Classic with no Class (di Bionic Cummenda)
Dopo anni di ortodossa militanza trascorsi a combattere la nuova moda delle mini console, abbiamo deciso di capitolare e recensirle tutte (o quasi) a cadenza mensile parlandone più (raro) o meno bene. Seguite #retrobonsai
CONTESTO STORICO

Console War: Fronte 1991. La corazzata 16-Bit Super Nintendo ha ormai instaurato il suo Dominio Economico sull’avversario onanista. Migliaia di titoli da libidine sono sparsi per il globo cancellando dalla memoria storica il nome di Atari, definitivamente capitolata con l’onorevole seppuku del Jaguar, e trasformando il marchio Nintendo nel sinonimo assoluto di Videogioco. SEGA corre ai ripari, sembra che nei suoi segretissimi laboratori nascosti sulle Lune di Saturno sia pronta una nuova console motorizzata a 32-bit, in grado di trasformare lo scantinato di tutti i suoi smanaccioni giocatori di mano dalle esosissime diottrie in una sala giochi della Riviera, dove invitare le sbarbe con la scusa di ripassare insieme i compiti della settimana da incubo riportata sulla Smemo.

Ed è proprio una smemoranda contrattuale da Mani Pulite la protagonista della nascita del Boss Finale che chiude l’era del retrogaming da bere del 19XX. L’avvento dell’epoca del 3D e del formato CD convince la Nintendo a cedere sulle vecchie cartucce piene di sputazzi (se ci fossero state oggi che siam tutti vestiti da Sub-Zero sarebbe stata una Fataliy) e ad affidarsi alla collaudata ma piratabilissima tecnologia CDROM/XA di Sony. Il progetto del futuro Super Nintendo CD è ormai spianato, ma lo Shogun Yamauchi scopre che nell’originale contratto del 1988 stiplulato per lo sviluppo del supporto era presente una clausola Antani: Sony poteva controllare totalmente tutti i titoli prodotti su CD, anche gli intoccabili Super Mario, Zelda, Metroid e le altre esclusive che ritornano a ogni generazione videoludica come il cinepanettone di fine anno (e con la stessa qualità artistica, taac!).

Il Super Nes CD diventa quindi vittima della supercazzola legalese e Sony decide di fare di testa sua seguendo il buon teorema che vuole il numero di soci di ogni azienda di successo sempre dispari e inferiore a tre. Nintendo in passato aveva rifiutato il tag-team con Atari per fare di testa sua surclassando il monopolio della compagnia americana. La storia si ripete a fine millennio con un nuovo sfidante, che compare nel bel mezzo del versus menando tutti i contendenti come Akuma con il suo Shun Goku Satsu.

1994: HERE COMES A NEW CHALLENGER! SONY PLAYSTATION!
E il bonsai revival com’è? Una giargianata, e adesso vi spieghiamo perché dopo la pubblicità!
L’HARDWARE

Come nelle migliori sfilate peripatetiche a bordo carreggiata, scegliere la giusta mandrilla cabriolet è sempre una decisione tremenda tipo Alfetta Turbo – BMW Iniezione. In questo caso però lasciarsi sedurre dall’effetto nostalgia dello scatolone replica della prima Play del ’94 significa fare la fine del Califfo nella sua inaspettata avventura un po’ frì-frì quando, convinto di arrivare a smanacciare sul boschetto della sua fantasia, finì invece in mezzo a quelle cosce e la mano sua acchiappò dù cose mosce.

In questo caso la sacca preferita da Johnny Cage per gli allenamenti è proprio la vostra. Voi, che vi siete fatti sedurre da una PS Classic addirittura più compatta della ruffianissima One, alla quale mancava solo il monociglio fucsia e le orecchie da cane con evidente teledipendenza da bamba per trasformarvi in quei burdelli che si esaltano con le repliche di “È quasi magia Johnny” (Cage, appunto) ignorando che c’è solo una Sabrina, e al posto di starnazzare col sax strombazza su tutta la hit parade del sex.

