PRISONER OF ICE (MS DOS – 1995)

Buon anno a tutti, miei carissimi fan Bitellonici.
Sono sempre io, il vostro Magnum CD-i, in diretta dalle Hawaii.
So bene che in Italia in questi giorni il freddo sta colpendo duramente, quindi quale migliore occasione per rispolverare qualche gioco dimenticato?
Immaginatevi la scena: seduti in una stanza, la neve fuori, un camino scoppiettante ed un vecchio computer che si accende…pura magia! La scelta di oggi cade infatti su Prisoner of Ice, un’avventura grafica sviluppata da Infogrames ed uscita su PC e Mac nel 1995.
Il titolo porta anche il prestigioso marchio  “Call of Cthulhu”, in quanto è ufficialmente supportato da Chaosium. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, Chaosium è una storica casa editrice di giochi di ruolo, resa celebre proprio dal titolo sopra citato, basato sulla mitologia creata dal leggendario scrittore H.P. Lovecraft. Avete presente “Grandi Antichi”, orrori cosmici, Necronomicon, follia etc?
Se la risposta è no, correte subito a leggere i racconti dello scrittore di Providence;  nella scena idilliaca descritta ad inizio articolo, sostituite il vecchio pc con un buon libro. Dopo aver fatto una scorpacciata di cosmogonie deviate e di arabi pazzi che scrivono testi strani, sarete pronti ad andare avanti.
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Torniamo a noi!
Il gioco è il seguito diretto di Shadow of the Comet, un’avventura del 1992 molto interessante, di cui magari parleremo in futuro su queste pagine. In realtà la cosa si scopre solo a metà della storia, in quanto non è mai stato sbandierata a livello pubblicitario (forse per l’effetto sorpresa).
La storia si svolge nel 1937 e ci vede nei panni di Ryan, un giovane ufficiale americano a bordo di un sottomarino inglese, intento in una missione di salvataggio nei pressi dell’Antartide. Uno scienziato norvegese, infatti, è scappato da una base segreta tedesca e viene tratto in salvo, assieme a due misteriose casse coperte di ghiaccio.
Il sottomarino viene attaccato poco dopo ed una delle due viene colpita dal fuoco, risvegliando un mostro (il “Prisoner”) che inizia a decimare l’equipaggio. Da qui prende il via la storia che, come in un giro sulle montagne russe, ci porterà a girare per il globo, con la speranza di fermare un rito che potrebbe segnare la fine dell’umanità.
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Graficamente il titolo presenta un buon impatto, soprattutto per l’uso di ottimi fondali disegnati e di buone sequenze d’intermezzo, che spesso sono realizzate con illustrazioni  particolarmente d’effetto. L’unica perplessità sono i personaggi pre-renderizzati in computer grafica, che stonano un po’ con il resto della produzione. C’è chiaramente da pensare che nel 1995 questo tipo di scelta fosse molto apprezzata (basta pensare a Donkey Kong Country) ma parlandone nel 2018 è una cosa da notare.
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A livello audio troviamo un comparto molto buono, sia per la colonna sonora che per gli effetti; il tutto contribuisce in maniera determinante all’atmosfera di gioco. L’unico appunto è il doppiaggio che non brilla particolarmente né in inglese, né in italiano.
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Prisoner of Ice è un’avventura grafica punta e clicca tradizionale, che ci presenterà un buon numero di locazioni in cui muoverci. Potremo raccogliere oggetti e parlare con personaggi, come il genere ci ha ormai insegnato da più di trent’anni. In alcuni frangenti dovremo risolvere anche degli enigmi a tempo, pena la morte del nostro personaggio. Questa caratteristica era già presente in Shadow of the Comet, ma qui per fortuna il gioco viene salvato automaticamente prima dell’inizio di queste sequenze, in modo da non far perdere ore di gioco all’incauto avventuriero che va avanti senza salvare. La varietà degli ambienti che visiteremo è notevole ed il tutto non è mai troppo difficile o frustrante. La durata del gioco non è lunghissima, ma senza dubbio ci allieterà per più di una seduta di gioco.
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Pur non avendo un’atmosfera horror riuscita come nel precedente capitolo, Prisoner of Ice si rivela una buona avventura, che senza dubbio è da consigliare ai fan di Lovecraft e della sua cosmogonia.
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Il gioco è uscito anche su Playstation e Saturn (ma solo in Giappone) e di recente viene venduto per pochi spiccioli su GOG assieme a Shadow of the Comet.
Io fossi un voi un pensierino lo farei.

Alla prossima ragazzi!!!

Magnum CD-i

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“This Isn’t Even My Final Form”

 

 


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