HALO 2600

L’Atari VCS è vivo e lotta insieme a Master Chief. (di Starfox Mulder)

Siamo giunti alla fine di questo Settembre interamente dedicato alla “prima console che conta” e vogliamo lasciarvi con un monito di grande speranza: il VCS è vivo.

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Dove 2600 non è il numero del seguito.

Non vivo perché funziona ancora quando lo accendete (con l’elettronica che si ritrova ci sopravviverà tutti) o parte di un network che punta a sterminare la razza umana, ma perché i programmatori non hanno mai smesso di credere in lui e per esso producono veri e propri videogames ancora oggi. Un salto sul sito di AtariAge ed ogni anno vi ritroverete con nuovi ed emozionanti titoli in programma per la più famosa console Atari. Il genere delle homebrews (“prodotti fatti in casa”) nacque come produzione per soli fans sfegatati ma raggiunse un livello extra di popolarità quando Ed Fries, nel 2010 fece uscire il suo Halo 2600. Chi è Ed Fries e cosa c’entra la killer application per Xbox con una console capace di far girare solo titoli grandi 4kb? Lo scoprirete dopo la sigla.

TRAMA

Master Chief è uno Spartan II, soldato geneticamente modificato ed ultimo superstite della battaglia avvenuta sul pianeta Reach da cui fuggì grazie alla nave Pillar of Autumn. Schiantatisi in seguito sul pianeta a forma di anello Halo, il nostro dovrà vedersela nuovamente contro i Covenant sia per sopravvivere che per fuggire da esso.
Potrei andare avanti ma non lo farò, anche perchè in questo gioco gli sviluppi della trama saranno a dir poco marginali. Niente Cortana, solo 4 differenti location con 16 schemi ognuna ed un gameplay ridotto al minimo ma funzionale. Eppure Halo c’è tutto. Dai Grunt agli Elitè, dagli scudi di energia al boss finale.Ma parliamo di Ed Fries, il mito dietro al gioco.

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Cominciò tutto da una cosa simile

Ex vicepresidente Microsoft, Ed è da sempre un tipo con le balle quadrate, che nel 2009 ebbe l’occasione di leggere il libro Racing the Beam: The Atari Video Computer System ed entusiasmarsene a tal punto da dirsi “ma se convertissi il nostro successo di punta per l’Atari VCS?” Qualche giorno per ripassare il codice che già conosceva in gioventù ed eccolo a creare un mini sprite di Master Chief che spara ad un Elitè. Da lì il passo fu breve ed un anno dopo eccolo a presentare 500 copie del suo gioco al Classic Gaming Expo 2010 di Las Vegas. Come potete immaginarvi, le cartucce andarono a ruba e fu così che tre anni dopo Ed si appoggiò al sito AtariAge per produrre nuove cart e distribuirle a livello mondiale. Io ne ho una, ed alla fine di questo articolo convincerò anche voi di quanto ne abbiate bisogno!

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Il mio regalo di Natale 2016

GAMEPLAY

Fatti i giusti preamboli eccoci al mirabolico gioco. Un cartuccino da soli 4kb contiene ben 64 schermate di gioco. Nessuno scrolling, nessun livello di difficoltà tra cui scegliere (sebbene una volta terminato il gioco ci farà ricominciare a level hard) ne modalità a più giocatori: siete solo voi, disarmati, in mezzo al pericolo. Per fortuna una volta impugnato il fido joystick vi ritroverete subito a muovervi come vi pare nello schermo e sarà opportuno, come prima cosa, spostarsi verso l’alto per raccogliere la vostra prima arma. Da lì in poi vi toccherà esplorare a più non posso, perché di oggetti da collezionare ce ne sono parecchi ed altresì tanti i nemici da eliminare per non rischiare di rimetterci una delle tre vite a nostra disposizione. Con il tasto fire potremo sparare nella direzione (rigorosamente orizzontale) in cui Master Chief è rivolto, il tutto mentre cerchiamo di trovare la giusta chiave in grado di disattivare il campo di forza che ci separa dalla successiva area. Si parte da una situazione soft, in cui gli elementi scenici non rischiano di ucciderci se ci entreremo in contatto, fino a giungere infine a veri e propri elementi di contorno (le torrette) pronte a spararci all’infinito senza per noi nessuna possibilità di abbatterle. Per fortuna nel progredire del gioco gli add-on a nostra disposizione saranno svariati: dalla pistola potenziata che ci permetterà di sparare più velocemente agli stivali dell’accelerazione (non si chiamano così ma il rimando a D&D ve lo pigliate) che ci permetteranno di…indovinate?

