Guarda come ti sparo il Condono Tombale sul villino a colpi di light gun. (Di Bionic Cummenda)
Le sgasate di motosega nella Casa2, le finestre che vi deridono nella Casa in provincia di FE, i cosacchi di Casatchock, l’apartheid di Voghera per Casalinghe, il webmaster di Casaleggio, i vocali su uozzap di Casalino, i condòmini della Casa del Grande Fratello, i condoni della Casa delle Libertà, la cinghiamattanza di Casapound, la mazurka di periferia di Casadei, le tigri di Mompracem dei Casalesi, i funerali stile Apocalypse Now dei Casamonica, gli animali proletari alla Casa del Popolo, la barba e la noia di Casa Vianello, la friendzone sul finale di Casablanca, il surrealismo origami della Casa di Carta, la sfiga ereditaria di Casa Stark, il labirinto della Dimensione Oscura nella Terza Casa, Collie con la labirintite scappati di Casa, Keyser Söze alla Casa Bianca, le amnesie nella Casa dei Giorni di Mezzo, la fossa comune di Alamogordo per alieni che Telefonano Casa. Case messe insieme non a caso, tutte con una cosa in comune: LA PAURA! Fobie che tormentano l’uomo della strada, incapace di reagire di fronte all’ignoto e costretto a trincerarsi dietro al proprio poraccissimo portone di casa, popolare of course. Ma esiste un rimedio efficace per la domatofobia e anche questa volta si chiama retrogaming. E per superare il disagio non potevamo che chiedere alla software house che, con i suoi giochi di mano, ha saputo vincere la madre di tutte le frustrazioni puberali: la SEGA. Non quella motorizzata di Ash ma caricata con pallettoni altrettanto efficaci contro i mortizzombi, perché l’offesa a mano armata è sempre legittima nella House Of The Dead!
Sigla!
Trama
Il tag-team da horror-rave tra i remix del diggiei house Oliver Lieb e l’attitudine “Punk’s Not Dead” di Keith Flint ci riporta alle sonorità del filmaccio ispirato a The House Of The Dead girato dal nostro regista movideoludico preferito: Uwe Boll. L’Arcade-Führer del trash cine-retroludico è da sempre uno dei protagonisti indiscussi dei nostri retro-rotocalchi, declamato in termini apologetici sia in un articolo dal plasticatissimo profumo di Didò dedicato alla dignità del Brutto, sia nella recente Trasmissione di Nerda che ha ospitato nientemeno che “Sua Simmetria Calcista” Stanlio Kubrick de i400calci. Entrambi questi atti bitellonici portano la firma del nostro Starfox Mulder, da sempre impegnato nella lotta armata di light gun contro i Poteri Forti proprio come il protagonista di House Of The Dead: Thomas Rogan.

Il Tommaso è un agente segreto della AMS, organizzazione investigativa internazionale impegnata nel contrasto alle epidemie zombie provocate dalle non sempre trasparenti relazioni tra Big Pharma e il suo discutibile socio di minoranza Umbrella Corporation. Rogan riceve per SMS una richiesta di aiuto dalla sua fidanzata Sophie, ritrovatasi costretta ad accettare una discutibile terza offerta di lavoro alla DBR Corporation pur di non perdere i due spicci del Reddito di Cittadinanza.

In realtà dietro all’acronimo DBR si nasconde la DNA Bio Research Corporation gestita dal Dr. Roy Curien, un mariuolo che veste Armani ed è deciso a passare sopra a qualsiasi ammorbatissimo No Vax pur di trovare una cura per suo figlio Daniel. La SEGA non a caso ha scelto il “Padre Modello” Gendo Ikari di Evangelion come ispirazione per l’ideazione del Curien, e proprio come il papi di Stupishinji anche Dr. Roy è deciso a ridefinire il concetto di valorizzazione aziendale del Capitale Imano. Il welfare state nacque con il proposito di occuparsi del cittadino “dalla culla alla tomba”, ancora una volta i propositi del liberismo da Dominio Economico incarnatosi nello spirito imprenditoriale di Curien estendono questo sorpassato concetto assistenzialistico con la più ampia prospettiva “dalla culla all’oltretomba”. Tutti i dipendenti della DBR festeggiano il ripristino dell’Articolo 47 (morto che parla) con un vero contratto a tempo indeterminato favorito dal conseguimento di una nuova qualifica professionale: l’operaio-zombie. E sei in pole position!

Gameplay 9
Nei panni da ispettore dei NAS di Rogan sarete chiamati a sanzionare il Dr. Curien a colpi di light gun, favoriti anche dalla recente depenalizzazione per il possesso di pistola ottica inserita nel nuovo DDL “Deathmatch” fortemente voluto dall’esecutivo del Carroccio. Ociò però! I proiettili a vostra disposizione finiranno più rapidamente del vostro esoso intercorso con la mandrilla di Porto Recanati e non potrete concedervi il solito periodo refrattario dai tempi biblici. Per ricaricare il pistolino basta sparare fuori dallo schermo, possibilmente in direzione dello sparalesto Player 2 che potrà unirsi alla passerella zombie nel ruolo di G, l’agente segreto che sa sempre arrivare al punto giusto.

