Tutti i B-movies horror in un videogame che sprizza coolness da ogni bit. (di Starfox Mulder)
La regola è: chi si prende sul serio muore, chi tamarreggia vince!
Seguendo questo dogma il filone dei film horror che neanche ci provavano a far paura è stato lunghissimo. Mostri che uccidono ignari personaggi secondari al solo fine di ricordarci che “sono mostri e fanno cose brutte” sconfitti inevitabilmente dal protagonista sicuro di se, scene ridicole che si alternano a succo di fragola addensato, gara di risate tra amici nei martedì sera della notte horror di Italia 1 e giù di nostalgia canaglia a ricordarci la nostra adolescenza.


Un genere scomparso?
No, perché ora abbiamo la Asylum (degna erede della Troma), Takeshi Miike ed altri scalpitanti registi del brutto pronti a farsi strada in quella fetta di mercato cinematografico fatto di musica a tutto volume e pedale dell’acceleratore sempre pigiato al massimo.
Di film horror-trash non rimarremo mai senza ma di videogames purtroppo sì. Torniamo quindi a quel 1993 in cui Konami e Lucas Arts (altrimenti noti come: non proprio gli ultimi degli stron**) realizzarono e distribuirono un gioco in cui dovrete salvare i vostri vicini da orde di mostri in ben 48 livelli (più quelli segreti).
SIGLA
TRAMA
La città è stata invasa.
Zombie, Licantropi, tizi con la maschera da portiere di Hockey e la sega elettrica, gnomi armati di ascia, creature della palude e molto altro si accalcano ovunque.
Dal centro commerciale alle villette a schiera, dal museo egizio al campo da football, i nostri concittadini sono minacciati e spetterà a noi, nei panni di Zeke (capelli alla Bart Simpsons ed occhiali in 3D sempre addosso) o Julie (prototipo di ragazza tosta americana degli anni ‘80), salvarli prima che sia troppo tardi.
GAMEPLAY
Zombies Ate My Neighbours (ZAMN da ora in poi) è gameplay puro. Ogni livello è ambientato in un contesto urbano differente e ci permette di muoverci all’interno di uno scenario con vista top-down in cui potremo muoverci liberamente o crearci nuove strade scovando apposite chiavi lungo il percorso, saltando su tappeti elastici o inventandoci sempre nuovi e curiosi metodi per ampliare il nostro spazio di azione (cercate le porte segrete che vi fa bene).
Il nostro pellegrinare non sarà però ne sereno ne lento, poiché oltre a venir minacciati direttamente da ogni sorta di creatura mostruosa nota ai produttori hollywoodiani, sarà soprattutto nostro compito scovare quanto più in fretta possibile i nostri vicini e “toccarli” prima che lo facciano i mostri, sancendone l’immediata dipartita.


Cheerleaders, ciccioni galleggianti in piscina e neonati sono solo la punta dell’iceberg del genere di “vicini” che dovremo salvare, ed una volta completata la nostra quota (lo schermo ci dice sia il numero di potenziali vittime che ci mancano da salvare che la direzione in cui andare per farlo) ci si aprirà una porta dimensionale capace di portarci al successivo stage.
Bon: come li affrontiamo i mostri? Con le armi più disparate!
Si parte con una pistola d’acqua ma poi troveremo estintori, posate, lattine di bibite gassate, etc.
Non da meno (e non “di meno”)saranno gli “items” recuperabili ed utilizzabili lungo il percorso, dal clown gonfiabile che attirerà i nemici alla pozione magica che ci farà muovere al triplo della velocità che normalmente avremmo.
Il gioco è gonfio di trovate, humor e goliardia.
GRAFICA E SONORO
Coloratissima, dettagliata e fluida. Sia che ci giocherete su Megadrive che su Snes, il risultato è eccellente (anche se migliore su macchina Nintendo). Le musiche sono ispiratissime e degne dei classici Lucas Arts, nonostante in questo caso sia solo distributrice del gioco.
Siamo ad altissimi livelli sul fronte 16 bit, state tranquilli!
LONGEVITÀ
Vi ho già accennato agli oltre 50 livelli?
Vi potrei quindi parlare del sistema di passwords per cui ogni tot schemi completati ve ne verrà rilasciata una per permettervi di non ricominciare esattamente dall’inizio tutte le volte (sarebbe scomodo) ma giunti a questo punto del progresso videoludico sarebbe stato assurda l’assenza di un qualche sistema di salvataggio ed infatti eccoci qua.
Aggiungete che il titolo è affrontabile anche in multiplayer e capirete che la durata dell’esperienza è moooolto lunga.

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO?
Brutto a dirsi ma si tratta di uno di quei titoli che ha preso molto valore collezionistico negli anni e giusto in versione loose potreste spendere poche decine di euro per la versione Snes, dato che la completa arriva alle tre cifre. Col Megadrive dimezzate la spesa, ma siamo comunque altino se si considera che come titolo vendette abbastanza.

CONCLUSIONI
Uno di quei giochi che merita l’epiteto “non se ne parla mai abbastanza”.
Sarà per la sua dimensione (troppo?) scanzonata, o per l’essere un multipiattaforma che lo rende poco incline alle chiacchiere degli escusivisti, ZAMN appare in molte classifiche come uno dei titoli a 16bit da provare ma praticamente mai nelle chiacchiere da forum/socials.
Di mio non ho dubbi: è fighissimo!
ZAMN sa calarci mani e piedi in quell’atmosfera con zero pretese di film come Monster Squad o Buffy l’ammazzavampiri e ci tiene dentro per ore e ore finché non ci dovesse venire la malsana voglia di qualcosa di più serio…tanto lui sarà lì ad attenderci anche dopo, quando saremo rinsaviti ed avremo concluso che la vita è troppo breve per non surfarla come degli eroi usciti da un film della Hammer.