NON E’ LA RAIDEN #18: MAGNASANTI

Uè Animali! Stufi di dover accettare lavoracci a tempo vagamente determinato in cambio di qualche pagherò in formato voucher? I cassonetti della vostra città sono così indifferenziati da attirare orde di barbùn-collezionisti che rovistano nel contenitore dell’umido alla ricerca di E.T. per VCS? La viabilità in tangenziale ha lo stesso tasso di mortalità di un deathmatch a Karmageddon? I vostri insegnanti vantano lo stesso discutibile grado di alfabetizzazione della scuola media di Rastignano? Abbiamo la Soluzione Finale che fa per voi, e non stiamo parlando della pur sempre eroica vendetta vera di Trucebaldazzi. Non finirete in galera e non dovrete nemmeno fare la conta al ballottaggio tra pregiudicati, inciuciati, incapaci e imbalsamati; il voto che dovrete esprimere sarà l’ultimo della vostra vita e siamo certi che non sentirete la mancanza del suffragio universale. La nostra cura si chiama dittatura e il nuovo autocrate che si farà carico dell’organizzazione di ogni singolo aspetto della vostra confusionaria esistenza è proprio uno di voi: un retrogamer, ovviamente orientale. Pattinando a filo tra il geometrico ordine dei cupoloni di Albertone Speer e l’eterna ruota del Divenire che alterna la morte del “Game Over” alla rinascita del “Continue? Insert Coin”, il nuovo demiurgo retroludico arriva direttamente dall’arcipelago delle Collaboratrici Domestiche, ed è pronto a riqualificare il piano regolatore della vostra esistenza per i prossimi cinquantamila anni. Salutate romanamente Vincent Ocasla, l’uomo che ha battuto Sim City 3000. Abbello!!

 

DUTERTE WARZONE

“Ci sono volte che vorrei mettere le mani su Dio.”

Il nostro viaggio nell’Estremismo d’Oriente continua inesorabilmente verso la prossima tappa, marciamo a sud dell’isola di Taiwan e ci lasciamo alle spalle i Kung Führer Panda e i loro Nazi Nirvana. In realtà ritroveremo quest’ultimo strano tag-team tra intimidazione e illuminazione proprio nell’arcipelago a meridione della maggioratissima isola di Formosa, parliamo ovviamente delle Filippine e del loro presidente FPS: Rodrigo “The Punisher” Duterte. Il nostro Rody ha preso un po’ troppo alla lettera il motto “Winners don’t use drugs” e ha deciso di scatenare una sorta di Unreal Tournament a livello nazionale fraggando senza fare distinzione tra spacciatori e consumatori, facendo schizzare il kill counter oltre la cifra record di 7.000 punti in poco più di un anno. Ora, prendete la stessa determinazione reazionaria di Punisher Duterte e la sua medesima e pressoché inesistente considerazione per la vita umana, poi trasferite il tutto nell’insidioso mondo di Sim City 3000. Durante il mese dedicato al Capitale, la nostra inviata Winona Raiden ha denunciato incresciosi episodi di abusivismo e voto di scambio durante le ultime elezioni amministrative in Sim City 2000. Il capitolo successivo, uscito nell’apocalittico 1999, presentava un migliaio di problemi in più che inevitabilmente contribuivano a diminuire drasticamente la qualità della vita di quei poveracci dei Sims.

“Nuculare, si pronuncia NU-CU-LA-RE!”

Ed ecco che entra in scena il nostro protagonista. Anno 2006: Vincent Ocasla è un giovane studente filippino pronto a iscriversi alla facoltà di architettura. Pratica la meditazione, gioca a poker con le Quattro Nobili Verità e ha deciso di imporre il suo personalissimo Dharma sulla scacchiera urbana di Sim City 3000. In quello stesso anno Vincent rimane segnato dalla visione di uno storico documentario dal nome che sembra una supercazzola: Koyaanisqatsi. Il titolo dell’opera si completa nella frase “Life Out of Balance”, ed è proprio a seguito di questa lucida disillusione che Vincent decide di dover esorcizzare le sue preoccupazioni nei riguardi dell’ossessiva ricerca della perfezione di tutti coloro che hanno il potere di pianificare con precisione chirurgica l’esistenza degli uomini. A differenza di molti grandi artisti che scelgono forme più o meno convenzionali di espressione come la pittura, la scrittura o il cinema, Vincent sceglie di trasferire le proprie ossessioni in un videogioco, ultima forma d’arte partorita dal genio umano e da noi Bit-elloni considerata di certo la più meritevole. Sim City 3000 smette di essere un semplice passatempo e diventa dunque un incubo distopico che farà sembrare il 1984 di Orwell un’annata tutto sommato vivibile.

“Lo schiavo dell’economia non capisce di essere tenuto in una gabbia, di continuare a girare e girare senza andare da nessuna parte, e così milioni di altri come lui.”

