TIME CRISIS: SCONTRO BIT-ELLONICO

Un’analisi (il)logica di Magnum CD-i, con contro commento di Crusty Cage

Salve a tutti, miei cari fans Bit-ellonici. Sono sempre io, il vostro Magnum CD-i, questa settimana in cerca di nuovi hater per consolidare l’eterna ed imperitura fama mediatica.
Di solito lo scopo di noi Bit-elloni è promuovere in modo interessante tutto ciò che riguarda il mondo retro ludico, con tanto di approfondimenti su titoli particolari o sistemi poco noti, indice di un generale apprezzamento verso la scena underground che caratterizza la nostra passione.
Capita però a volte che il destino (oppure colui che decide il tema del mese), abbia delle trovate semi geniali, sempre piuttosto ardite e mai scontate. Stavolta è toccato ad un articolo scritto a quattro mani, in cui un concorrente “critica” un gioco, mentre l’altro lo difende. Quest’oggi mi affiancherà il mitico Crusty Cage, che potete trovare nella seconda parte dell’articolo.

Piccola premessa iniziale del vostro Magnum preferito (dopo il gelato): nonostante il mio amore incondizionato verso il mondo Sega che fu, non nutro particolare astio nei confronti di Namco. Questa è una premessa importante, verso una software house leggendaria, con un largo seguito di fan adoranti (io rimango esattamente nel centro della neutralità).

E’ ormai consolidato, a livello storico, che Namco ha aiutato non poco Playstation a mettersi in mostra nei primi mesi di vita. Titoli come Ridge Racer e Tekken sono ancora oggi idolatrati, nonché accompagnati da vistosi inchini con massima reverenza. C’era chi avrebbe venduto i propri familiari (o la casa al mare), pur di averne la possibilità di portarsi una PSX a casa. D’altronde la potenza era immensa ed infinita, dato che “FA GIRARE I GIOCHI ARCADE COME AL BAR”. Questo assunto lo avrete sentito già tante volte, ma all’epoca divenne ciò che attirò maggiormente pubblico e critica, che non si lasciavano sfuggire occasione per notare la superiorità dei porting rispetto a tanti cabinati Sega convertiti su Saturn.
Qui ci sarebbe da aprire una parentesi su quanto sarebbe costato un hardware casalingo basato sulla scheda di punta Sega nel 1994 (la leggendaria “Model 2”), roba che avrebbe fatto piangere persino i portafogli dei benestanti Neogeari di quartiere. Accanto a questo mettiamo una scheda arcade Namco, che usa proprio l’hardware Playstation, con piccole migliorie qua e là…quale delle due verrà meglio se portata su console casalinga?

Bravi, avete vinto un peluche di Nights!!! 

Sto divagando, tiriamo le fila che è meglio…
Arriviamo al nostro Time Crisis, uno dei tanti titoli Namco “ISPIRATI” proprio alla softeca della casa del porcospino blu. Che c’è? Non è bello sentir dire che “Virtua Cop” è arrivato prima? Ebbene si, è proprio così. Qualcuno deve aver apprezzato gli sforzi del team AM2, tanto da farne una variazione sul tema, mediamente interessante, che è uscita prima nel 1996 in sala giochi, per poi arrivare su Playstation a fine 1997. Signori e signore, Time Crisis!

La copertina giapponese, in effetti, non è male

La trama è estremamente semplice, come da costante degli shooter da sala. Avete presente la figlia del presidente? Ecco, è stata rapita e portata su un’isola. Il nostro eroe, tale Richard Miller, dovrà far di tutto per ritrovarla ed uscirne incolume.

Ohibò, hanno rubato Rachele

Partiamo dalla grafica: il gioco è basato sulla scheda arcade Namco System Super 22, che di base offre una resa estetica di buona qualità, che gli permette di non sfigurare troppo rispetto alla costosa Model 2 Sega (potrei buttarla in caciara citando Model 3, che allora già imperversava, ma evitiamo per buona parcondi-rondirondello)
Il passaggio a Playstation, ad ogni modo, è abbastanza doloroso, in quanto la resa generale e la risoluzione vengono inevitabilmente scalate, con una perdita netta di dettaglio, che si traduce in un’estetica priva di un impatto significativo. A questo si aggiungono animazioni tutt’altro che esemplari, caratteristica già presente nell’arcade originale, con movimenti particolarmente legnosi. Tutt’altro che arcade perfect, ma comunque un lavoro accettabile.

