GoldenEye 007 (1997)

Dalla Russia con l’imprenditore (di Bionic Cummenda)

 

Un gentiluomo vestito di smoking e dal caratteristico accento scozzese, nell’ormai lontano 1967, affermava: si vive solo due volte. Super Mario di sicuro potrebbe obiettare, vista la sua cronica dipendenza da funghi Toadstoll capace di provocare un’incontrollabile e ciclica crisi d’astinenza da morte e resurrezione. Ma di sicuro questa affermazione sulla duplicità della vita possono confermarla tutti coloro che hanno immolato la loro esistenza passando attraverso due tragici momenti sacrificali: la crocifissione e il matrimonio. Entrambi i fenomeni presentano problematiche simili: la dolorosissima Via Crucis da percorrere tra le insidie del quotidiano, un cattivo rapporto con suoceri e genitori alle prese con deliri divini di onnipotenza, una sfiducia verso il coniuge tale da far sembrare sopportabile pure l’incredulità cronica di San Tommaso e infine la continua minaccia di squallidi tradimenti da 30 denari. Ma nonostante le difficoltà di questa Zona Pericolo, quel bell’imbusto in smoking non smetteva di alimentare le speranze di tutti noi: se dalla crocifissione si può risorgere allora si può sopravvivere anche al primo matrimonio e, per evitare di foraggiare ex-mogli e prole sperperando una Cascata di Diamanti, ci consigliava di spostare le nostre future ambizioni matrimoniali verso la terra dove l’impossibile diventa possibile (perfino il Socialismo Reale e i servizi alla persona esentasse): l’Unione Sovietica. Questo gelido territorio da Guerra Fredda è di certo il terreno di caccia migliore per chi dispone di una Licenza di uccidere senza pietà tutte le pari opportunità e pure ogni forma di emancipazione della selvaggina femminile. Recentemente un programma del Disservizio Pubblico RAI ce l’ha ricordato in un esalogo così scandaloso da far rivestire dalla vergogna pure le FEMEN:

E via, tutti indignati al cospetto di queste inaspettate e sconvolgenti rivelazioni. Scendete dalla pianta! Son cinquantacinque anni (fifty-five, testa!) che quel marcantonio scozzese ve lo ripete in tutte le sue commedie sexy, il teorema non è un’opinione: dalla Russia con amore. E anche con l’imprenditore visto che ci siamo, perchè per stuzzicare la Fyodorovna della Natalya ci vogliono delle Goldfinger a 64 Carati stile Nintendone. E fidatevi di quel sandrone scozzese, perché il suo nome è una garanzia: Bond, James Bond!

ALBERT R. BROCCOLI & BIONIC CUMMENDA PRESENTS:

 

Trama

M: “La considero un dinosauro misogino sessista, una reliquia della Guerra Fredda il cui puerile fascino, sprecato nel mio caso, ha invece colpito la giovane donna da me mandata a valutarla.”

Una M in vena di complimentoni dà il benvenuto a 007, interpretato dal mascellone di Pierce Brosnan protagonista dell’attesissimo GoldenEye del 1995 nei panni del nuovo James Bond, convocato con lo scopo di sostituire sia lo sguardo da Medioman del Bersaglio Mobile Timothy Dalton che il parrucchino di Sean Connery in Mai Dire Mai, titolo da Gialappa’s per il remake poco riuscito di Una Cascata di Diamanti. Gli anni ’80 non erano certo stati il decennio più sfavillante per la gloriosa saga di 007, diventata famosa grazie ai romanzi di un ispiratissimo Ian Fleming, grande narratore degli intrighi della Guerra Fredda agitati (e non mescolati) assieme a situazioni tamarre e di grande libidine.

Avevo detto non mescolato, testina!

GoldenEye è il primo bond movie del nuovo ciclo Brosnan, ma anche l’ultimo esempio di narrazione tra le gelide atmosfere da Guerra Fredda. La storia comincia nel 1986 in piena sbornia da Perestrojka: 007 e il suo collega 006 sono in missione per conto di MI6, il Servizio Segreto di Sua Maestà, con lo scopo di distruggere uno stabilimento per la costruzione di armi chimiche vicino alla diga sovietica di Arkangelsk, un nome che solo a pronunciarlo ti fa sentire in bocca quel sapore di vodka e bestemmia. I due vengono scoperti dal Colonnello Ouromov, uno stalinista che di sicuro non aveva digerito la svolta occhettiana del PCI e ci teneva a dimostrare a tutti di essere ancora Fedele alla Linea giustiziando quello sporco capitalista di 006, che a pensarci bene doveva morire per forza visto che nel film viene interpretato da Sean “Arrivo ultimo nei Deathmach” Bean.

“Per l’ Inghilterra, James!”

Rivediamo Bond nel 1995 tra le esose strade da Gran Prix di Montecarlo. Qui 007 cerca di convincere la spia russa dal nome farmaceutico Xenia a farsi lucidare la sua Pistola d’Oro, ma per la stressante mistress del KGB le dimensioni contano e al PPK sparapiombini di Bond preferisce un superdotatissimo elicottero, che userà poi per fare una strage in una base siberiana e recuperare i codici di un futuristico satellite in grado di bloccare tutti i sistemi informatici di una nazione: il GoldenEye.

