Fascisti su Aiur. (di Starfox Mulder)
Oh ma lo sapete a cosa abbiamo dedicato Gennaio? Al fascismo!
Cioè: ma quanto siamo anticonformisti? Ma quanto ce ne sbattiamo delle regole dei radical chic? O forse che sia proprio il contrario dato che stiamo facendo un mese a testa per tutte le varie ideologie politiche scadendo di rimando nella più becera par condicio?
“La seconda che hai detto!”
SIGLA
Sì, d’accordo, ma Starcraft che c’entra?
Semplice. In fondo non credo di essere stato il solo a vedere nel colonialismo spietato che gli umani praticheranno in questo ipotetico venticinquesimo secolo un nostalgico rimando al ventennio del mouse e moschetto (era così? non ricordo bene…). Quindi: trama!

TRAMA
“Duemila e quattro, quasi duemila e cinque.”
All’alba del nuovo secolo (2499) i nostri fieri Space Marine degli esiliati Terran, un tempo terrestri ma poi cacciati a pedati dal pianeta d’origine, si fanno strada nella via lattea a suon di conquiste. Pianeta dopo pianeta il loro strapotere finisce per subire una botta di arresto nell’incontro con gli Zerg, razza di insettoidi tipo Alien di Ridley Scott (o meglio Fanteria dello Spazio di Heinlein, che col fascismo andava ancora più a braccetto) all’inseguimento della perfezione genetica e ossessionati dall’assimilazione con le altre razze. Quando l’ignoranza incontra l’eugenetica, io non so con chi schierarmi ma per fortuna arrivano in soccorsi i Protoss, gli sfigati della galassia. Se da un lato sono i più potenti e tecnologicamente avanzati, dall’altra si vedono invadere a destra ed a manca. Ognuna delle tre fazioni ha i suoi eroi, la sua campagna da giocare ed un finale collettivo che vedrà improbabili alleati unirsi contro la minaccia comune. Come nella migliore tradizione Blizzard, la trama non lascia certo a desiderare e vi troverete a vivere il dramma di Sarah Kerrigan, l’eroismo di Tassadar e le macchinazioni di Arcturus Mengsk, come se li steste vivendo personalmente. I riferimenti culturali sono tanti ma il più evidente ai miei occhi è quello di Dune con cui sebbene non condivida le tipologie di forze messe in campo vede similmente due fazioni di colonizzatori scontrarsi con conseguenze funeste per gli autoctoni.

GAMEPLAY
Chiunque conoscesse Warcraft ed il suo ben più famoso seguito si trovò di fronte ad un interfaccia decisamente nota. Starcraft è Warcraft ambientato nello spazio. Un po’ come la Games Workshop fece per i suoi giochi di guerra con miniature (Warhammer e Warhammer 40000) la Blizzard alzò il tiro e rese tutto Bigger, soprattutto in merito ai contendenti che dove nel fantasy erano originariamente due razze da giocare qui ne vennero presentate tre, ognuna con tante caratteristiche specifiche. L’intera esperienza è ottimamente giocabile con il solo mouse ma, diventando pratici con la combinazione mouse+comandi da tastiera, anche le battaglie online diverranno presto accessibili.
Da principio abbiamo una base, poche unità di “braccianti spaziali” e risorse da recuperare. Poco dopo avremo modo di spendere le risorse recuperate in nuovi edifici capaci di generare nuove unità e “pimparle”, il tutto nella tradizione dei più noti RTS (real time strategy). Nessun turno, tocca pensare in fretta ed agire ancora più velocemente. Ogni errore si paga e spesso toccherà ricominciare la missione dall’inizio.
Quella che ho appena descritto però è solo una delle missioni standard, di fatto intervallate da situazioni ben diverse come il “Difendi la fortezza per X minuti” o il “gestisci questa task force ed uscite vivi dall’edificio”. Il ritmo è sempre incalzante, il livello di difficoltà crescente lentamente ed il coinvolgimento garantito. E’ Blizzard pre Wow, è una garanzia.

GRAFICA E SONORO
Qui i livelli erano “stellari”.
La Blizzard non ha mai deluso ed anche in questo caso si attestò sui suoi standard: fare meglio era difficile. Grafica coloratissima, fluidità unica ed un sonoro fantastico. Le voci (preferibilmente in inglese) dei personaggi a schermo sono forse un po’ ripetitive sulla lunga ma spesso motivo di fomento. Le musiche degne di stare su un cd a parte e le risorse di sistema richieste (per l’epoca) assolutamente accessibili.
Se dessi voti darei il massimo ma per fortuna esco da sta trappola con un “Go go go, rock and roll!”

LONGEVITÀ
Anche su sto fronte si possono dire solo lodi.
Le missioni principali sono lunghe ed impegnative; l’editor di livelli inserito gratuitamente all’interno del CD di gioco rappresenta uno stimolo creativo unico (ed inoltre è super intuitivo); l’online era e resta fantastico.
Ho amici che continuarono a giocarci fino al 2006, 8 anni dopo la sua uscita, e a dirla tutta non ho più indagato da allora ma non escludo che ancora siano rintracciabili su Battle.net.
Eterno!

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO
Sul fronte del reperimento la cosa si fa semplicissima come complessa a seconda del supporto con cui lo vorrete giocare.
Lo volete su pc in big box originale praticamente nuovo? 40€. Potete immaginare da voi che comprandolo in edizioni successive (o addirittura col digital delivery) il prezzo si abbatta drasticamente fino a raggiungere il costo di un pacchetto di patatine, ma ben altro discorso possiamo fare per la versione a 64bit.
Il Nintendone vide la sua conversione esclusiva che se per molti versi fece gridare al miracolo (tutto in una cartuccia così misera) d’altra parte ora sta sui 300€ (loose) o oltre i 1000€ (completa), almeno per la versione pal.
Date retta a me e giocatevi gli rts su pc. E’ meglio per un numero incalcolabile di motivi.

CONCLUDENDO
Un gioco di strategia in tempo reale che non vi stancherà mai. Lo riporrete prima o dopo ma starà sempre in zona “appena posso ti reinstallo” e tranquilli che lo farete.
Non so dirvi come sia il seguito, non gioco a nulla post World of Warcraft, eppure se ne dice un gran b…battlecruiser operational, receiving transmission, set a course…