L’Azzecca-garguglie (di Bionic Cummenda)
Esattamente un anno fa i Bit-elloni dedicavano il mese di aprile al Maligno, sacrificando i buoni propositi di altruismo e ruffiano assistenzialismo su un altare blasfemo al fine di ingraziarsi paleodivinità giurassiche dalle braccine corte e dalla forma di T-Rex o scimmioni e godzillas palazzinari con diverse denunce a carico per speculazione edilizia aggravata. Per chi, come noi, è abituato a farsi i gargarismi con aperitivi imbruttiti tipo sbagliati e ana o ad ordinare il caffettino sventolando la bustina di zucchero manco fosse il fatal-ventaglio di Kitana, aprile è soprattutto il mese del memoriale di Sant’Ambroeus, patrono del Fatturato e della Milano Da Bere scomparso proprio il 4 c.m. E chi meglio dei 96 diauli dalla forma di gargolla che giocano a stone face sotto lo sguardo pieno di grazia della Madunina può rappresentare meglio questo combinato disposto tra mala e milanesità? Esatto testina! Stiamo parlando ovviamente del mafiastofelico gargoyle Firebrand, tra i più celebri iscritti nel registro degli indagati del pool di Mani Pulite per la Tangentopoli dell’insert-coin indetta per rendere giustizia a tutti quei videogiocatori morti prematuramente nel primo, punitivo livello di Ghosts ‘n Goblins. E non a caso il nostro personale rappresentante dell’antagonismo nel vile aprile dello scorso anno dedicato ai villains fu proprio lo spin-off per Super Nes dedicato a Firebrand: Demon’s Crest.

Dodici mesi dopo i Bit-elloni dedicano aprile al retrogioco peripatetico del Game Boy, e in pole position nella nostra selecta di rece c’è nuovamente lui, Firebrand, questa volta nella sua prima apparizione da solista dopo aver lasciato la band dei Ghosts ‘n Goblins guidata dal frontman Arturo e dalla sua groupie Prin Prin, per intraprendere una tournè nel Ghoul Realm tra demoni cornuti, algidi cornetti e le cornine metal dell’insidiosissima Gargoyle’s Quest!
Sigla!
Trama

Tanto tempo fa il Reame dei Ghoul subì l’attacco di un’armata giargiana proveniente da una dimensione periferica dell’hinterland tipo Rho de Janeiro o Rozzanangeles, quest’ultima nota per essere stata la griglia di partenza della carriera da pole position di Michelone Alboreto, insomma mica roba da nothing! I diaulacci, i nonmorti e tutti gli abitanti del Centro si coalizzarono dietro le barricate delle patriottiche cinque giornate di Makaimura (indicazione geografica tipica della Milano del mondo dei demoni) e riuscirono a respingere Breager, il Re della Distruzione e di Tutti i Bauscia, contrastandolo grazie a una difesa ad oltranza di stampo leghista e contrattaccando poi con l’offensiva dell’inarrestabile panzerdivision di ruspe, guidata dal Carroccio dell’Alberto da Giussano di tutti i diavoli rossoneri: Red Blaze!

Secoli dopo quella straordineria vittoria in Ciampson League contro Breager, il bauscia distruttore riesce a mettere a segno dei colpi di calciomercato da far roteare il pendolino di Maurizio Mosca manco fosse lo Spinnig Bird Kick, e decide di attaccare nuovamente il Ghoul Realm per prendersi la rivincita dopo la trascorsa stagione sportiva da zero tituli. Ecco allora che una serie di morenti questuanti si recano a Milanello per elemosinare il ritorno in campo di Firebrand, ritiratosi su un eremo di umiltè dopo la batosta subita dal mutandaro Arturo di Ghosts ‘n Goblins. Ed ecco che il nostro gargoyle rosso come i garofani del P.S.I. si lancia ad ali spiegate nella sua quest, alla ricerca di una riscossa tecnico-tattica da far crescere i treccioloni di Gullit anche a Mister Arighe.

