Uè animali! Siete già in giro per l’hinterland a cercare congiunti improbabili appellandovi a una discendenza interminabile che ha come antenato comune Shao Khan? Avete corretto il vostro caffettino di inizio fatturato con una generosa dose di soluzione alcolica igienizzante? Il vostro Vault casalingo vi sta ormai troppo stretto e non vedete l’ora di tornare tra i predoni della Zona Contaminata di Fallout 2020? Ocio però! Passare dalla movida alla covida è un attimo, quindi allacciate bene la vostra mascherina di insicurezza e leggetevi il seguito del primo capitolo (Phase I) della guida di sopravvivenza del nostro Crusty Cage: il retroamore ai tempi della Fase II’ Turbo! Taaac!
-Questa storia è di pura fantasia. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o persone realmente esistenti o esistite è puramente casuale. Fate i bravi e non fate casino che la situazione è delicata 😀 –

Fissavo la chat tutti i giorni. Ne conoscevo ogni sillaba, ogni proposizione, ogni verbo, ogni simbolo di punteggiatura. Ero affranto, spaesato e imprigionato in una gabbia a matriosca. Se fuori, un lockdown ci costringeva a restare chiusi in casa, la punizione inflittami dai miei genitori mi impediva di godere anche delle bellezze del mondo virtuale. Quella bravata al supermercato mi era costata cara, troppo cara. I miei genitori mi avevano staccato la rete internet, requisito il cellulare e proibito ogni svago (retro)ludico. Potevo usare il PC solo offline e per studiare.
Riguardai quelle ultime righe per la infinitesima volta. Erano così cariche di passione, così cariche di paura, così cariche di voglia di spaccare tutto:
POSITIVA_FOREVER: “Ascolta…Vediamoci all’ipermercato domani mattina. La spesa si può fare no? L’appuntamento sarà alla corsia dei biscotti alle 11 in punto. TVB ;).”
– COVID85:”!!!!!!!”
– COVID85:”Sono felice. Il primo appuntamento nella corsia dei biscotti di un ipermercato. Ci sarò. A domani. Non vedo l’ora di vederti. :*”
La mia giornata si divideva tra la più totale apatia, guardando un soffitto fatto di intonaco, vernice e tristezza e il sonno, dove non vi era lockdown o punizione che potesse impedirmi di rivederla. La sognavo tutte le notti. Quasi tutte le notti, perché anche l’astinenza da retrogaming si faceva sentire. Una volta sognai di essere sopra la canna della bici guidata del protagonista di Paperboy, mentre scappavamo da Spyro The Dragon che ci inseguiva a bordo di una GTO Gran Turismo. Fummo salvati da Johnny Cage a bordo di un Kart che, in perfetta spaccata, diede un pugno nei gioielli di famiglia al povero Spyro.

Una sera le cose cambiarono. Ero seduto a tavola in maniera scomposta, sguardo assente e giravo con la forchetta i due piselli che erano rimasti nel piatto. Le parole dei miei genitori, sempre arrabbiati e pronti a ricordare che io “ero quello che aveva distrutto un supermercato in piena pandemia”, entravano in un orecchio e uscivano dall’altro. Non li ascoltavo. Non rispondevo.
All’improvviso mio padre, allungando la mano verso mia madre ed emettendo un acuto “ssssh”, zittì l’ennesima ramanzina diretta al sottoscritto. Alla TV stava parlando il Presidente del Consiglio. Le sue parole furono il primo suono esterno che la mia mente captò e riuscì ad elaborare. Come un orso a primavera mi svegliai dal letargo e pronunciai delle parole: “La fase 2!!”
Ci fu concesso di uscire. Si poteva fare attività fisica e motoria. Si poteva prelevare il cibo d’asporto. Si potevano incontrare i propri congiunti. Si poteva fare ritorno alla propria residenza, ovunque essa fosse. Tutto il resto era confinato all’interno della regione in cui ci si trovava. Come un orso a primavera, che però si sveglia in pieno Gennaio, mangiai i due piselli, mi grattai e tornai nel mio torpore poiché la mia fase 1 non era terminata. L’unica cosa che veramente per me contava, era là fuori, così vicina ma così irraggiungibile.
I miei vecchi per un attimo si dimenticarono di me: erano un mix di entusiasmo per una ritrovata semi-libertà e del classico mood “non va mai bene niente”.
Mi ripresi e realizzai: dovevo assolutamente contattare POSITIVA_FOREVER per rivederci. Questa volta magari in un parco o lungo il corso dopo avere comprato un gelato (d’asporto si intende…). Di colpo, interruppi la discussione dei miei genitori.