 

POPULISTI A POPULATRIA

 

Quando si vuole vincere nello spietato mondo del retrogioco è fondamentale avvicinarsi il più possibile verso il limite invalicabile del cheat, cercando di non oltrepassarlo per non sputtanarsi tra la cumpa del multiplayer. “Winners don’t use drugs” appunto, Vincent prende sul serio il teorema proprio come il suo presidente: niente scorciatoie ma anche niente pistolettate. Calmo come una vacca indù, il nostro Vincenzino si prepara alla guerriglia demografica dedicando più di un anno alla formulazione di teorie e calcoli per il progetto Populatria, una metodica e inquietante stesura di quella che sarà la città definitiva di Sim City 3000. Serviranno poi due anni di sperimentazione di gioco e tre mesi di vera e propria realizzazione per completare la sua prima creatura: Armadasanti. Ribattezzata in onore della esosissima ma non troppo invincibile flotta spagnola del sedicesimo secolo composta da 130 vascelli e 24.000 uomini, la città fortezza si ispira alla ormai demolita Città Murata di Kowloon, quartiere sovrappopolato e ingovernabile di Hong Kong immortalato nelle suggestioni cyberpunk del capolavoro anime “Ghost in The Shell”.

“Strade? Dove andiamo noi non servono strade…” Ma qui non stiamo parlando del selvaggio West, bensì di una città completamente collegata da interminabili tunnel della metropolitana e dove i concerti stonati dei clacson all’ora di punta sono ormai solo un assordante ricordo. Meno inquinata del bagno piccolo di casa vostra e con un tasso di occupazione del 100%, Armadasanti è un monumento all’ingegneria demografica che si espande su un’area metropolitana abitata da 7.8 milioni di persone, facendo impazzire il contatore della fine del gioco che, in base al futuro sviluppo delle condizioni attuali, fissa il termine della partita nel 13/11/11.692. See you in the future, little head!

Niente più “Forum” e “Un giorno in pretura”.

 

PARASANTI, MAGNASANTI E SANTILICHERI

Il secondo esperimento arriva dopo un primo anno di attenta correzione degli errori di Armadasanti e un secondo anno di costruzione maniacale. Nasce così Parasanti, dove Paragon sta per “modello di eccellenza, supremazia e virtù”. La popolazione supera gli 8 milioni, mantenendo sempre i parametri di perfezione che avevano contraddistinto la precedente Armadasanti. Questa volta la città si ispira alle geometrie sacre de I Chin, con la struttura a ottagono e relativi trigrammi. La fascinazione di Vincent per il simbolismo esoterico e l’espansione demografica raggiunge però il suo apice con l’ultima e ancora oggi imbattuta tra le città create per Sim City 3000: Magnasanti.

Il nome potrà farvi pensare a un grezzissimo turpiloquio romano, ma stiamo parlando della massima espressione di architettura videoludica. Le fondamenta mistiche questa volta seguono le simmetrie della Bhavacakra, la Ruota dell’Esistenza in rappresentanza delle ere che si alternano e si ripetono all’infinito, intrappolando così l’esistenza dei 9 milioni di abitanti fino al 05/05/50.000! Ma come è riuscito Vincent a raggiungere questo irraggiungibile traguardo demografico? Se da una parte Magnasanti condivide tutti i traguardi d’eccellenza delle megalopoli che l’hanno preceduta, dall’altra nasconde un’inquietante realtà. Nessun dissenso, quartieri autosufficienti dove i cittadini possono lavorare a pochi metri da casa, rubinetti dove scorre acqua altissima e purissima, tutti gli edifici sono storici e nessuno di essi è disabitato ma…non esistono ospedali e caserme dei pompieri, la polizia è ovunque e l’aspettativa di vita non supera i 50 anni. A detta di Vincent questo è il prezzo da pagare per vivere nella città più grande mai costruita, figlia del sistema totalitario che è riuscito a creare in laboratorio un ciclo di vita ideale per ogni cittadino, ma che non è riuscito a superare la loro crisi di mezz’età se non con un biglietto di sola andata per l’Oriente Eterno.

#maiunagioia

Curiosità: il centro di Magnasanti ospita l’unico parco giochi della città, pressoché disabitato a causa della continua lotta per il fatturato in cui sono eternamente impegnati i cittadini. C’è anche un monumento alla Follia, anche se Vincent ha dichiarato di non essere né autistico, né un idiot savant né di soffrire di alcun disturbo osessivo-compulsivo. Oggi il nostro Sims-architetto si dedica all’algoritmica del Quant Trading e collabora con un progetto nazionale di sostenibilità legata alla progettazione di città ecologiche e autosufficienti. Insomma, se tra qualche anno ci ritroveremo a vivere in città pulitissime, senza auto, piene di sbirri e senza GILF sapete a chi dare la colpa!

“See you later!”


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