Sebbene House Of The Dead proceda col pilota automatico su un binario di gioco prestabilito come nella migliore tradizione degli Shooting Game Arcade, interagendo con l’ambiente potrete attivare percorsi alternativi che finiranno inevitabilmente per condurvi verso scorciatoie o altre situazioni di terrore e terrorismo. Infatti gli zombie non si limiteranno solo a smozzicarvi bramosi di poter degustare un’apericena a base di cervello, ma terranno pure in ostaggio i pochi infermieri superstiti. Mirate bene alla cabeza del morto e risparmiate il camice bianco, che potrà ricompensarvi con una vita bonus dal sempre gradito e inebriante sapore di morfina.

Grafica 9 e Sonoro 7.5

Il fascino macabro dell’orrore da sempre è direttamente proporzionale alla cura della sua estetica. La scenografia di The House Of The Dead è un mix tra la Castlevania del Conte Dracula, un bunker fantascientifico stile Doom e ovviamente il B&B di Resident Evil, il capolavoro di Capcom vero e proprio “paziente zero” di tutta l’epidemia survival horror che ha impestato la seconda metà dei ninetees.

The House Of The Dead si nutre avidamente della ghiotta carcassa del titolone Capcom riproponendo a sua volta una selezione da necrolibidine di zombie variegati, inserendo anche una componente zoofila pericolosissima con fottio di animaletti infettati da Curien: bacarozzi modello Donato Mitola succhiosucchio-leccolecco, panzoni barbuti con la salopette unta e la motosega sanguinante, cyberzombie a metà tra un capoccione Cenobita e Voldo, scimmie urlanti e ovviamente il gradito citazionismo dei nani cosplayer di Freddie Krueger.

Per l’accompagnamento sonoro non aspettatevi certo archi e violini ad alta tensione e sintetizzatori inquietanti. Qui si pompa duro sulla cassa a ritmo delle pistolettate anti-nonmorto, in un perfetto remix tra la techno da Riviera e gli organetti sintetici stile Goblin. Detta così sembrerà una taroccata qualunque ma vogliamo convincervi buttando la briscola con il tarocco del Mago, associato nientemeno che al boss finale e al suo castlevanitoso tema. Con la sola imposizione delle mani per ungere la giacca di Curien, uè!
Longevità 8.5

Avvicinate al cabinato una bella secchiata di gettoni perché qui c’è di che soffrire. La sfida si svolge in soli quattro capitoli, ma le varie deviazioni vi porteranno spesso fuori strada come il vostro GPS ogni volta che gli chiedete di evitare le strade sterrate e inaspettatamente vi sblocca un nuovo deparatissimo itinerario da SEGA Rally. E se tutto apparentemente può sembrare più prevedibile della cartomanzia di Cloris la Zingara preparatevi ai peggio scongiuri per lo scontro con i 4 boss, rappresentanti gli Arcani Maggiori del Carro, dell’Appeso, dell’Eremita e del Mago Oronzo.

Il primo vi porterà via l’amore squarciando la vostra Sophie con la sua alabarda XXL. Gelosi eh?

Il secondo farà volare via tutti i vostri risparmi attaccandovi in picchiata al chiaro di luna, mentre sparerete a cazzomatto contro pipistrelli-vampiro pronti a prosciugarvi il conto corrente.

Il terzo vi priverà della salute psichica e fisica con svarioni di aracnofobia e veleni più necrotossici di un derivato subprime.

Infine il quarto vi toglierà il lavoro come per magia. Un boss finale che, a differenza dei suoi predecessori, non ha punti deboli e può manipolare la realtà a proprio piacimento. Esattamente come il MiSE.

Reperibilità / Come cacchio ci gioco?

Questa volta dobbiamo consigliarvi la versione casalinga per Saturn snobbando colpevolmente il lusso dell’arcade. Per quanto imbruttita da un downgrade grafico da periferia proletaria, la conversione domestica vi metterà a disposizione una nuova modalità di gioco, dove avrete a disposizione diversi personaggi ciascuno con un pistolone di diverse dimensioni e potenza.

Concludendo

Quindi finisce tutto in tragedia come nella migliore tradizione horror? In realtà dipende da quanto fate schifo (tanto, fidatevi!). Oltre al classico finale base con i due agenti dell’AMS che abbandonano la villa lasciando dietro di loro una scia di nonmorti stramorti esistono altre due varianti. La prima si sblocca quando finite la partita sopra i 60 mila punti senza usare continue, questo record vi permetterà di riabbracciare Sophie scampata ai tagli aziendali del primo boss Chariot. La seconda invece ve la beccate se chiudete sotto i 60 mila punti senza continue, anche qui potrete spupazzarvi la vostra Sophie ma la rincontrerete un po’ più freddina e pallida del solito, ma poco male. Per una mandrilla così il “finchè morte non vi separi” è un limite di tempo un po’ troppo riduttivo. Taaac!
Citazione
Michael Bay: “Uwe, i tuoi film fanno schifo”
Uwe Boll: “Michael, ti sfido a Boxe!”
Una risposta a "The House Of The Dead (1997)"