– “Dovete assolutamente ridarmi internet. Ora. Subito. Mi serve!!! –
-”Stammi a sentire signorino! La tua punizione è ancora valida. Quella ci pensiamo noi a revocarla e non il Presidente del Consiglio. Chiaro?? – rispose mia madre con voce stridula
– “Voi non capite! Ho trovato la ragazza dei miei sogni: bella, intelligente, sensibile e anche nerd. E voi cosa fate? Mi impedite anche solo di spiegarle che se la sto ignorando è solo perché voi due avete un cuore di pietra?? Come se non bastasse il lockdown!! – risposi con gli occhi lucidi
Intervenne poi mio padre con tono severo e autoritario:
-”Non mancare di rispetto a me e a tua madre! Non credere che per te sia finita qui, l’hai fatta troppo grossa. Internet te lo scordi. Da domani, se vuoi avere ancora una speranza di tornare alle tue vecchie abitudini, uscirai e ti farai una corsa, invece di stare sempre davanti a quel monitor! E ora basta. Fila a letto!!”
-”Bravo! E’ pallido e inizia ad avere la pancia. Da domani esercizio fisico e studio. Poi se ne riparla! – rincarò mia madre.
Quella notte non riuscii a prendere sonno. Pianificai tutto nel dettaglio. Possibile che fossero così fessi? Gli Internet Point erano chiusi causa lockdown. Secondo i miei genitori internet lo avevo solo io come privato? Oppure erano convinti che fuori dallo schermo non avessi amici? In ogni caso avrei seguito il loro ordine e sarei andato a correre. Prima sessione: 12 Km, in salita, verso casa di Alucard.

Alucard era un “Melancholies” celebre, nerdissimo e appassionatissimo di videogiochi. Nella cerchia dei cultori del retrogaming, Alucard era conosciutissimo perché riusciva a finire un botto di giochi impossibili senza mai continuare.
Nella sua genialità era però un tipo fuori di testa. Si pensi che, una sera di qualche mese fa, la città era avvolta da una nebbia veramente fitta. Lui era ad un Lan Party a casa di alcuni amici, noti nel circolo nerd di retrogaming e amanti del medioevo e di tutte le rievocazioni ad esso collegate. Quella sera scorrevano litri di idromele DIY invecchiato e il nostro Alucard, tra uno sparatutto e l’altro, se ne scolò una quantità tale da mandare in collasso un cavallo. Quando beveva diventava imprevedibile e paranoico ed essere nel periodo “survival horror” complicò notevolmente la faccenda. Fatto sta, dopo avere osservato la nebbia fuori dalla finestra per qualche minuto, afferrò una vecchia radio capace solo di produrre rumore bianco e scappò di corsa in strada. Lo ritrovarono a notte fonda, sbronzo marcio, in mezzo alla piazza della città e avvolto nella foschia più fitta, mentre urlava al vento di chiamarsi Harry Mason e chiedendo se qualcuno avesse visto sua figlia Cheryl.
Lo conoscevo dai tempi della scuola superiore ed era il contatto fisico più fidato e vicino a casa mia, l’unico che poteva fornirmi un PC ed una banda larga per superare questi dannati vincoli fisici e parentali.
Arrivai sotto casa di Alucard quasi esanime e sudato fradicio. Noi nerd non siamo famosi per la prestanza fisica. Avevo camminato per buona parte del tempo ma di buona lena, poiché se fossi rincasato a notte fonda sarebbero stati dolori. Giunsi sotto la sua finestra e lanciai un sassolino contro la persiana. Nulla. Altro sassolino, due sassolini, manciata di sassolini. Finalmente la finestra si aprii, si affacciò e mi guardò, con i suoi capelli corvini arruffati e il suo solito sguardo spiritato.
– “Chi va là! Parola d’ordine!!” – Esclamò con autorità
-”Parola d’ordine di tua nonna… annnf annnf… devi farmi entrare, ho assolutamente bisogno di usare un computer”
-”Parola d’ordine!!” – Ribadì con tono fermo
-”Ma che cazzo dici??? Annnf Annnf…” – risposi stizzito
-”PAROLA D’ORDINE!!” – Urlò
Non ne avevo idea. Sto pazzo stava però urlando e, considerando che fino a ieri eravamo reclusi in casa, cercai di evitare di produrre troppo baccano.
-“Un codice di culto per i retrogamer? Pensa, pensa. Va bene! Ci sono. Ci provo!” – Lo guardai negli occhi e recitai scandito -”SU SU GIU GIU SINISTRA DESTRA SINISTRA DESTRA B A”
-”30 vite per te amico mio!! Ti avrei aperto in ogni caso ma apprezzo tantissimo! Sali! I miei sono usciti per una passeggiata”
Mi misi la mascherina e, senza dare troppo nell’occhio, entrai a casa di Alucard. Non ero un suo congiunto ma mi sentivo più legato a lui che a tanti parenti. Il sangue non lo scegli, l’amicizia sì. Spesso non ci si pensa, ma iniziare la giornata scegliendo chi ascoltare, con chi confidarsi, con chi scherzare e con chi piangere è un atto veramente libero e potente.
Salii le scale di casa di Alucard e lo trovai in piedi sul pianerottolo di casa, munito di mascherina e guanti, appoggiato da un lato contro il muro e con le braccia conserte, testa inclinata sulla spalla, sorrisino furbetto e gambe accavallate. Indossava una maglietta di una conferenza sul Java di inizio anni 2000, dei calzoni corti da basket e nei piedi un paio di vecchie scarpe da ginnastica da cui spuntavano delle orrende calze di spugna bianche. Teneva gli occhiali leggermente sporgenti sul naso per evitare l’effetto “Silent Hill” sulle lenti ogni volta che respirava.