Sony con PlayStation Classic si è dimenticata il full optional Montecarlo e vi tocca la versione proletaria da Pietra Ligure. I joypad, per quanto identici agli originali ’94, non sfoggiano i due maggioratissimi dual shock con tanto di vibrello erogeno che hanno fatto morire pazzo Psycho Mantis e che hanno dato una scossa così tremenda al mercato dei sex toys che la crisi del Covid in confronto è una Candid-a Camera tutta da ridere. Più che Playboy è un PlayMobil, siam lontani Rambelli!

Come se non bastasse oltre all’assenza della doppia libidine analogica ci si mette pure l’embargo su tutto il panorama di laser stroboscopici digitali. Dopo anni di dischetti comprati all’alimentari del bangla, masterizzati a 1x e rivenduti a prezzi da usura-datura con un business che trasformava giovani Capitan Uncino in multimilionari che davano la paghetta al Papi con gli sghei delle ultime copie corsare di Winning Eleven, ora il contrappasso da pagare è un lettore CD finto che non sa leggere neanche la ilota del Grillo Parlante. Ma senza l’arrembaggio della pirateria domestica che pattina ben oltre il filo del gabbio dov’è la nostalgia, animale? Spugna! Passami quei Verbatim, per tutti i sette mari.
LA RESA TECNICA

Ma almeno l’emulazione è di categoria? N.C.S. ! Nonostante la carriola microdotata vanti processori e schede grafiche più aggressive dell’originale in combo con decine di gigowatt di memoria Flash e DDR, la resa finale è più sovietica di un ecomostro abusivo di Alexanderplatz. Questo perché PS Classic monta un poraccissimo emulatore PCSX ReARMed, che esce a video più sfocato delle parti basse di una combattente che veste alla marinara protagonista di qualche filmino proibito giapponese rendendo così vana tutta la componentistica hardware presente all’appello. E nonostante il software sia basato su una fonte open source scordatevi filtri grafici migliorativi da botox party come PGXP, che rende gli spigolosissimi poligoni Sony più morbidi e invitanti della balconata di Samantha Fox.

E non ci consola neanche la ricomparsa dell’ansiogena schermata iniziale di Sony, che faceva tremare tutti i corsari neri come l’extracontabile con i suoi synth celebrativi d’accompagnamento che confermavano il buon lavoro da amanunense retroludico di quel taroccone piromane di Nero Burning Rom. Anche l’audio ha il suono dei sogni infranti, con la totale assenza di riverbero che nei racing come Ridge Racer e Gran Turismo fa l’effetto di quello che guida la Williams di Damon Hill con il motore della Minardi di Katayama. Attenzione, Safety Car in pista! Ci comunicano che Gran Turismo non è presente all’appello. Mi scusi, posso farmi il mio giretto contromano sulla Autumn Ring Mini col trattore pimpato Tommy Kaira? Noo?
I GIOCHI

