Quando vuoi nascondere in piena vista una gemma, dalle un nome orripilante! (di Starfox Mulder)

Sentite come suona bene: “The Legend of Zelda”
Bello eh?!
Oppure sentite questa: “Phantasy Star”
Beeeelloooo!
Oggi siam tutti buoni a leggerci le nostre belle recensioni in rete e valutare se un gioco è bello al di là della copertina e del nome ma una volta non è che fosse così scontato. Io di A Link to the past non avevo mai sentito parlare quando vidi il gioco esposto dal giocattolaio e mi feci convincere solo per l’aspetto.
Ora, io non so cosa abbia portato la Nintendo a scegliere esattamente quei 30 titoli quando fecero il Nes Mini, ma l’assenza di Faxanadu è tra le più pesanti (ok, sorvolando sull’assenza di Bionic Commando che è inqualificabile).
Poi un sospetto mi è venuto e sono andato a cercare in rete la lista dei giochi più venduti per Nes: non rientra manco nei primi 75.
Che sia stata colpa del nome?
In fondo dal Giappone era facile cacciar fuori sto neologismo orribile: Famicom + Xanadu. Taaaac!
Sì, il gioco è uno spin-off della serie nata con Dragon Slayer e proseguita con Xanadu (entrambi MSX e NEC PC-8801), e per i fans giapponesi poteva pure andare bene, ma per tutti gli altri….boh, resto dell’idea che sarebbe stato meglio una cosa in stile: Chronicles of a loser. SIGLA
TRAMA
Immaginate di essere un elfo che se ne va in viaggio. Per dove non si sa, ma un giorno decide di tornare ad Eolis (casa sua) ed evidentemente le cose non sono andate benissimo nel nostro pellegrinare perché ci presentiamo nudi come mamma ci ha fatti. Beh, pazienza, se non altro a casa troveremo…il disastro. La città è infestata dai mostri ed in men che non si dica veniamo a scoprire che le falde acquifere sono avvelenate da un nuovo male proveniente dal Mondo dell’albero.
Come tutti i pezzenti in un contesto medievale il tour è praticamente obbligato: facciamo un salto in chiesa per farci dare la benedizione dal parroco di turno e quindi via dal Re a prometterci salvatori della patria…sempre che sia così gentile da avanzarci 1500 monete d’oro per comprarci almeno un pugnale e una magia base, altrimenti lá fuori dureremmo davvero pochi secondi.

La storia procede in maniera lineare ma tutt’altro che scontata e ci costringerà ad addentrarci sempre più all’interno del Mondo Albero che, per variare dal solito dungeon “deeper underground” si sviluppa tutto in altezza. Qui però evito spoiler, mi limito a dirvi che c’è un po’ di backtracking (altrimenti detto: ogni tanto toccherà tornare sui propri passi) ma nulla di vagamente equiparabile ad un Hollow Knight a caso.
Il finale poi è una cosa degnissima, capace di anticipare il celebre post credits di Ryu in Street Fighter 2. Ve lo spoilero?
Sì, ma solo per chi se la cerca: Clicca qui se vuoi gli screenshot del finale di Faxanadu direttamente dalla run di Starfox Mulder
Vista l’altezza da cui parte la palla di fuoco del nemico ho seri dubbi che gli esca dalle fauci.
GAMEPLAY
L’abusatissimo neologismo metroidvania non ha mai avuto alcun senso, dal momento che si poteva usare tranquillamente il termine Metroid-like, poi solo ed esclusivamente per il fatto di essere uscito poco prima di Faxanadu. Sì, siamo sul genere. Il nostro eroe si controlla con la croce direzionale, salta con il tasto A ed usa l’arma bianca con il B. La combinazione di SU + B genera la magia selezionata (che consuma la barra del mana, ricaricabile mangiando in taverna o dal curatore) mentre GIU + B è il segnale per far sì che il nostro eroe senza nome utilizzi l’oggetto precedentemente scelto. Start mette in pausa il gioco e Select di permette di accedere all’inventario. Olè, vi ho detto tutto in poche righe!
Il punto è che Faxanadu è semplice, immediato, intuitivo, non vi servirà alcun manuale per capire come giocarci perché segue dinamiche mutuate da tanti altri platform per Nes, da cui si differenzia però sia per la sopra citata trama che per gli elementi RPG.
Siamo arrivati al punto forte.
Il nostro alter-ego troverà armi, armature e vari tipo di equipaggiamento sempre più potenti nel corso dell’avventura. Faranno essi stessi da termine di crescita poiché non si avrà un effettivo aumento di livello tradizionale in cui delle ipotetiche statistiche cresceranno esponenzialmente, qui le cose funzionano diversamente.
Ogni tot punti esperienza otterremo un “titolo” nuovo, che ci verrà proclamato dal prete che visiteremo per primo una volta passato un determinato scaglione di punti esperienza (aprendo il menu ci viene detto quale sia il successivo da raggiungere) e contemporaneamente il gioco registrerà una sorta di checkpoint. Morendo ripartiremo dall’ultima chiesa visitata e con gli stessi punti esperienza. Se poi, saggiamente, decidessimo di parlare una seconda volta col prete questi ci rilascerà anche una password (da segnare sul nostro bel taccuino), in seguito indispensabile per recuperare il personaggio con l’inventario al completo, il minimo dei punti esperienza del livello raggiunto ed un ammontare di soldi prestabilito.
Questo è il punto di svolta.
Oltre ad avere l’inventario salvato, l’ammontare di soldi che ci verrà donato ogni volta che caricheremo il gioco è un elemento nuovo nel panorama retroludico, capace di portarci a strategie varie in merito all’acquisto dei consumabili.