-”COVID85. Un nome una garanzia. Tempi duri per quelli con un nick come il tuo! Siccome mi fa brutto chiamarti così in sto periodo, ti chiamerò Snake! Dimmi un po’, cosa ti porta dal tuo amico Alucard a 16 ore dalla fine del lockdown e addirittura in tenuta sportiva? Qualcosa mi dice che tu non sia qui per vedermi finire Contra senza perdere neanche una vita.”
-”Sebbene ritenga questa tua impresa degna di una medaglia conferita direttamente dalla Principessa Leia, sono qui per chiederti di usare il PC ed internet. I miei genitori me lo hanno staccato e tutti gli Internet Point sono chiusi per sto cavolo di virus. Devo chattare assolutamente con due occhi azzurri bellissimi.”
-”Uh uh” – Disse Alucard – “Per caso parli di POSITIVA_FOREVER? La vedo ogni tanto nelle stanze. Non ti nascondo che ti ha cercato spesso dopo il casino che avete combinato al supermercato. Poi ha smesso, si fa vedere poco, quasi niente.”
-”Cazzo!!” – Esclamai – “Che rabbia!! Sparire così! Ti prego fammi chattare.”
-”Ok Snake, ma ad una condizione” – disse serio – “Appena i miei saranno di ritorno, ti fiondi fuori di casa alla velocità della luce. Chiaro?? In confronto Sonic deve sembrare una lumaca.”
-”Ok Alucard. Affare fatto!!” Gli risposti facendo un inchino a debita distanza.
Camera sua era la perfetta stanza di un nerd: PC con 3 schermi (di cui 1 a tubo catodico), decine di console, poster, impianto audio, groviglio impossibile da scogliere di cavi tra cui spuntavano anche attacchi COM, sedia ergonomica, fumetti, floppy, CD, action figures di anime e videogiochi, tracce di patatine sulla tastiera, una bottiglia di bibita zuccherata sulla scrivania e un pupazzetto del pinguino di Linux con la testa molleggiata che ondeggiava a destra e sinistra. In un angolo alcuni dischi di colonne sonore di videogiochi in versione Metal nipponico.
Mi disinfettò il PC prima di farmelo usare. Procedetti quindi a fare logout nella chat e mi autenticai con il mio utente.
Appena entrai nelle stanze, fui assalito dai messaggi. Chiunque mi avesse conosciuto, mi iniziò a chiedere che fine avessi fatto. L’unica persona però con cui avrei voluto parlare, era assente.
Passarono due ore e di POSITIVA_FOREVER neanche l’ombra. Stavo per disconnettermi, quando apparve. Una scossa mi colpì la schiena, lo stomaco si contrasse e il cuore mi batté in gola. Non era più tempo di fare il classico rito di “vediamo chi si contatta per primo”. Aprii una chat privata e le scrissi di getto:
-COVID85: ”Ciao Positiva. Ti chiedo xdono x essere sparito ma è successo 1 casino incredibile. Ti prego risp asap. Sono da 1 amico e posso stare poco al PC :’(”

Passarono infiniti e interminabili minuti. Premetti il tasto F5 con una tale foga, che in una gara dei 100 metri a Track&Field avrei potuto fare il WR. Alucard mi guardava, palesemente irritato e a distanza, sfasciare la sua tastiera. Il mio cuore ebbe un sussulto quando vidi apparire il seguente messaggio:
-CHATBOT:”Your messagge cannot be deliverd. The user POSITIVA_FOREVER has blocked you-
Riprovai. Dopo un po’ di tempo rispose nuovamente il CHATBOT. Iniziai a singhiozzare come una femminuccia, scuotendo la testa e ripetendomi che non potesse essere possibile. Alucard vide la scena da lontano e intervenne:
– Snake ascolta. C’è un modo per aggirare il CHATBOT e recapitare il messaggio. Ti avverto non è facile, possiamo provarci una volta sola probabilmente e tu mi devi aiutare. Questa chat è retro ma il motore in background è moderno e sofisticato. Ti avviso anche che non è legale e dobbiamo usare il PC fisso. Ci stai? –
Non avevo nulla da perdere – “Certo Alucard, procediamo”
Ben attenti alla vestizione della mascherina, ci sedemmo uno di fianco all’altro, mantenendo sempre almeno il metro di distanza. Alucard aprì dei forum di hacker con domini assurdi, ospitati su server collocati in chissà quale landa sperduta del mondo.

I forum erano stati un culto, l’ultimo punto di condivisione virtuale dove il contenuto era tutto e dove tu, individuo iscritto all’anagrafe e al fisco, eri un nickname, un avatar e una firma a fine post. Niente scrolling annoiato, niente pollicioni o un contatore di “Like”, ma solo passione e contenuti. In tendenza del tutto opposta ad ora, sceglievi chi volevi essere e lo dovevi raccontare con le parole. Era una forma di libertà totale, un gioco di ruolo a cavallo tra realtà e fantasia, uno spezzare le catene che qualcuno ti aveva imposto dandoti anche solo un nome di battesimo.
