Quella volta in cui i Bit-elloni furono invitati al miglior evento di retrogaming su suolo italico e giustamente ci andarono! (di Starfox Mulder)

15 Ottobre 2017
Torno a casa alle 8:00 dopo una nottata di lavoro. Stanco, sfiaccato, pronto a gettarmi a letto…ma non posso. Il giorno è arrivato, lo attendavamo tutti con un hype capace di spazzare via qualsiasi trailer di Star Wars o di Stranger Things, quindi giù di cuccuma grande e doccia risanatrice: ci attende l’Atari!
Sigla.
Il Jagfest prende il nome dall’ultima console di mamma Atari: il Jaguar!
64 bit sì, 64 bit no, ci interessa solo che fu una console con un destino funesto del tutto immeritato ma per fortuna i fans se ne accorsero quasi subito e tennero in vita l’agonizzante felino per i decenni a venire fino a condurlo vivo e ruggente nel 2017.

Ma che cos’era il Jaguar? Non è questa la domanda a cui oggi risponderò, anche perché c’è in giro gente molto più competente di me in materia, persone come Federico Gori che mi ha fatto da cicerone per tutta la durata del Jagfest e che se vi andasse di ascoltare saprà farvi un bel riassuntone proprio QUI.

Quel che conta davvero è: cos’è il Jaguar oggi?
E’ un simbolo!
Un’icona capace di farsi portavoce per tutte le console che non ce l’hanno fatta.
Sfortunate, incomprese, realmente sfigate o solo capitate nel momento sbagliato.
Una volta accettato questo assioma sarete pronti ad accettare il Jagfest.

Coacerbo di console fallimentari quindi? No, è un evento dedicato all’Atari e se qualcuno crede che il 2600 fu una console sfortunata può pure andare a pettinare i capelli alla PS4.
L’Atari è celebrata in tutte le sue forme e dimensioni. Dal mitico VCS all’ultimo Jaguar CD. Dai primi home pc ad 8-bit fino al ST. Ma è forse finita col Jaguar la vita dell’Atari? Niente affatto. Homebrew a non finire, unreleased finalmente pubblicati e tanti progetti paralleli come la VR per Jaguar, esposta sotto teca ma visibile a tutti.
Parole parola parole, ma ci fai vedere di fatto cosa c’era a sto evento? Chiaro, pigliatevi il video con il benestare di GommaTV, di Mickey e pure dell’uomo d’acciaio.
Piaciuta la panoramica?
Consoles note miste a consoles mai viste.
Accessori avveniristici e tizi che usano il tutto a proprio piacimento.
Giochi classici ed homebrews, originali e multicard.
Questo è stato il jagfest, una celebrazione per retrogamers di ogni età che grazie all’impegno profuso dai ragazzi del Brainfusion e del Italian Jagfest Team si son potuti ritrovare per giocare assieme e condividere passioni ed aneddoti.
Qui il Cummenda mostra il suo gioco di mano mentre Winona commenta.
Ma siccome fa bene alla vostra attenzione (e percula contemporaneamente Oltreuomo), eccovi un bell’elenco de:
Le 10 cose che ho imparato al Jagfest
1- Voglio un Jaguar.
2- Negli anni ’80, quando non si erano ancora standardizzati i gamepads e se ne vedevano di ogni, magari non si stava meglio, ma si rideva di più.
- Fingere entusiasmo.
3- Il Tiger R-Zone si candida pesantemente come peggior console di sempre.
4- Se non dormo per più di 36 ore dovete ripetermi ogni domanda tre volte.
Starfox ed il suo pennone di fuoco.
5- Il centro di Forlì, di domenica, è più vuoto della periferia di Rimini a Febbraio.
6- Chiunque vi dica che “quella console” fa schifo perchè fu un flop, merita il vostro più severo sguardo di sufficienza.
Sempre il Bionic Cummenda, che ci mostra cosa fare dei propri nemici in Ultra Vortek.
7- Se fino a ieri pensavate che la console più strana che vi fosse capitata tra le mani fosse un virtual boy, siete lontani anni luce dalla conoscenza (tipo me fino ad un mese fa).
8- Matteo Turchi ne sa una più del diavolo e ve la racconterà.

9- Farò tutto quanto in mio potere per garantirmi un Jagfest 2018.
10- Gianmarco Esposito, l’artista che vendeva poster e regalava emozioni, merita un posto d’onore tra le persone che sanno accoglierti col giusto aplomb.
In conclusione
Un evento al di sopra delle già altissime aspettative, capace di riunire gente da tutta Italia (e mi dicono anche dal Canada) al sol scopo di rivendicare la propria passione per il Retrogaming più genuino, quello all’insegna della scoperta, della condivisione e del gioco puro e semplice.
Niente biglietto di ingresso, nessun protagonismo, soltanto un momento di incredibile fratellanza all’insegna di un hobby che mai come in questo caso ha saputo unire individui completamente differenti tra loro.
Se c’è un modo migliore di celebrare le retroconsoles sono pronto a scoprirlo ma intanto me ne sto sereno in attesa del prossimo spettacolare Jagfest!
Bonus: Il Cummenda che gioca con Sabrina per ZX Spectrum