jam e dei Weezer. Gli anni del boom del punk rock melodico. Gli anni dei KoRn e dei Limp Bizkit. Dei NoFx, dei New Found Glory, degli Alkaline Trio, dei Lagwagon e dei Jimmy Eat World.
Gli anni in cui Michael Jordan è diventato leggenda… assieme a Will Smith… quando non era una saccente testa di cazzo che cercava di infilare il proprio figlio “speciale” dappertutto.
Gli anni in cui avremmo voluto tutti frequentare la Bayside School e saccagnare di legnate quella merda umana di Zack Morris, poi fare le zozzerie con Kelly.
Purtroppo però, anche gli anni degli Aqua, dei Take That e di questi pantaloni:

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Se fossi sicuro che tra di voi non c’è nemmeno un baciapile, qui ci sarebbe una bestemmia grossissima.

Comunque, noi qua parliamo di videogiochi e gli anni ’90 ci hanno regalato diverse chicche. Una di queste è appunto Castlevania: Symphony of the Night.
D’altronde, se un gioco del 1997 viene portato su quella diavoleria moderna chiamata Xbox 360, un motivo ci sarà.

Trama

Castlevania: Symphony of the Night ha luogo qualche anno dopo la fine del precedente Castlevania (Castelvania: Rondo of Blood).
Nel prologo, rivivremo la fase finale di Rondo of Blood, dove vediamo Richter Belmont sconfiggere il Conte Dracula.
Subito dopo la morte del Conte, non si hanno più notizie del nostro eroe. Si rifarà vivo circa 5 anni dopo, dichiarandosi nuovo padrone del castello del conte Dracula.
Nel frattempo Alucard, figlio del Conte Dracula, decide di investigare su una strana aura di malvagità proveniente dal castello.
Ah si… Alucard sarebbe Dracula al contrario… al contrario perché contrariamente al padre, è dalla parte del bene. Sagaci in casa Konami eh?   -_-‘

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Gameplay

In Symphony of the Night, si abbandona un po’ quello che era il marchio di fabbrica di Castelvania. Si abbandonano i livelli in favore di un mondo unico, da poter ri-esplorare a piacimento e senza limiti di tempo. Si aggiungono anche elementi di rpg. Il personaggio infatti, con il proseguire nel gioco acquisisce “punti esperienza” che faranno salire di livello. C’è la possibilità acquisire armi e elementi protettivi come mantello e copricapo.
Inoltre, un po’ come in Metroid (se non avete mai giocato nessun Metroid schiaffeggiatevi e giocatene uno a caso…) ogni volta che batteremo un boss acquisiremo una nuova abilità, chiamata in gioco ‘Relic”. Ogni Relic, farà apprendere al personaggio una nuova abilità, in modo tale di raggiungere aree di gioco fino ad allora inaccessibili.
Insomma, un gdr a scorrimento orizzontale coi controcazzi direi.

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Grafica e sonoro

Konami non le manda a dire quando si tratta di grafica, lo sanno anche  le assi di legno del mio dojo.
Quando si tratta di spaccare culi, le taglienti armi ninja di Konami sono proprio queste… e sono pronte a dilaniarvi le carni senza nessun rimorso e nessun rimpianto… -_-‘… ah, sti anni ’90… 😦
Vabbè… fatto sta che, parlando di colori, sono riusciti a rappresentare ai limiti della perfezione l’atmosfera gotica dell'”usucapito” castello di Richter.
Tutti i fondali, sono molto vari, compresi gli esterni (nuvole ecc) sono realizzati interamente in 3D e riescono quindi a dare un senso di profondità difficilmente raggiunto ai tempi.

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Longevità

Ai più, durerà qualcosa come una decina di ore.
Per aumentarne la longevità però, entrano in gioco i finali alternativi. Infatti a seconda di come affronteremo il gioco e delle scelte che faremo avremo diversi finali, uno dei quali ci darà la possibilità di riaffrontare il gioco “al contrario” con nemici ancora più megabastardi.
Un’altra chicca che va ad aumentare la longevità di questo capolavoro assoluto, è il fatto che una volta terminato il gioco la prima volta, andando ad aggiungere la parola “Richter” nel file di salvataggio, si potrà riaffrontare il gioco nei panni del bel Belmont.
Questo, ça va sans dire, ci regalerà tutta un’altra esperienza di gioco rispetto a quella intrapresa con buon Alucard.

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Reperibilità / Come cacchio ci gioco?!

Si trova, perché si trova eh… però preparatevi a sborsare mediamente un centello.
Io però, se fossi in voi a questo punto andrei ALL IN. Si vive una volta sola no?
Sparatevi la limited edition. Ma prima di cliccare sul link, sedetevi comodi, non vi voglio sulla coscienza.

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Concludendo

Ah dì, se non ci giocate siete dei patacca. Ma grossi eh…
In un colpo solo vi giocate un platform 2d, un rpg, un’avventura, un esplorativo, un action e… porcatrota che cazzo volete di più? Il sangue? Ahahahahha… Ehrm…
Ancora oggi, un gioco in 2 D può regalare più emozioni di un The Division a caso.
Castelvania Symphony of the Night ne è la riprova. Giocateci. Spolpatelo.
Poi venite a parlarmene nel mio dojo, vi aspetto a braccia aperte.

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Mystical Tango, il vostro ninja di fiducia.


6 risposte a "Castlevania: Symphony of the Night (1997)"

  1. Finito infinite volte su Play 1 un capolavoro con colonna sonora da urlo,mi sa che per i giochi moderni è come mi ha detto un commesso si comprano è basta,comunque siete grandi mi fate ridere sempre ,pensate che recentemente ho trovato Turrican per Gameboy anche quello un capolavoro senza tempo.
    Anche Aria of Sorrow(in pratica quasi una copia di S.O.T.N) e bellino.

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    1. Grazie Denis, ci si prende così poco sul serio che fra un po’ manco sappiamo cosa stiamo dicendo ma sapere che la cosa è capita ci riempie il cuore di Crediti Extra. Sui capitoli per GBA vai tranquillo: tutti bellissimi! (Starfox Mulder)

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