1 – Battle Arena Toshinden
Potevano andare sul sicuro con le zweihänder al malocchio di Soul Blade e invece no. Per cominciare vi beccate i frustini BDSM e il panorama di elastici da ocio alla perestrojka di Sofia nel primo menaduro poligonale per la Play. Nostalghia? Un po’.
2 – Cool Boarders 2
Niente posizioni a 900° in compagnia di Tony Hawk, ma ci accontentiamo con una discesa libera a 1080° eguagliata solo sul goniometro dal rivale snowboarder del Nintendone 64. E per la settimana bianca all’Hotel Cristallo di Cortina stai nel burro tutta la vacanza.
3 – Destruction Derby
Praticamente la Tangenziale, il Grande Raccordo e la A2 in un unico videogioco. La Royal Rumble dell’RC Auto non è mai stata così esagerata, il prossimo derby a San Siro lo vogliamo Destruction.
4 – Final Fantasy VII
La vera grande sorpresa di questa top 20, un titolo sconosciuto ai più che inspiegabilmente ruba posto a capolavori insostituib…frena! Questa era la descrizione di Mr. Driller, questo gioco invece si commenta con i due protagonisti che umiliano tutti facendo l’elicottero con le loro chilometriche dimensioni artistiche.
5 – Grand Theft Auto
Invecchiato più male della biondona di Top Gun, il capostipite della serie più criminale del retrogaming non è certo famoso per il suo passaggio su Play. Ma ci accontentiamo, a patto che ci facciate parcheggiare il panzer in doppia fila.
6 – Intelligent Qube
Detto anche Kurushi questa esclusiva Sony è una piacevole sorpresa nella top 20. Un originale rompicapoccia che vi farà sentire stupidi, e avrà più che ragione.
7 – Jumping Flash
Altra esclusiva Sony, Jumping Flash è un coraggiosissimo platform 3D in prima persona con protagonista il coniglio droide Robbit. Ocio a non incastrarvi nella salamoia o tra gli sconfinati mappamondi disegnati cattivissimamente di Jessica.
8 – Metal Gear Solid
Hai ragione Mantide, ci piace così tanto Castlevania che siamo ancora qui ad azzannare il secondo joypad dal nervoso di non averlo visto tra gli invitati. Ma tu sei la killer application definitiva e non hai colpe, anche se in questo caso ti sei svegliato proprio male e in sta versione sei più inguardabile delle showgirl attempate senza la smarmellata luci tipo Medjugorie.
9 – Mr. Driller
Inserite di nuovo il dischetto di FFVII per la descrizione dell’imbucato qui sopra. E dire che una volta trapanare era un passatempo auspicabile e gratificante.
10 – Oddworld: Abe’s Oddysee
Quanto ci sei mancato, sgorbio! Oddworld era così gotico e squisitamente grottesco da subire al tempo pure una censura per l’eccessiva somiglianza di alcune scene ai metodi di un serial killer giapponese che impalata teste di scolari. Se Guglielmone Del Toro avesse fatto del platform al posto del cinema questo sarebbe il risultato.
11 – Ridge Racer Type 4
Inutile che tentiate di arruffianarvi mettendo in vetrina i cosciotti delle ombrelline con il microabito dai discutibili cromatismi anni ’90 tipo bademeinster crucco in bassa stagione. Ridge sarà beautiful quanto volete, ma qui c’è gente che chiede a gran voce e a gran turismo il rinnovo della patente A-Spec!
12 – Rayman
Il platform che con i suoi colori accesi, la nitidezza del game design e il livello di gioco sempre di categoria ha fatto morire di invidia pure il super baffo termoidraulico. Ma tutto questo rimarrà solo un ricordo, perché la nuova versione è più sfocata della vostra vista dopo una giornata punitiva di studio passata sulle pagine di Tele Tutto.
13 – Resident Evil: Director’s Cut
Non poteva mancare certo il survival horror più famoso di siempre, qui riproposto nella versione Director’s Cut uscita ai tempi per placare la fame di cervelli dei fan che attendevano con ansia il secondo capitolo arrivato in notevole ritardo. Under my Umbrella, ella, ella, eh, eh, eh.
14 – Revelations: Persona
Uscito solo nel Grande Giappone ai tempi, questa volta ce lo possiamo godere anche qui nella parte sbagliata del mondo senza dover per forza imparare la Divina Scuola degli Ideogrammi al dojo di Segata Sanshiro. Very Important Persona.
15 – Super Puzzle Fighter II Turbo
In attesa del 21 ottobre ecco un buon modo per ingannare l’attesa della Giornata Internazionale dello Shoryuken trastullandovi in compagnia di Ken, Morrigan e Swarowski.