Come non citare poi i raduni. Ogni forum aveva il suo organizzatore che tirava le file e organizzava l’incontro reale tra i membri. Si parla di occasioni magiche e precedute spesso da notti insonni per l’emozione. Scoprivi che esistevano dei volti e finalmente i bit si trasformavano in carne e sangue. Nei raduni con molti partecipanti, era usanza appendersi una targhetta alla giacca con impresso il proprio nickname. Nel punto concordato di incontro, vi era sempre il famoso organizzatore con un foglio A0 riportante il nome del forum, scritto malissimo e rigorosamente a mano con il pennarello: le prime lettere erano sempre enormi, le ultime in font 10 causa spazio terminato.
In questi momenti preziosi conoscevi finalmente la persona con cui ti confidavi in pvt, colei/colui che ti piaceva e “cavolo sì! E’ bella/o veramente”, colei/colui che ti piaceva e “mmm, cavolo se viene bene in foto”, colei/colui con cui avevi prodotto 1TB di chat ma con cui dal vivo erano solo sguardi imbarazzati e timidi visi paonazzi. Come non citare poi il sempre presente leone da tastiera ed agnellino nella vita (sempre se ci fosse venuto al raduno…), l’introverso filosofo, il punk, il metallaro, lo spaccone in canotta a Dicembre, il morto di figa, il comunista, il nazista ecc. I pranzi economici al fast food oppure al sacco sulle scalinate di una piazza. Si può andare avanti per ore. Ma che ne sanno i 2000!
– Ok Snake! Ho trovato i codici, li cambiano di continuo. Ora apro il programma per forzare il sistema. Stai in campana! –
Aprii una shell rigorosamente a riga di comando. Scriveva veloce come un treno e copiava stringhe esadecimali lunghissime. Mi spiegò che tutto sto casino serviva in pratica per portare un fottuto bit da 1 a 0 e impedire che il sistema bloccasse il mio messaggio verso POSITIVA_FOREVER.
-Ok Snake sono dentro. Ora inizio un attacco a forza bruta per l’ultimo blocco. Incrocia le dita. Si parte!!” – premette INVIO un po’ eccitato.
La shell a caratteri iniziò a produrre un output frenetico e incomprensibile, tipo Matrix. Alucard mi spiegò che questo ultimo passaggio non era sincrono e che inoltre avremmo potuto essere scoperti dai controlli di sicurezza della chat. In pratica, poteva andare bene oppure poteva andare male ma non avremmo mai avuto una risposta immediata. Mi fece capire che più tentativi si facevano, più alta era la probabilità dello sblocco. All’improvviso la shell a caratteri iniziò a produrre strane interferenze. L’output si sospese. Alucard si girò di scatto verso di me e urlò:”
– CI STANNO TRACCIANDO, STACCA, STACCA… STACCA !!!-
Staccai la spina del PC fisso, che ovviamente si spense. Nell’atto feci cadere a terra alcuni giornalini di Topolino e di Iron Man.

– Fiuuu! Snake, mamma mia! Ero oscurato e abbiamo staccato subito quindi non risaliranno mai a me. Più che altro ora cambieranno i codici e fino a domani non se ne parla. Prova a rimandare un messaggio alla ragazza. Se il CHATBOT non ti risponde, significa che ce l’abbiamo fatta. In tutto ciò, devi poi sperare che lei non ti blocchi nuovamente, ma a quel punto ti servirebbe un consulente matrimoniale e non un hacker” – Disse Alucard dandomi il gomito. Era un po’ come darsi il cinque, ma in versione pandemia.
Provai a mandare il messaggio a POSITIVA_FOREVER e Il BOT non rispose. Quel pazzo di Alucard ce l’aveva fatta! Il mio entusiasmo però si spense in fretta: anche i geni hanno i loro punti deboli.
-”Ok Snake. Game Over. Siamo arrivati al Metal Gear ma non potrai salvare Meryl. I miei stanno tornando e se ti trovano qua mi ammazzano. Cerca di salvare almeno Otacon. See you next time.”
-”Eh no cavolo!!” – urlai, sbattendo i pugni sul tavolo così forte che la bottiglia di bibita zuccherata quasi si ribaltò – “Ho corso 12 Km, abbiamo forzato un sito illegalmente, finalmente sono riuscito a scriverle e ora che l’ho trovata non me ne andrò via! Non senza prima averle spiegato tutto e averle illustrato il mio piano per rivederci!!”
-”Mi dispiace amico, ma ti ripeto per l’ennesima volta che se i miei ti trovano qui, sono dolori che nemmeno il livello del Tecnodromo in Teenage Mutant Ninja Turtles”
-”Alucard ti prego. Fallo per me. Sono distrutto” – Lo implorai con voce strozzata.
-”Negativo Snake”- Rispose glaciale.