Gameplay 8
Ci sembra più che doveroso esordire citando un’inconfutabile fonte di divulgazione retroludica di categoria (!): “Demon’s Crest è il successore dei due titoli Capcom che avevano già fatto fortuna sulle precedenti piattaforme Nintendo, ovvero il primo Gargoyle’s Quest uscito per Game Boy e il suo seguito per NES. Riprendendo lo stile dei suoi predecessori Demon’s Crest si presenta come un movimentato action-platform con elementi che farebbero rizzare i canini a tutti gli emofiliaci appassionati dei metroidvania”. In aggiunta a questa definizione da vangelo del retrogaming possiamo affermare che Gargoyle’s Quest porta su Game Boy una formula ibrida già sperimentata da Nintendo sul NES con “Zelda 2: The Adventure Of Link”, dove il protagonista si muove su una mappa esplorabile grazie alla visuale “a volo d’uccello” già portata alla ribalta da Dragon Quest, che cambierà poi ogni volta in cui dovrete esplorare un nuovo stage trasformandosi nella tradizionale prospettiva platform a scorrimento orizzontale.

La fase pseudo-gdr vi consentirà di interagire con i vari png del Ghoul Realm attraverso il classico menù a tendina, in cui potrete scegliere diverse azioni. Tra le varie opzioni troviamo il “talk” per ascoltare le lamentele e il gossip di zombie e fantasmi, lo “use” per utilizzare in maniera impropria gli items che troverete lungo il tragitto e infine il pokeristico “check”, per scoprire se l’albero dei pregiudicati sta bluffando celando in realtà qualche tesoretto da paradiso fiscale nascosto dietro quella poker face da incensurato. All in!


Per quanto un siano po’ dispersive, lente e minacciate costantemente dall’ansia provocata dagli insopportabili “incontri casuali”, sarà solo grazie alle vostre vasche in giro per la mappa che riuscirete a trovare i power-up necessari per incrementare le abilità di salto, la potenza di fuoco e la esigua resistenza di Firebrand. Per restaurare il pieno potere del piccolo gargoyle rosso sarà infatti necessario concedere favori ai vari cummenda demoniaci che tengono in piedi tutto il business infernale e fanno eroicamente girare l’economia del Ghoul Realm durante la terribile recessione causata da Breager e dalle sue politiche di austerity. Volete volare più in alto per raggiungere il prossimo stage? Portate il vostro deprimente curriculum davanti al Barone Jark e trovategli un Gremlin Stick per agevolarlo nelle sue discutibili operazioni autoerotiche. Dovete trovare Majorita, la veggente a metà tra la marijuana e la cocorita, ma appena scendete nella sua caverna non ci vedete più dalla fame chimica? Rivolgetevi al Barone Bymon e sottoscrivete con lui un contratto luce+gas per avere la Candle of Darkness e illuminare d’immondo tutto il Sottosopra. Taac!

Grafica 8 e Sonoro 9

Gargoyle’s Quest si esprime al meglio durante le fasi action platform, nelle quali sarete chiamati a planare con Firebrand su tappeti di aculei per poi atterrare direttamente su un muro rimanendo appesi alla parete come l’untissimo calendario Pirelli esposto nell’officina del vostro meccanico di sfiducia. Un gameplay innovativo che ha poi fatto scuola per tutta la successiva situazione action platform presente all’appello sulla portatile Nintendo, resa possibile solo grazie a un comparto grafico da libidine degno delle migliori produzioni Capcom.

Sia la complessa struttura degli stage, che presentano sempre nuove insidie e zone interattive fondamentali per la vostra sopravvivenza, sia il character design dei bizzarri boss di fine livello esaltano in maniera straordinaria le apparentemente minimali capacità grafiche del Game Boy, noto per aver fatto decollare il 740 di ortottisti, oculisti e optometristi alle prese con una nuova causa dell’ipovisione adolescenziale seconda solo al Timone Olandese (che non è gay, specifichiamo).