16 – Syphon Filter
Altro pezzo forte del genere stealth, con l’agente Gabe Logan che, in modo tristemente profetico, combatteva la minaccia di una pandemia mondiale diffusa da vecchi cinghialoni incapaci di indossare una mascherina di Bunny. Parola di ‘o Sciariff.
17 – Tekken 3
Rasta unti, guardaroba più policromatico del portiere volante del Messico e tasti a caso per un perfect assicurato alla faccia di qualsiasi tecnicismo. Tekken 3 è Eddie Gordo o, se preferite barare perdendo ogni traccia di dignità, Gon con il suo kung fu del yoshisauro.
18 – Tom Clancy’s Rainbow Six
Il successo del primo, grande tag team tra letteratura e videogiochi comincia da qui. Peccato che tra tutte le straordinarie versioni del team arcobaleno di Ding Chavez questa sia di una poracciata da animale proletario sottopagato. (Mystical) Tango a terra!
19 – Twisted Metal
Giocare a Carmageddon sul camioncino del pagliaccio degli Slipknot sarà anche divertente, nichilista e scorretto, ma personalmente avrei puntato più sul supersonico con Wipeout, che ha giusto fatto un pelino più la storia di questo pulmino impazzito.
20 – Wild Arms
PlayStation è stata un paradiso fiscale per tutti gli amanti del Japan RPG. Suikoden, Chrono Cross, Vagrant Story, Parasite Eve, la lista potrebbe continuare a lungo come gli interminabili turni di un tête-à-tête con Ultima Weapon. Il terzo titolo di categoria è il western Wild Arms, scelta azzeccata come quella di portarsi una pistola all’appuntamento con un giargiana col fucile.
PREZZO AL LANCIO – PREZZO OGGI
“299!”. Era l’E3 del 1995 quando il megapresidente Steve Race della Sony Computer Entertainment America presentò la PlayStation negli USA esclamando solo il prezzo proletario che avrebbe permesso a tutti i povery videogiocatori di comprarsi la console, sbaragliando tutti gli esosissimi competitor che costavano quanto un dirigibile. Tipo quello che costava la PS Classic al lancio: $ 99. Prezzo che poi è precipitato come l’Hindenburg prima a 40 dollari e ora addirittura a 20 in qualche cestone dell’Eurospin.
DIFFERENZE TRA VERSIONE INTERNATIONAL E JAPAN
Le due versioni condividono 12 dei 20 titoli presenti all’appello nella lista degli invitati, i giapponesi invece potranno trovare i due Arc The Lad, Armored Core, G-Darius, Gradius Gaiden, Parasite Eve, SaGa Frontier e XI. Tuttavia questi titoli in comune sono stati presi dalla versione PAL e girano a 50Hz, quindi fuori dall’Europa girano più lenti e scattosi offrendo un effetto moviolone per tutti i retrogamers NTSC abituati alla frequenza da pole position dei 60Hz.
MODIFICABILITÀ
Come già detto la PS Classic è stata creata ninjando il collaudato emulatore PCSX-Reloaded, quindi senza neanche fare lo sforzo di programmare un software dedicato. Come tutti gli emulatori quindi è modificabile, in questo caso con il tool BleemSync che vi permetterà di caricare qualsiasi ISO dello sconfinato parco titoli Sony. Data la modificabilità very easy in questo caso possiamo dire che è identica all’originale, taaac!
GIUDIZIO COMPLESSIVO

El nebiun in Valpadana e sulle colline taciturne, gli spigolosissimi poligoni maggiorati di Lara, la patente a punti che fa tremare la motorizzazione GT, il sonnambulismo di Alundra, il Jurassic Park con la Umbrella alla regia al posto di Spielberg, l’unico rapper degno di duettare alla fefta con il Jova, le sanguinarie serenate notturne di Alucard, il Bandicoot diventato il simbolo della console. PlayStation Classic non è niente di tutto questo. Non sottovalutate la potenza di PlayStation, perché con Sony anche il possibile diventa impossibile.
Mi accontento di aver trovato un Ps2 e messo un cavo component, ma per i jrpg hanno messo i sottotitoli in italiano? sarebbe l’unico motivo per acquistarla comunque niente Silent Hill, Resident Evil 2,Castlevania SImphony in the night , Tombi.
Insomma la Sony non ci ha creduto e nemmeno investito un pò di più.
AH hai messo la foto dei blu ray riscrivibili.
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I sub ci sono un po’ stile Cannarsi, i Blu Ray sono un incentivo subliminale a piratare il modernariato. Chi si astiene dalla lotta…taac! (Bionic Cummenda)
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