-”OK. Chiudi gli occhi. Fai finta che io sia il cavaliere Arthur e che debba salvare la mia principessa dal demone Astaroth. Te lo ricordi quel caldo pomeriggio di tanti anni fa? Ti ricordi quando, dopo infinite imprecazioni, scoprimmo che avremmo dovuto ripartire da capo? Vuoi che io riviva quella sensazione?” – dissi con occhi cucciolosi, sapendo bene che Alucard non avrebbe potuto sopportare tali richiami.
-”Dannato bastardo. Riapri ferite profonde” – disse sorridendo e con le braccia conserte – “Fai una roba. Mettiti con il portatile sotto il letto. Guai a te se fai rumore. Guai a te se parli. Appena i miei genitori se ne andranno a letto, te la svigni come il ninja di Tenchu. Chiaro??”
Mi misi in religioso silenzio sotto il letto con il suo PC portatile. Digitavo le lettere pianissimo e respiravo lentamente e con attenzione. La polvere mi solleticava il naso, ma dovevo cercare assolutamente di non starnutire. L’unica risata soffocata mi uscii quando sentii i genitori di Alucard dire “UGOOO, SIAMO A CASA”. L’ho sempre chiamato Alucard. Non so, mi ha fatto ridere.
Passarono decine di minuti e POSITIVA_FOREVER era ancora online ma non ricevetti alcuna risposta. Il blocco era stato realmente rimosso? Per una volta, avrei tanto apprezzato quelle ansiogene e moderne spunte blu. Volevo urlare, spaccare qualcosa, ma non potevo neanche sussurrare. Passarono le ore. Niente. Lei sempre online e il silenzio regnava sovrano nella nostra stanza privata. Ad un certo punto Alucard tornò in camera:
-”Ehi Snake” – sussurrò Alucard da sopra il letto.
-”Dimmi Ugo” – Risposi io.
-”Non fare lo stronzo. I miei ci tenevano a darmi il nome di mio bisnonno. Piuttosto, te ne vai?”
-”No. Non prima di averla sentita!!” – replicai deciso.
-”Io credo che tu sia pazzo e detto da me fa molto ridere. I tuoi genitori ti avranno già denunciato ai Carabinieri”
-”Cazzo, i miei genitori!! Devi chiamarli e dirgli che sono qui. Meglio una punizione che tornare scortato dai Carabinieri. I miei ti conoscono, si fideranno!”
-”Non esiste! Sono fatti tuoi” – Rispose scandendo le parole.
-”No. Sono fatti anche tuoi, perché se non lo fai, io urlo” – Replicai.
-”Non ne avresti mai il coraggio” – Rincarò con tono di sfida.
-”AAAAAAAAAAA!!!!” – Urlai a pieni polmoni.
Un paio di secondi di silenzio. Un paio di secondi di terrore.
-””UGOOOOO!! CHE SUCCEDE!!” – Si sentii dall’altra parte della casa.
-”Niente mamma, niente… ho perso all’ultimo boss di Ninja Gaiden quando gli restava un solo punto vita” – Disse balbettando.
-”Te li butto quei giochi!! Giuro!! Vai a letto e zitto! Domani te ne vai a fare una corsa, così te la smetti di passare le giornate davanti a un monitor! E fatti pure una doccia, che da camera tua esce un odore di sudore stagnato che pare un porcile!”
Secondi di imbarazzante silenzio

-”Ok… Ok… tu sei un pazzo criminale, che entra illegalmente in casa mia a 16 ore dalla fine del lockdown, sudato fradicio, mi si piazza sotto il letto, mi scrocca internet, mi obbliga a forzare un sistema violando chissà quante leggi, urla e vuole che io chiami i suoi genitori per dirgli che è qui. Giusto?” – Disse con tono stranamente calmo.
-”Si amico mio. Giuro che finita questa pandemia andiamo io e te in Giappone tre settimane. Pago io con non so quali soldi. Però fammi questo ulteriore favore” – Gli chiesi con voce strozzata.
-”Ok Snake, ma lo faccio solo perché voglio che sta storia finisca. Sia che si tratti di un happy ending o di un sad ending, ti prenderò a calci nel culo come nemmeno in Virtua Striker quando tiravi dalla difesa e riuscivi a fare goal”.

Se ne andò giù, dicendo ai genitori che andava in cucina per bere. Tornò dopo qualche minuto.
-”Snake, credo che non dovrò nemmeno sporcarmi le mani visto che ti ammazzeranno i tuoi genitori. Per ora però, tutto a posto, anzi, erano sollevati nel saperti in un luogo sicuro. Gli ho dovuto spiegare brevemente il problema eh, sappilo. Io vado a dormire. Sempre che riesca a dormire con te sotto il letto che puzzi come una latrina” – disse bisbigliando ed allungandomi dei biscotti e una bottiglietta di acqua.
-”Che figura di merda. Ok Alucard. Grazie, sei un vero amico. Buonanotte” – Risposi con gratitudine e gli diedi il gomito.
Passai delle ore in quella oscurità accecante, avvolto da un silenzio frastornante e davanti a quella pagina che non si aggiornava mai. Mangiai di buon gusto i biscotti ma evitai di bere troppo per non dover andare in bagno. Ogni 20 minuti le scrivevo la stessa frase, sia per controllare che il CHATBOT non rispondesse più, sia per farle capire che ero determinato e che non mi sarei arreso.
