Populous (1989)

È Dio che lo vuole (di Winona Raiden)

Bit-ellini, vi sentite fascisti anche voi? Fareste meglio a darmi una risposta affermativa perché non è che siamo qui a perder tempo coi vostri pareri contrari e le vostre dissidenze!
La duchessa Raiden sarà particolarmente inflessibile questo mese quindi impugniamo i nostri joystick e giocate!

TRAMA

Non disperate, anche se la caporalessa Raiden non vi accompagnerà in questa missione (auto)distruttiva, avrete con voi un alleato al cui confronto i Patti Lateranensi impallidiscono.
Se fosse vissuto nel primitivo e virilissimo mondo di Populous, infatti, sono sicura che Mussolini avrebbe snobbato di brutto la Chiesa per allearsi direttamente coi poteri supremi: una delle due divinità a cui votarsi nel gioco (probabilmente quella malvagia). La missione è delle più importanti e soprattutto di quelle fascistissime: conquistare e distruggere il popolo avversario. Cosa lo rende avversario? Il fatto di adorare l’altra divinità, ovviamente!

Una certa somiglianza

GAMEPLAY

Se avete mai giocato a SimCity non avrete problemi a orientarvi con Populous. Anche qui infatti controlliamo il mondo dall’altro, ci muoviamo con le frecce e gestiamo tasse e quant’altro tramite una serie di tasti presenti sullo schermo.
Ma laddove SimCity era mossa solo dal vile denaro, qui ciò che ci farà vincere (e vinceremo!) è la fede. In Populous senza fede non si muove paglia: il livello di devozione aumenta il mana, e col mana possiamo compiere una serie di azioni quali bonificare i terreni su cui costruire le abitazioni (dalla cui grandezza dipende la nostra forza in battaglia) trasformare semplici cultisti in valorosi cavalieri e, poiché il sovrano assoluto dà e poi toglie, così come potete bonificare terreni potete anche inondarli per fare un dispettuccio alla popolazione nemica.

Meglio avere una zattera

E se finisco il mana? Muore la divinità e si ricomincia daccapo! Morto un Dio se ne fa un altro…
Sì, sembra tutto molto noioso ma se siete dei megalomani sarete felici come un bambino in un negozio di caramelle.

GRAFICA & SONORO

Populous è uscito su diverse piattaforme e le differenze sono palpabili tra l’una e l’altra. Anche questa volta è lo SNES a spadroneggiare, con una grafica curata, ricca di ombreggiature e sfumature che per l’epoca erano avanguardia. Il Sega Master System la butta sul semplice con colori poco credibili e quasi fluorescenti, ma c’è a chi piace il genere…

Famolo fluo

Lato sonoro: come spesso accade coi giochi “gestionali”, veniamo caricati da una pimpante musichetta introduttiva che lascia subito spazio al silenzio più assoluto, interrotto per lo più da suoni ambientali come vento, terremoto e simili.

LONGEVITÁ

Se vi piace bonificare e convertire gente, questo gioco conquisterà molte ore del vostro tempo. La sua stessa impostazione, con diverse epoche storiche a disposizione e ben 500 livelli, tradisce la vaga intenzione di tenervi attaccati lì per lunghissime partite.

REPERIBILITÁ/COME CACCHIO CI GIOCO

Chissà, magari siete curiosi di provarlo prima di lanciarvi alla disperata ricerca del miglior offerente. Potete farlo qui!

CONCLUDENDO

Un gioco molto carino per chi ha manie di grandezza o l’animo da dittatore: particolarmente consigliato a coloro che amano i moderni Civilization, che potranno riscoprire il verbo del retrogaming.


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