Mi compro 4 pozioni di cura e un paio di stivali alati?
Bon proviamoci, male che vada la prossima volta che carico investo diversamente i soldi.
I Dungeon sono vari e non si ha idea di cosa ci aspetti ma lo stile è quello degli action adventure quindi imparare come affrontare determinati nemici è la sfida, mentre l’esplorazione è la libidine!

GRAFICA E SONORO
Vi piacciono i pixels? Le musichette ad 8 bit? Se la risposta è sì ad entrambe le domande andrete matti per come il comparto tecnico del NES è stato sfruttato in Faxanadu. Colonna sonora assuefacente ed un uso delle grafiche mediamente ben fatto, con pure alcuni tocchi di stile in certi ambienti, mentre in altri….ok, non ce la faccio a difendere in toto la grafica. Sia chiaro, è generalmente di buon livello ma in certi frangenti stai lì a chiederti “cosa dovrebbe essere quella cosa?”

LONGEVITÀ
Più che buona. Se da un lato, scegliendo i giusti punti in cui accumulare punti esperienza, si può raggiungere il livello massimo abbastanza in fretta, dall’altro essendo un action-rpg il talento del giocatore non va mai in secondo piano e l’esplorazione fa da vero motore degli eventi. La prima volta ci impiegherete parecchie ore a finirlo, sia perché non è affatto scontato capire come proseguire in certe fasi del gioco, sia perché comprendere come si affrontano i nemici è parte integrante del processo di crescita (del giocatore più che del personaggio).
Qualcuno lo ha paragonato a Dark Souls, definendolo come un antenato apocrifo.
Quel qualcuno è meno coglione di quel che vi potreste immaginare.

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO
A dispetto della sua scarsa celebrità, Faxanadu è ben reperibile. La cartuccia loose per Nes sta a meno di 10€ mentre in versione completa triplicate. Il vantaggio è che Nintendo ha pensato bene di riproporre il titolo su altri suoi device, motivo per cui se avete una Wii, una WiiU o un 3DS (non ho idea di cosa siano queste console ma fate finta che esistano) potete recuperarlo dalla Virtual Console.
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* Starfox ha acquistato Faxanadu da Alessio Brunetti, *
* solo su: la Torre di Neltharion (Facebook). *
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CONCLUDENDO
Top 10 per NES? Se amate gli action RPG sicuro, senza manco pensarci un attimo. Faxanadu è un gioiellino divertente, equilibrato e coinvolgente, ma soprattutto ingiustamente relegato a titolo di nicchia da una serie di fattori che magari ho fatto convogliare nel terribile nome ma sono aperto alle vostre ipotesi alternative.
Citazione:
Hidden gem at his best! (Satanacchia)
Una risposta a "FAXANADU (Nes)"