-COVID85:”Sono ancora qui. Sotto 1 letto di una casa nn mia, con un nerd sopra che russa e nn me ne andrò finché nn mi risp”
Verso le 3:45 del mattino, lei rispose.
-POSITIVA_FOREVER:”Ti giuro. Una parte di me sta piangendo di gioia, l’altra di dolore. Non so come tu abbia fatto ad aggirare il blocco ma hai 10 minuti per raccontarmi tutto. Sii convincente xchè nn avrai 1 2a possibilità”
Panico e amore facevano una scampagnata a braccetto nel mio cervello. Raccolsi le energie e risposi.
-COVID85:”I miei genitori, dopo il casino del supermercato mi hanno tagliato internet e nn mi hanno + xmesso di uscire, nemmeno x la spesa :’(. Oggi mi hanno obbligato ad andare a correre. Mi sono piombato a casa di Alucard x usare la sua connessione. Sono ancora sotto il suo letto, lui russa sopra di me e di là ci sono i suoi genitori che dormono. I miei genitori mi aspettano a casa incazzati neri. Per il blocco lasciamo perdere :P. Ma adesso nn me ne frega più di nulla. Voglio rivederti :*”
-POSITIVA_FOREVER:”ho sofferto tantissimo. Sono piombata dall’estasi alla dannazione. Mi viene da piangere!!”
-COVID85:”Non piangere. So come farti ridere. Sai come si chiama Alucard?? Ugo!!! XD XD XD”
-POSITIVA_FORVER:”AHAHAHAHAH… Fantastico XD… LOL, ROFL!!… cmq, torniamo seri. Sono molto arrabbiata con te.”
-COVID85:”Ti giuro nn è stata colpa mia. Ho sofferto anche io come 1 cane. Ti prego vediamoci. Domani al parco, lungo il corso, in piazza, sottoterra, dove vuoi, ma vediamoci!! –
-POSITIVA_FOREVER:”Covid… anche volendo, c’è 1 grosso problema. Causa motivi urgenti siamo dovuti rientrare a casa dei genitori di mia madre, a 30 Km dal confine di regione. Sono fuori regione Covid!!!
-COVID85:”WTF!!! Come sei fuori regione!!?!? Ma è possibile che appena la legge fa 1 passo verso di noi, noi riusciamo a farne 2 per allontanarci da lei?”
-POSITIVA_FOREVER:”Non è colpa mia Covid te lo giuro. Volevo avvisarti ma eri sparito!!”
-COVID85:”Ok vai trenx. Fammi ragionare. Rimani online. Trovo 1 soluzione. La 1a volta l’hai trovata tu, ora tocca a me!”
Pensai qualche minuto e finalmente ebbi un’idea.
-COVID85:”Ascolta. Forse i miei mi avranno già spellato e messo sotto sale, ma sabato ti propongo di vederci al confine di regione, sulla vecchia strada statale, alle 11. Tu starai dalla tua parte, io dalla mia. Ti va?”
-POSITIVA_FOREVER:”….”
Passarono alcuni interminabili minuti.
-POSITIVA_FOREVER:”Ok Covid. Il secondo appuntamento in 1 confine di regione. Ci sarò. A sabato. Cmq nonostante tutto, nn vedo l’ora di vederti :*. Ti prego nn deludermi.”
Si disconnesse subito, senza aggiungere altro e non ci scrivemmo più per tutta notte. Non era però momento da ragionamenti profondi, dovevo andarmene da qui e trovare un modo per arrivare al confine di regione che distava almeno 50 Km. Aspettai le prime luci dell’alba e non appena vidi il sole filtrare tra le persiane, svegliai Alucard.
-”Ehi!!! Ehi!!!” – Dissi a bassa voce battendo sotto il letto.
-”Mmmm!!Mmmm! Dannato Astaroth, lascia stare il mio amico!” – Rispose Alucard.
-”Svegliati nerd bruciato. Fammi andare via. Tutto a posto!!” – Replicai.
-”Mmm!!!… Oh cavolo… è vero che te sei li sotto. Sì, meglio che tu te ne vada subito prima che ti uccida.”
Feci prima di tutto un salto veloce in bagno e poi, con passo furtivo, ci avvicinammo alla porta, dove salutai il mio amico con un inchino e mi diressi verso casa. Mi godetti l’aria frizzante del mattino e una nuova radiosa alba di fase 2: era solo l’inizio del livello, il Boss doveva ancora arrivare.
A casa ci fu una scenata degna delle peggiori telenovelas di serie B. Presi anche qualche sberla, urli a profusione e minacce di ogni tipo, tra cui anche quella di creare un lockdown ad-hoc per me. Non mi importava nulla, Sabato sarei andato al confine di regione. Provai anche a chiedere di accompagnarmi a trovare parenti di infinitesimo grado che ricordavo abitare vicino al confine ma, tra chi era morto da anni e chi non esisteva proprio, feci solo incavolare di più i miei genitori. Iniziai quindi uno sciopero della fame e della sete come ultimo disperato tentativo.
