VIRTUOSO (3DO)

Bravi tutti a parlarvi dei giochi belli, ma poi voglio vedere chi se l’è giocato davvero Virtuoso! (di Starfox Mulder)

[Notte di un imprecisato giorno del 1993 – Uffici della MotiveTime Ltd.]
<Ok ce l’ho!>
<Sentiamo.>
<Facciamo un videogame con protagonista una rockstar digitalizzata.>
<Genio! Avevi qualcuno in mente?>
<Ma boh, possiamo chiedere ad Axl Rose o Dee Snider…qualcuno accetterà no?>
<Daje, ottima idea. Nel frattempo senti cosa facciamo: buttiam su un gioco generalista ambientato in un universo che si cela nella mente delle rockstars e possiamo adattare a chiunque. Cos’è che è andato tantissimo quest’anno…Doom! Ok, un gioco alla Doom ma col protagonista in terza persona per assicurarci che sia chiaro per cosa la gente caccia la grana, poi il resto si venderà da se.>
<Cazzo se hai ragione, non serve manco fare una cosa decente, tanto sarà il nome a far vendere il gioco.>

…poi quel nome non arrivò mai…

Che in redazione si propongano dei temi nuovi ogni mese ormai lo sapete, ma nello scorso anno ho fatto mia la filosofia dell’ultimo Martellone e glissato qualsiasi interesse nel seguirli. Poi arriva il Bionic Cummenda che se ne esce con “Marzo dedicato al Retropunk, giochi agresti o improbabili ma geniali” e di istinto ho pensato a quella volta in cui infilarono un biker al comando di uno shooter in terza persona pensando potesse uscirne qualcosa di bello…e secondo me avevano ragione: “poteva”!
Peccato che…
SIGLA

Potevo mettervi la ost fatta dai Thai Dyed Suicide, ma vi garantisco che è meglio di no!

TRAMA
In origina l’idea era quella di irretire una rockstar qualsiasi per prestare il suo volto al protagonista del gioco ma alla MotiveTime Ltd. fallirono così male che si dovette ripiegare in una trama completamente surreale. Avete appena terminato il vostro ennesimo concerto e vi state riposando nel camerino quando per cause non chiare (vado in All-in sulle droghe psichedeliche) vi ritroverete in un mondo fantastico denominato VIRTUOSO (sì, è l’ambientazione, non il protagonista).
Un mondo dove tutto può succedere, tipo affrontare ED-209 di Robocop ed un istante dopo un pupazzo di neve mentre passiamo dalle lande desolate di Marte al fondo marino.
La locura!

Sì, ma nulla di serio!

GAMEPLAY
I movimenti sono semplicissimi (eppur si lagga): croce direzionale per muoversi avanti-indietro o girarsi, i grilletti laterali per lo strafe, A per la smartbomb, B per le automatiche a proiettili infiniti e C per interagire. Chiudono il pulsante di pausa e di richiamo della mappa.
Insomma: un fps, se non fosse che non è in prima persona.
Il metalhead di turno ci appare sempre davanti agli occhi infatti, unico elemento di carisma in un gioco che non ne ha alcuno. Nel menu principale ci viene lasciata la scelta tra tre scenari: Marte, Casa Stregata, Profondità Marine.
Le differenze sono estetiche e basta.

Indiana Jones scapperebbe, noi gli spareremo.


In ogni ambientazione avremo infatti un nemico volante, uno appiedato e debole, uno appiedato e pesante e via di seguito. I collezionabili al contrario non fanno alcuno sforzo di variare, neppure nell’estetica, ed ecco che potremo raccogliere: punti ferita extra, il radar, la mappa, altre smart-bomb o vite extra.

Rock against Dalek prejudices

GRAFICA E SONORO
Da sto fronte non c’è nulla di difendibile.
Se la grafica appare scarna, con un frame-rate imbarazzante e nemici che scompaiono a pochi metri di distanza, il sonoro (che di suo ha la qualità CD a far ben sperare) ne risulta in qualcosa di tutt’altro che heavy ed anzi noiosissimo.
Se questo è rock, allora mi accontento pure dei Naziskin al Festival di Sanremo.

Coolness

LONGEVITÀ
Ci sono un totale di 25 livelli suddivisi nei 3 mondi citati sopra ed è contemplato il salvataggio all’interno del gioco, tra uno stage e l’altro. Il problema non sta nel fatto che ci sia o meno qualcosa da fare, quanto nella voglia che avrete di farla. I livelli sono sostanzialmente tutti uguali e si alternano tra campi aperti e labirinti stretti, con nemici scemi e la banalissima dinamica del “trova la chiave per concludere il livello poi trova l’uscita”.
Emozioni fortissime!

Perseverance sei cambiata!

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO
La domanda non è “come” ma “perché”!
Se trovate una risposta allora il come ve lo dico io: scucendo un cinquantone ad un rivenditore online.
Però vi avverto che se lo mettete a contatto con altri videogames è facile diventino brutti anche loro col tempo.


Bella la mappa. Come dite? Non ci capite una ceppa? Manco i programmatori di Virtuoso, tranquilli!

CONCLUDENDO
Come sempre l’internet si dimostra un mondo buffo, capace di farmi sapere che in una classifica redatta da Electronic Gaming Monthly in cui venivano elencati i peggiori 20 titoli di sempre, Virtuoso arrivò quinto.
Ecco: no!
E’ un gioco brutto, è afflitto da un’infinità di difetti e non lo consiglierei davvero a nessuno ma nonostante tutto non finisce mai nell’ingiocabilità.
Meglio se sbronzi, meglio se con qualche amico con cui riderne, ma Virtuoso sta ai videogames come The Room sta al cinema.
Brutti, ma ho visto davvero di peggio e non ho manco dovuto scavare tra gli indie.


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