Il coming out di Winona Raiden
Italia – Marzo 2020
Qui è Winona Raiden che scrive, con l’intenzione di lasciare ai posteri la testimonianza di una pandemia gravissima che potrebbe cambiare per sempre il mondo che conosciamo. Stranamente, sembra che i retrogamer siano i più colpiti dagli effetti nefasti di questo virus.
“Ma come, non eravate felici di stare chiusi in casa?” Certo, infatti non mi riferisco al temibile COVID-19 anzi, sono davvero euforica per questa quarantena forzata!
Ciò di cui parlo è una malattia ben più temibile, che non si combatte a colpi di Amuchina e che, subdolamente, utilizza ciò che più amiamo per infiltrarsi nel nostro organismo in maniera asintomatica.
I più acuti di voi, quelli che ancora non sono stati totalmente risucchiati dal gorgo, rimanendo lucidi, avranno già capito tutto dal titolo di questo spaccato di realtà: parlo infatti del mercato dei remake!
TRAMA
La trama di Resident Evil 2 (Remake, eh!) è sempre lei, proprio perché come vi dicevo la sindrome dei remake, che ha colpito in maniera trasversale tutto ciò che amiamo, sa come farsi riconoscere e accettare da quelli di noi che abbassano la guardia.
La CAPCOM diede, con Resident Evil 2, l’esempio di come costruire un gioco estremamente complesso, in cui la scelta tra due personaggi non era solo una strizzatina alle quote rosa ma si traduceva in vere differenze di gameplay e trama: non poteva certo buttare tutto a ramengo per qualche pixel in più!
E quindi eccoci di nuovo qui, a scegliere se vogliamo impersonare Leon Kennedy, l’apprendista più sfigato della storia, o Claire Redfield, la sorella che tutti vorremmo avere.
Come dicevo poco fa, non solo CAPCOM sfrutta al meglio quanto già fatto ma rilancia inserendo nuovi dettagli e marcando ulteriormente la differenza tra la storia di Leon e quella di Claire. Infatti, ognuno di loro interagirà in modo esclusivo con un personaggio secondario (l’affascinante Ada Wong nel caso di Leon e la piccola Sherry Birkin in quello di Claire), il quale avrà anche una sua sequenza da giocare in prima persona.
Sia Claire che Leon avranno poi il “piacere” di essere pedantemente inseguiti dal Tyrant, in grado di stendervi con un paio di pugni, ma solo Leon potrà levarsi il pensiero affrontandolo a fine gioco!

GAMEPLAY
Anche il gameplay rimane invariato, pur apportando ovviamente gli opportuni ammodernamenti.
Ci sono a disposizione tre livelli di difficoltà e, se avete giocato in passato ad almeno un titolo di Resident Evil, sarete tentati di scegliere la modalità hardcore, reclamizzata come “per veri esperti del survival”.
Beh, sappiate che molto probabilmente, come la sottoscritta, dovrete venire a patti col vostro orgoglio e fare un passo indietro assestandovi sulla media difficoltà (quella facile, con la salute che si rigenera da sola, è davvero troppo umiliante!). Infatti, la hardcore mode vi scatenerà contro zombie velocissimi in grado di finirvi con 3 colpi: facile che diventi frustrante se siete un po’ arrugginiti!

La mossa furba, da parte dei chimici CAPCOM per far sì che il virus denominato remake venisse assimilato dall’organismo dei retrogamer senza troppe riluttanze, è stata quella di non snaturare l’anima di RE2, ovvero il motore di enigmi che regge il gioco, la spasmodica e costante ricerca di oggetti chiave che permettono di sbloccare le fasi successive, e la carenza di munizioni e cure che ti lascia il perenne dubbio “Avrò fatto bene a sparare a quel nemico? Era davvero necessario?”.
Consiglio inoltre di tenere sempre gli occhi bene aperti perchè ogni sequenza di numeri e lettere, che si possono trovare anche nei luoghi più inaspettati, può rivelarsi utile per accedere a item importantissimi.
E se, dopo aver finito la trama principale con entrambe le combinazioni (Claire A + Leon B e Leon A + Claire B) non ne avrete ancora abbastanza, potrete accedere alle 4 storie dei Ghost Survivors: 4 personaggi che nel main game vediamo a malapena ma che qui diventano protagonisti di avventure persino più difficili di quella già affrontata (sì, se sarete bravi sbloccherete anche il mitico Tofu).

GRAFICA & SONORO
Parliamo di un remake uscito poco più di un anno fa, e si è giustamente deciso di sfruttare tutte le potenzialità che abbiamo attualmente per quanto riguarda la creazione di personaggi e ambienti estremamente realistici; per alcuni sarà un pregio, per i più retro-puristi (ché l’igiene è importante) potrebbe essere un contro, ma vi posso garantire che tutto il parterre di dettagli a disposizione di RE2 – REMAKE e la finitura patinata non tolgono nulla al carico di tensione e inquietudine che caratterizzano il titolo. Anzi, forse ci aiutano a immergerci ulteriormente in una Raccoon City piovosa, buia e popolata di persone che non presentereste a vostra nonna.

Stesso discorso vale per il sonoro, che potete comunque decidere (come ho fatto con enorme piacere) di impostare in modalità classica per tornare alle emozioni di un tempo.
LONGEVITÀ
Resident Evil 2 è uno tra i giochi più longevi proprio per sua natura, grazie appunto alla doppia trama, al sistema di ranking che vi spingerà a mettervi sempre alla prova per superare voi stessi e agli extra giocabili.
Come già accennato, il remake non tocca e non toglie nulla a questo aspetto, anzi lo fortifica inserendo anche alcune piccole missioni secondarie, come quella di trovare e distruggere tutti i pupazzi di Mr. Raccoon sparsi in giro!

CONCLUDENDO
Che dire, non posso fare altro che ammettere la realtà: sono stata infettata dal virus dei remake e forse il mio DNA è già mutato, ha già accettato la nuova condizione. D’altronde, noi esseri umani siamo strutturati per sopravvivere, ma anche per crogiolarci nella nostalgia e lasciarci comprare da tutto ciò che ci ricorda i bei tempi andati.
Io ve lo dico: un giorno che vi sentite particolarmente temerari e incuranti del pericolo, provate questo gioco. Forse non ve ne pentirete!
Una risposta a "RESIDENT EVIL 2 – REMAKE (2019)"