Verso sera mio padre venne in camera. Si chiuse la porta alle spalle e iniziò ad urlare e a rimproverarmi. Vedevo in lui però quasi uno sforzo, come se stesse recitando una parte. In seguito si avvicinò e mi diede, con fare furtivo, del pane e del latte. E giù ancora urli. Mi disse poi che lui aveva capito e che avrebbe convinto la mamma a farmi uscire sabato. E giù ancora urli. Mi disse che non aveva mai avuto dubbi sulla mia tenacia e che mi mandò fuori a correre proprio perché trovassi una soluzione al mio dilemma. Ancora urli. Infine mi confessò che non aveva potuto darmi internet per “delicatissime questioni politico-domestiche”. Imprecazioni varie. Mi diede un bacio sulla fronte e, come il miglior attore che passa dall’euforia al pianto in uno schioccar di dita, concluse la sua predica urlando che ero solo un testa di cavolo e se ne tornò in sala sbattendo la porta.
Sabato mattina mi svegliai presto ed uscii dalla mia camera. I miei genitori mi aspettavano in sala, seduti sul divano. Mia madre mi diede un zaino con dentro qualche panino e dell’acqua, mio padre si offrì di accompagnarmi. Accettai, ma alla sola condizione che mi lasciasse prima e stesse lontano, un po’ come quando mi portava in discoteca la domenica pomeriggio a 14 anni. Abbracciai mia madre, dissi ad entrambi che volevo loro bene ed uscii di casa insieme a mio padre. Ci sono congiunti e congiunti e alcuni, in fondo, sono veri amici.
La vecchia statale era tortuosa e immersa nelle campagne. Causa lockdown, erano mesi che non la percorrevo e di colpo cancellai dalla mia mente l’immagine della natura morta e secca e impressi quella di una repentina tarda primavera, dipinta con mille colori, rigogliosa e popolata da insetti avidi di polline. All’orizzonte e in pieno stacco con l’azzurro cielo si imponevano le montagne, anch’esse non più secche ed innevate ma lussureggianti e maestose. A bordo strada ammassi di “lana” di pioppo ricordavano strati di neve, la stessa neve che vi era quando fummo chiusi in casa. Tirai giù in finestrino e respirai con gli occhi chiusi: mi sentii libero come non mai, nonostante avessi imposti molti più vincoli di prima e sebbene nulla fosse ancora chiaro. Mi resi conto di quanto spesso avessi ignorato tutto quello che, ogni giorno, il mondo mi avrebbe potuto offrire. La battaglia non era finita, le incognite erano tante e la guardia non andava abbassata. In quel momento però, tutto mi sembrava perfetto.
Quel polline di pioppo che schizzava in aria senza ordine e metodo al passaggio della macchina, ricordava la fredda neve ma allo stesso tempo era cornice di rinascita. Non dovevo rinnegare nulla. Ogni mia scelta, anche la più infelice, aveva plasmato il mio presente e mi aveva insegnato qualcosa, portandomi ad essere qui. Ora.
Arrivammo davanti al punto concordato con un discreto anticipo. Con mia sorpresa, eravamo tanti ma ben disciplinati e distanti: alcuni congiunti, altri amici, altri semplici innamorati. Una macchina dei Carabinieri ogni tanto passava per controllare la situazione e una struttura in metallo a trame fini separava le due regioni. Salutai mio padre, uscii dalla macchina e mi diressi a piedi verso il confine.
La mia principessa non si fece attendere tanto. Arrivò a piedi, quindi doveva essere stata accompagnata anche lei. I capelli biondi e ricci erano mossi dal vento, il suo portamento elegantissimo e riuscivo a rivedere i suoi bellissimi occhi. Non appena ci vedemmo, iniziammo a correre uno verso l’altra, in direzione della separazione metallica, ben attenti a non innescare la miccia che aveva fatto esplodere la bomba al supermercato.
Arrivammo alla barriera, ci guardavamo negli occhi e finalmente potemmo parlare uno di fronte all’altra, intrecciando le nostre dita attraverso la fitta struttura di ferro.
Quel momento idilliaco fu però interrotto dal padre di POSITIVA_FOREVER, un bestione alto almeno 1 metro a 90, che arrivò da dietro con passo spedito, occhi fermi e fare minaccioso:
– “Ah. Finalmente ti vedo. Per colpa tua mia figlia ha rischiato una denuncia lo sai? Ho deciso di prestarmi come accompagnatore per poterti guardare negli occhi e dirti che se provi ancora ad importunare mia figlia per te sono guai. Hai capito!!” – Mi urlò contro. Il suono ovattato delle parole era dovuto alla pesante mascherina FFP3 che indossava.
– “Papà!! Ti avevo detto di stare lontano! Mi avevi promesso che non avresti interferito! COVID ti prego scusalo! – Disse POSITIVA_FOREVER quasi in lacrime
-”Bene. Salutatevi. E’ l’ultima volta che vi vedete. E ora signorina torna in macchina!!” –
Una voce arrivò poi alle mie spalle.
