Another World (1991)

Altromondo Studios presenta… (di Winona Raiden)

Quanto è facile morire in Another World? Tantissimo, tant’è vero che trovo questo titolo il più adatto, anche se meno evocativo delle varianti Out Of This World (titolo USA) e Outer World (titolo Jap).

TRAMA

Siamo alla fantascienza. No dico, nel senso letterale del termine!
Tra il font del titolo che ricorda “Terminator 2” e l’introduzione a scorrimento tipicamente Star Warsiana, anche chi non avesse mai sentito nominare il gioco capirebbe dove stiamo andando a parare.
Il protagonista è uno scienziato che, in una notte buia e tempestosa, arriva al suo laboratorio a bordo di una Ferrari. E ce lo fa proprio notare, che arriva a bordo di una Ferrari!


Pagherà cara la sua mania di ostentazione perché, mentre lavora ai suoi esperimenti, un fulmine colpisce l’edificio in maniera così potente da creare un buco nero e Lester Knight Chaykin si trova catapultato in un mondo alieno. In un ostilissimo mondo alieno.
Qui farà amicizia con Buddy, che assomiglia terribilmente all’uomo la cui struttura fisica gli permetterebbe di sopravvivere a un incidente stradale.

GAMEPLAY

DIF-FI-CI-LIS-SI-MO! Probabilmente uno dei più difficili al mondo.
Ragionando per macro-gruppi potremmo definirlo un platform, ma ci sono parecchie varianti. Innanzitutto, non esistono due livelli strutturati nello stesso modo: a volte nuotiamo, a volte dobbiamo tornare indietro, e quando strisciamo in un tunnel, completamente al buio (proprio nel senso che non vediamo altro se non il personaggio che stiamo comandando), la sensazione di claustrofobia è assicurata.

Soprattutto quando beccate le infiltrazioni d’acqua

Dov’è la difficoltà, vi state chiedendo? Nel semplice ma complicato fatto che o eseguite l’azione giusta al momento giusto, o morite. Non ci sono tanti modi di giocare Another World: se generalmente, coi platform, eravamo abituati a poter scegliere se uccidere tutti i nemici incontrati o meno, se raccogliere tutti i soldi e bonus o no, qui non potete. Basta il minimo tocco di un avversario per perdere una vita, e basta indugiare un millisecondo di troppo per fare ciao ciao con la manina alla possibilità di sfuggire al mostro in agguato.
All’epoca non avevano ancora inventato i salvataggi per come li conoscono quelli della next gen, ma ci sono comunque dei check-point a cui accedere anche in un secondo momento scegliendo “continua” all’avvio e inserendo un codice che vi viene comunicato ogni volta che perdete una vita.

Sì, per questo microtaglio sul ginocchio, morirete

GRAFICA & SONORO

Entrambi curati nei minimi dettagli. La grafica, meglio di così non si poteva farla, e farà impazzire gli appassionati di sci-fi. Gli elementi ci sono tutti: paesaggi evocativi, prigioni sotterranee supertecnologiche, navicelle spaziali. Quel mix di civiltà ancestrali e tecnologie avanzate che piacciono sempre. Vi verrà subito voglia di ripassare la Tetralogia degli Elementi di J.G. Ballard.
Il sonoro è sapientemente dosato quel tanto che basta ad esaltarvi all’inizio e a farvi prendere paura più tardi, lasciando lunghi momenti di silenzio in cui sentite solo i vostri passi e rumori random che vi faranno stare sempre sul chi va là.
Consigliatissimo da giocare al buio.

Tutto sotto controllo

LONGEVITÁ

Con Another World, più che mai dipende da voi e dalla vostra perseveranza. Infatti, dopo essere morti 20 volte nell’arco dei primi 5 minuti di gioco, la voglia di prendere il joypad, lanciarlo contro la tv e finirla lì si impossesserà di voi in maniera piuttosto feroce. D’altro canto, se siete dei tipi che amano le sfide più ardue, questa estrema difficoltà scatenerà la vostra voglia di poter dire “io ce l’ho fatta!”. Seconde e terze partite? Non saprei: la necessità di rispettare un tempismo che definirei millimetrico (se il tempo si può misurare in millimetri) rende la partita non troppo varia e toglie la possibilità di migliorare, dato che non c’è davvero margine di miglioramento: o così o perdi. Se soffrite di disturbo ossessivo compulsivo però, potreste sempre porvi l’obiettivo di finire il gioco con la prima vita e bullarvi postando il longplay su YouTube

REPERIBILITÁ/COME CACCHIO CI GIOCO

In quel luogo meraviglioso che si chiama Internet trovate innumerevoli offerte, di cui molte alla portata delle tasche di tutti, soprattutto se non pretendete scatola e manuale per far finta di averlo comprato quand’era ora. Se a casa avete ancora un Super Nintendo funzionante siete a cavallo!

CURIOSITÁ

– Starfox Mulder giura che questo è il gioco che più lo ha terrorizzato durante l’infanzia, superando in “livello di paura” anche tanti blasonati survival horror. Probabilmente la sua ossessione per gli alieni è cominciata così.
– Il personaggio di Buddy si è fatto volere così bene che gli hanno dedicato un sequel, “Heart Of The Alien”.

CONCLUDENDO

Another World non è sicuramente nato come “gioco per le masse” ma ha saputo conquistarne buona parte.
Il suo creatore, da bravo genitore, continua a prendersene cura ancora oggi, tanto da aver rilasciato delle versioni “aggiornate” in occasione del 15esimo e del 20esimo anniversario.
Ma a noi queste cose moderne non interessano, le cito solo per dovere di cronaca!


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