Dalla Russia con libidine.

Ociodoro però! Perché dalla strage siberiana è sopravvissuta una sibaritica programmatrice che, guarda caso, è pure una octopussy di quelle che piacciono tanto agli amici di Rai1, e che non disdegna neanche il Rai2: Natalya Fyodorovna Simonova. Dopo uno scambio di fluidi corporei e di informazioni con Natalya, Bond scoprirà che la vera responsabile del furto dell’impiantone satellitare GoldenEye è l’organizzazione paramilitare Janus, guidata nientemeno che dal Colonnello Ouromov e da Alec Trevelyan, vero nome del redivivo 006 creduto morto e ora pronto a tradire l’Inghilterra pur di riuscire a rubare il suo satellite personale per vedersi Tele+ gratuitamente e in chiaro senza dover pagare la smart card e l’esoso canone.

Trevelyan: “C’è da salvare il mondo. Vieni?” Bond: “Dopo di te, 006.”

 

Gameplay 9,5

Zukovsky: Walther PPK, 7.65 millimetri. Conosco solo tre uomini che la usano, e… e due di loro li ho già ammazzati.
Bond: Sono fortunato.

Armati della nostra PPK d’ordinanza e dell’ergonomico pad del Nintendo 64 siamo pronti a partire per la nostra Vendetta Privata contro quel giuda di 006 Trevelyan e i suoi compagni post-comunisti passati ora nelle liste pidiessine della Janus. Il laboratorio di Q, guidato dalle ingegnose menti degli sviluppatori di Rare, ci offrirà un arsenale di armi e gadgets che potremo sfoderare all’occorrenza sia per sbarazzarci dei mariuoli della Janus, sia per completare gli obiettivi necessari per superare le 7 missioni che ci porteranno in giro per il mondo, passando dalle gelide piste sciistiche della Siberia fino ad arrivare sulla playa di Guantanamo nota per le guapissime guajire, i mojito shakerati, le antenne radiotelescopiche delle dimensioni dello stadio Meazza e una meravigliosa vista sul villaggio vacanze Camp X-Ray, con i suoi balli di gruppo in rigoroso dresscode arancione e i suoi crimini contro l’umanità.

E noi agenti 00 di crimini ne commettiamo parecchi godendo della nostra impunibilità grazie all’esclusiva Licenza di Uccidere, un riconoscimento così deluxe da far sembrare l’abusatissima immunità parlamentare una poracciata al pari della tessera punti scaduta del LIDL. Potremo riempirci il carrello con un 3×2 di armi ufficiali e di contrabbando, spaziando dalle mitragliette doppie ZGM, le crucchissime D5K Deutsche, lo Sniper Rifle per il cecchinaggio vojeur fino ad arrivare a veri e propri svuotacaricatori come il tarocchissimo KF7 Soviet, alter ego del più noto AK47 non presente nel gioco a causa dello snobbismo del Generale Kalashnikov, che preferisce distribuire mitragliatori in giro per il mondo a milizie terroristiche piuttosto che concedere i diritti sul nome della sua arma più celebre a un gioco del Nintendo 64.

“Avrei dovuto bussare. Le chiedo scusa.”

Potremo affrontare le missioni sia in modalità stealth a colpi ovattati di karate e silenziatore oppure passare in modalità demolition man e far saltare ciò che rimane del Blocco Sovietico a colpi di lanciarazzi, mine di prossimità e di un comodissimo carro armato con il quale muoverci agilmente tra le vie di San Pietroburgo.

Uè giargiano, ma come parcheggi?

I puristi degli FPS diranno ora: “ma giocare agli FPS su console è deprimente! Come fai a mirare senza il mouse?”. Torna a pascolare tra i cyberdemoni animale! Qui gli specialisti della Rare hanno pensato a tutti i giochi di mano possibili per favorire il nostro sterminio di massa e potrete pure scegliere tra otto diverse configurazioni del controller, battezzate con i nomi delle più celebri bond girls di sempre. Si parte dalla cavallona di battaglia Honey Rider, interpretata nel primo film “Dr. No” dalla giumenta balneare Ursula Andress, fino ad arrivare a Goodnight la nottambula, che ama trastullarsi con la Pistola d’Oro e che ci offre uno stile di gioco molto simile a quello dell’altro grande FPS per Nintendone: Turok. Ma a qualcuna piace doppio: infatti saranno disponibili anche delle curiose configurazioni a due giocatori, dove potrete invitare un amico e rimbalzarvi l’un l’altro l’insaziabile Pussy Galore o l’esigente Plenty, che non ne ha mai abbastanza e che potrete dividervi facendo a turni tra quello che fa il guardone e quello che se la spara.

Plenty: “Ciao, sono Abbondanza”. Bond: “Lo sei di sicuro”.

 

Grafica 9 e Sonoro 10

 Xenia: La pistola non ti serve…
Bond: Dipende da cosa intendi per sesso sicuro.