-”Mi scusi lei. Ma dove sta scritto che la colpa di tutto quello che successe è di mio figlio? Il mio bambino è un ragazzo per bene! Guai a lei se si permette ancora di rivolgersi a lui con quel tono!” – tuonò mio padre
-”Abbiamo chiamato la cavalleria pesante eh?? Ragazzo senza attributi. Evidentemente tale padre, tale figlio” – rispose fissando con occhi di sfida mio padre
-”Invece sua figlia è tanto graziosa e carina. Sicuro sia sua?” – rispose mio padre con fare strafottente. Lo amai!
-”Ma come si permette!! Io la denuncio!!”- minacciò il padre di POSITIVA_FOREVER.
Iniziò un alterco senza esclusione di colpi. Due generazioni ed una gabbia di ferro: una si insultava, l’altra si amava. Io e POSITIVA_FOREVER ci guardammo negli occhi e tutto quel chiasso svanii, come quel giorno al supermercato.
Sempre come il nostro primo incontro, non mancò la classica dose di “benzina sul fuoco”. La storia del supermercato era diventata virale e scoprimmo di essere diventati dei vip! Addirittura la gente sapeva anche i nostri nickname!! Probabilmente quel giorno, qualcuno che conosceva i nostri veri volti ci vide, oppure POSITIVA_FOREVER, cercandomi nelle stanze della chat, aveva innescato qualcosa.
Iniziò così attorno a noi un vociare sempre più forte, finché nell’aria non si sentivano solo che le parole “COVID” e “POSITIVA”.
-”Guarda quello è COVID85”
-”Ma quella non quella ragazza del supermercato? “POSITIVA qualcosa”?”
-”Chi ha il COVID scusate?”
-”Chi è positivo ed è uscita di casa, oh raga!!!”
-”Noo ma che storia, è COVID85!! Devo farmi un selfie!!!”
-”Hanno il COVID in 85?!?!?! Ma siamo pazzi!! Ragazzi ma ci rinchiudono di nuovo!!!”
-”No gente, io sento tutti parlare di qualcuno positivo. Qui bisogna andarcene”
-”Chi è quello che è uscito positivo!! Lo dica!! Dobbiamo sapere!!!”
Scoppiò di nuovo una baraonda: molti scapparono e altri si avvicinarono a noi per farsi selfie o per fare domande. Un ragazzo mi chiese persino l’autografo e uno provò pure ad allungare una mano su POSITIVA_FORVER. Questa situazione confusa, unita alla guerra tra famiglie in corso, sfociò in un casino incredibile che fece crollare la separazione metallica tra le due regioni.
Afferrai per mano POSITIVA_FOREVER e scappammo verso il bosco. Mentre mi allontanavo, vedevo i nostri padri affrontarsi a muso duro senza più nulla che potesse contenerli.
Corremmo per almeno 10 minuti. Lontani da tutto quel trambusto, ci fermammo sotto una quercia dove, avvolti dai colori, da suoni e dai profumi del bosco, potemmo finalmente stare insieme in serenità.
Aspettammo parecchio tempo prima di tornare verso il confine. Quando vi giungemmo la situazione si era notevolmente calmata e la gente era sensibilmente diminuita. I nostri genitori erano in piedi, distanziati e sereni, che discutevano con i Carabinieri.
Non appena ci videro ci corsero incontro urlando di gioia, come se stessimo tornando da una guerra. Spiegarono ai Carabinieri che eravamo noi i figli che avevano perso in quella baraonda, che le famiglie erano amiche da una vita e si scusarono per quanto successo, che ogni buon padre deve difendere il proprio figlio, soprattutto in un momento delicato come questo.
Per fortuna la questione si chiuse con una tirata d’orecchie e una multa amministrativa. Salutammo POSITIVA_FOREVER e suo padre, come se veramente fossimo amici di lunga data e tornammo verso la macchina.
Non appena fummo partiti domandai a mio padre:
-”Ma dimmi un po’. Mi spieghi perché siete passati da volervi ammazzare e denunciare, a diventare come amici di lunga data?” –
-”Vedi figliolo” – Rispose sorridendo e lanciandomi uno sguardo -”Questa volta voi due non avete fatto nulla. Il padre della tua “amica” mi ha minacciato di sporgere querela, che tradotto significherebbe informare tua madre di sto guaio. Gli ho risposto che avrei fatto altrettanto. Vedervi poi correre felici in lontananza ci ha aiutato a rivedere i nostri piani, ma, se devo essere onesto con il sangue del mio sangue, querela a parte, io avrei piacere di andare a pescare nel week-end. Siamo stati 2 mesi chiusi in casa!! Sai che rottura se tua madre venisse a sapere di sta storia? Il padre della tua “amica” non ha potuto fare altro che schierarsi dalla mia parte, considerando che lui vorrebbe uscire in bici sempre nel week-end Mica siamo fessi come te, che sei arrivato al punto di farti togliere internet!! – si interruppe e scoppiò in una fragorosa risata -”Ovviamente tu e sua figlia, quando la situazione sarà più calma, potrete rivedervi in tranquillità. Oh, però zitto con la mamma, chiaro? Dammi il cinque! –
Gli diedi il cinque e ce ne tornammo a casa.

“See You Later!”
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