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Placide schermate di inizio gioco.

Abbattere i nemici li farà deflagrare in un cumulo di pixels temporaneamente minaccioso per noi medesimi ma di tanto in tanto capace di elargire utili scudi protettivi idonei a fornirci quel minimo di protezione in più da non farci schiattare al primo colpo ricevuto.

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Quasi un confronto alla messicana, ma dubito che la chiave possa spararvi.

Calarvi nella parte richiederà pochi secondi e da lì sarà pura goduria. Correre su e giù per le varie schermate, eliminare quanti più nemici possibili per evitare di ritrovarveli tra i piedi in caso dobbiate tornare indietro, memorizzarne la posizione ed infine giungere indenni al boss finale che ci vedrà in una nuova forma prospetticamente più minuta ma solo per dare al mostrone il senso di colossalità che merita.

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Tre colpi ed il marrano andrà giù, permettendoci di completare il gioco.

GRAFICA E SONORO

La grafica fa parte della categoria “di più nin zo”. Come si sia potuti arrivare a tanto con il VCS non mi è chiaro ma di fronte ad una conversione dei classici personaggi del Combat Evolved per Xbox così attinenti all’originale si può solo abbassare il cappello ed esclamare “Daje Ed, mostraci il seguito!”
Il seguito non arriverà mai, non facciamoci illusioni.
D’altra parte il sonoro dice tra il poco e il nulla, semplici suoni di spari e deflagrazioni con l’extra della musichetta di inizio piuttosto esaltante.

 

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No, quello nel mezzo non è Leonardo delle tartarughe ninja.

 

 

LONGEVITÀ

Il tasto dolente? Forse Sì. Il gioco all’inizio dovrà essere compreso ma una volta che ci riuscirete vedrete che finirlo sarà abbastanza facile. La parte veramente bella dell’esperienza è che non si tratta chiaramente del tipico gioco moderno da “finito, lo ripongo e passo ad altro” ma un esperienza classica anche nella sua capacità di farsi desiderare a più riprese. Lo finirete, lo rifinirete e ad una certa vi verrà anche la voglia di tentare una speedrun. Nonostante il suo elevato livello di ri-giocabilità resta comunque un titolo che imparerete a terminare in 10 minuti.

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I colori fan la differenza. Qui siamo nelle fasi finali del gioco e sti tre sparano più velocemente di Lucky Luke sotto cocaina.

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO

Due le vie, entrambe legali ed approvate dal buon Ed.
La prima è ovviamente quella di acquistare la cartuccia QUI.
30 dolla più spese di spedizione per ricevere a casa la cart + il manualetto (+ il libretto pubblicitario con i nuovi titoli in uscita atariage, che per quanto extra gradito resta comunque pubblicità). La scatola? Ve la fate direttamente voi prendendo l’immagine che preferite da QUI e stampandola su carta A3 da 200gr. Io l’ho auto-prodotta e viene benissimo ma se siete pigrissimi potete farlo fare sempre ai ragazzi di atariage per altri 25 dolla. Non proprio una buona idea quest’ultima.

L’alternativa? Il buon Ed, di testa sua per altro, ha messo la rom liberamente scaricabile QUI, quindi consideratevi autorizzati dal boss stesso a godere del suo lavoro tramite emulazione. Fatelo, ne varrà la pena!

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Così si comincia.

CONCLUDENDO

Un titolo insperato, sorprendente ed entusiasmante, capace al contempo di urlare a tonalità Manowar “L’ATARI VCS HA ANCORA TANTO DA DARE SFIGATI” e di saper ri-lanciare la splendida moda delle homebrews. Tanti sono i titoli di recente produzione per VCS che hanno preceduto o seguito l’uscita di Halo 2600, alcuni pure migliori di questo, ma intanto fatevi il favore di giocarvelo e di salutare con fierezza l’ammiraglia Atari.
Perché i 40 li ha appena compiuti ma non datele della vecchia:
ha davvero molto altro da offrirci negli anni a venire!

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Così si ricomincia.

Citazione

I Covenant dicevano che chi riesce a controllare Halo controllerà il destino dell’universo…tipo Kassar se avesse fatto uscire questo titolo invece di E.T. nel Natale del ’82! (Capitano Jacob Keyes mentre osserva il documentario Atari:Gameover)

starfox

 


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