In un’epoca dove la grafica degli FPS era monopolizzata dal geniale motore grafico idTech sviluppato da John “Engine” Carmack (e che successivamente sarà poi surclassato dall’epico Unreal Engine di Epic), alla Rare decisero ancora una volta di fare di testa loro realizzando una grafica innovativa e rivoluzionaria proprio come era accaduto con i loro precedenti capolavori Donkey Kong Country e Killer Instinct. In GoldenEye i volti dei protagonisti sono renderizzati in maniera dettagliata e riconoscibile, roba da veri visagisti delle dive. Ma la cosa che più sorprende è di sicuro l’ossessione per la fisica anatomica, con una precisa reazione dei movimenti del corpo dei nemici in base alla zona colpita dai vostri proiettili. Esatto! Addirittura, assurdo ma vero, oltre al classico headshot c’è pure il crotch shot, una sofferenza genitale ispirata alle prodezze inguinali del molleggiatissimo Johnny Cage. Meraviglie grafiche solo per i tuoi occhi!

BL+LP

Basterebbe l’arrangiamento heavy metal del leggendario tema di 007 composto da Monty Norman per celebrare la colonna sonora di Goldeneye facendo sfilare in parata sulla Piazza Rossa un rumorosissimo esercito di chitarre. Ma è con l’inseguimento finale a caccia di Trevelyan sui tralicci dell’antennona cubana che i musicisti di Rare si esaltano e fanno impazzire le loro Goldfingers sugli strumenti. Ignorare questa Große Fuge è una di quelle cose che non si fanno, per esempio bere Dom Perignon del ’53 a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi: sarebbe peggio che ascoltare i Beatles senza tappi nelle orecchie.

 

Longevità 10

GoldenEye è come la saga di Bond, ogni volta che ne esce un nuovo film sembra sempre uguale al precedente, ma sorprendentemente riesce sempre a stupire e divertire. Potremo completare tutte le 7 missioni con quattro differenti livelli di difficoltà: Agent, Secret Agent, Agent 00 e l’ambitissimo 007, selezionabile solo dopo aver terminato tutti gli stage a difficoltà 00. In più ogni volta che aumenterà la difficoltà dovremo soddisfare dei nuovi requisiti per completare ciascuna missione come rubare valigette segrete, piazzare microspie nel bagno delle donne o disinnescare bombe atomiche utilizzando le plurifunzionalità del cipollone Omega gentilmente offerto da quello smanettone di Q.

Omega – Exact time for death

E se il mondo non vi basta una volta terminato il gioco con il livello di difficoltà più elevato avrete a disposizione anche due stage segreti, dove sfidare l’immortale Squalo con il suo Kukident d’acciaio e il Baron Samedi, il maestro Voodoo che si è fatto contagiare dai già citati funghi Toadstoll di Super Mario e che continuerà a resuscitare ogni volta che tenterete di ucciderlo con la Pistola d’Oro, letale arma in grado di sdraiare ogni nemico con un singolo colpo. Scaramanga che sorpresa!

“Well, here’s to us.”

E se avete già sbloccato tutti i livelli, le armi e i divertentissimi cheats (che comprendono pure una pastrocchiosissima versione paintball di 007) potrete invitare i vostri soci nella modalità Deathmatch più originale mai vista su Nintendo 64, con combattimenti speciali divisi in varie categorie di armamenti regolati a seconda dell’odio che provate per gli altri contendenti. Vi invitiamo a provare la modalità “Mine”, un vero e proprio campo minato per seppellire tutti i vostri cari sotto un Prato Fiorito di piante finte. GoldenEye è come il domani: non muore mai.

Haters gonna hate.

 

Reperibilità / Come cacchio ci gioco?

Devuo distrugere capitalismo!

La regola del Fac-Simile non sbaglia mai: se sei un’opera ispirata all’originale uscita su un altro media non combinerai mai niente. Un film non sarà mai meglio del videogioco da cui è tratto e viceversa il Tie-in videoludico di un film solitamente fa sempre cilecca. GoldenEye è l’eccezione che conferma la regola: non solo è meglio del già ottimo Bond-movie che lo ha ispirato, ma è da considerarsi in assoluto il miglior Tie-in di sempre! Più di 8 milioni di copie vendute, lo troverete facile e andate pure sul sicuro, perchè da un incontro con 007 si esce sempre soddisfatti e appagati. Potete scommetterci la vostra Aston Martin al Casinò Royale!

All-in!

 

Concludendo

Golden Lady, i’m lost without you!

Le spie russe sono le migliori fidanzate? Perchè limitarsi a una sola area geografica quando possiamo puntare il nostro Bersaglio Mobile su tutte le fatalone pronte a infradiciarsi ogni volta che usciamo lo smoking nascosto sotto il vedo-nonvedo della muta da sub? Ecco i sei motivi per farvi morire di nostalgia ripensando alla vostra “spia che vi amava”, la fidanzata perfetta: la bond girl!

Citazione:

006: “Per l’Inghilterra James?”

007: “No, per me!”

(Bond a Trevelyan prima di fargli la pit fatality)

 


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