Alle musiche c’è un tag team di mandrille sinfoniche tra le più esose della Superclassifica retroludica più gettonata di sempre. La prima è Harumi Fujita, compositrice di soundtracks del calibro di Strider, Mega Man 3, Skyblazer, l’orgoglio di casa nostra Bionic Commando e ovviamente Ghosts ‘n Goblins. L’altra è una leggenda presente in qualsiasi mixtape degno di questo nome dedicato alla Capcom: Yoko Shinomura. E se questo onorevole nome non vi dice niente allora cercate Shimo-P. negli ending credits Street Fighter II, Breath Of Fire, The King Of Dragons, Parasite Eve e Super Mario RPG. E ora animale, mentre disinfetti la lama con l’amuchina per prepararti all’onorevole seppuku per espiare la tua ignoranza acustica, ascoltati questo pezzone del primo stage che pesta duro sul citazionismo celebrando sia lo sfondo grafico che la musica di Ghosts ‘n Goblins.
Longevità 9

Poteva mica uno spin-off dedicato al più infame e molesto antagonista di uno dei run and gun più difficili di sempre essere da meno rispetto al suo ispiratore sul tema difficoltà? Negativo! Gargoyle’s Quest è terrificante non solo per le sue atmosfere horror, ma anche per l’estrema pericolosità dei vari stage pieni di trappoloni e mostri pronti a consumare i pochi pallini di energia a disposizione di Firebrand. Vi sarà possibile avanzare nel gioco solo incrementando il numero di punti ferita e potenziando le armi, disponendo infine di una selezione di ben quattro tipi differenti di proiettili. Proprio come in Mega Man, le varie armi vi permetteranno di distruggere blocchi che precedentemente impedivano l’accesso a nuove aree o addirittura potrete generare dal nulla dei punti di appoggio per Firebrand, che diventeranno fondamentali per raggiungere zone altrimenti inaccessibili.

E se all’inizio i rallentamenti grafici potranno sembrarvi indigesti, presto vi accorgerete che saranno addirittura indispensabili per aiutarvi a dribblare la raffica di nemici e trappole che Breager il Distruggitore vi scaglierà contro. Ricordatevi di ringraziarlo vomitandogli in testa tutto il vostro disprezzo, rigurgitando il letale e mefitico Darkfire sul suo faccione mentre cercherà disperatamente di palpeggiarvi a quattro mani.

Reperibilità \ come cacchio ci gioco?

Ancora una volta vi consigliamo la versione nipponica, scampata al razzismo del “Green Washing” NTSC che ha trasformato il povero Red Arremer in un raganaccio verde per paura dell’inquisizione liberal-maccartista. A proposito di coloured people: puntate le vostre fiche (ocio al pokerismo!) sull’ottimo Game Boy Color, che vi permetterà di giocare Gargoyle’s Quest al suo massimo splendore policromatico con tanto di trappole nascoste evidenziate di rosso.

Concludendo

Concludiamo mettendovi in guardia sull’inganno satanico presente all’appello sul finale della vostra quest. Convinto di potervi comprare per cento lire o poco più, Breager vi proporrà un patto diabolico stile Articolo 18 nella speranza di assumervi come suoi dipendenti e spingervi ad abbandonare la rivoluzione sindacale. Voi rispondete in stile Articolo 31, dichiarate il vostro amore per la Madunina, la Maria e la Majorita, rifiutate le lusinghe del Jobs Act e, come un vero funkytarro, riempite la fazza del bauscia Breager di oscuro catarro Darkfire volando infine sulle ali dell’indipendentismo padano. Stay Hungry, Stay Coragius!
Citazione:
“Canten tucc ‘lontan de Napoli se moeur’, ma po’ i vegnen chi a Milan. Terun!” (Firebrand contro l’invasione dell’hinterland)
Il gioco più similare che ho è Tails Adventure,pensa sommo Cummenda grande sfruttatore delle masse popolari in un mercantino ho trovato il Mario fatto da Nolan,il primo Super Mario Land peccato che il paffuto idraulico non abbia più provato il lato oscuro comunque 2,5 € investiti bene,vi vonsiglio anche l’ottimo Aliens Thanatos Encounters titolo misconosciuto per Gb color.
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