Con la forza dei miei pixel, vincerò! Attacco ascellarehhhh

Sul lato audio, troviamo un comparto musicale piuttosto anonimo, associato ad un doppiaggio particolarmente lesso, anche per gli standard dell’epoca. Di sicuro si ride e non poco nel sentire le battute pronunciate in quel modo, ma nulla che possa distrarre dall’azione di gioco. Gli effetti, invece sono di buona qualità, soprattutto quelli legati alla nostra arma.

Paura eh? Dovreste sentire come parla

Arriviamo alla giocabilità, il vero e proprio tallone d’Achille di questo “gioiello” retro ludico.
Dato che copiare al 100% il lavoro di Sega era un po’ troppo, Namco introduce una meccanica sulla carta piuttosto interessante, la cui resa (almeno in sala giochi) dà in effetti un senso al titolo.
Con un pedale posto sotto al cabinato, è possibile nascondersi per ricaricare e studiare la situazione, protetti dal riparo più vicino. Questa è la più grande novità di Time Crisis, oltre all’aggiunta di un simpaticissimo timer, che ci costringerà a cercare di muoverci più velocemente possibile, pena la fine del tempo e il conseguente inserimento di nuovi gettoni.

Coi botti di capodanno finisce sempre così

Il problema, almeno a livello personale, è che ho sempre trovato la meccanica mostruosamente farraginosa, soprattutto in questo primo titolo. I nemici rimangono pronti a spararci, e spesso riusciranno a colpirci appena usciamo dal nostro riparo, in barba a tutti i tentativi di studio della situazione. A questo si sommano le problematiche legate al timer, perfettamente presente ed invariato su Playstation. La simpatia galoppante praticamente..

Perchè a noi di Namco ci garba “Il Castello di Cagliostro” di Miyazaki

Innanzitutto un vero eroe affronta i nemici a viso aperto, non certo nascondendosi dietro ripari di fortuna! Altro che grandi eroi, siamo proprio dei pivelli (zio Duke direbbe pussies, ma oggi suona male, poi ci censurano).
Inoltre, suddetto grande eroe, ha come suo acerrimo nemico il timer, anziché il gioco stesso.
Questo vuol dire che non ci si diverte? Assolutamente falso, in realtà con il giusto equipaggiamento (ad esempio quella figata della pistola Guncon), ci si diverte eccome, ma la frustrazione e la brevità dell’esperienza di certo non vi faranno fare salti di gioia nel riprendere in mano questo primo capitolo. La longevità, a dirla tutta, è un problema comune a quasi tutti i titoli del genere (Virtua Cop compresi), quindi qui non posso certo essere troppo severo.

Come sarebbe a dire “anche i nemici si riparano?” Arbitrooo, non vale!!!

Capite adesso perché secondo me ci sono titoli ben più meritevoli di questo? Non dico non sia un buon gioco, ma da qui ad essere considerato un cult assoluto, ce ne passa eccome…quasi quanto andare dalla sede di Sega a quella di Nintendo. Prima che i legali della nota azienda di Kyoto vengano a portarmi via, ricordate sempre il motto: “Spara al criminale, soprattutto se virtuale”. Poco importa se su console della concorrenza o meno, l’importante è divertirsi.

Alohaaaa ragazzi, ci vediamo per le vacanzeeee

MAGNUM CD-i

Saluti agropunk dal vostro Crusty Cage, oggi in versione avvocato difensore del titolo videoludico che prende il nome di Time Crisis. Ringraziamo l’accusa per la sua arringa precisa ma senza scadere in toni di turpiloquio o puerili come “non mi piace! Fanculo!

Time Crisis l’ho potuto apprezzare sia in versione console su PS1, sia su cabinato in sala giochi. Sebbene avesse una grafica molto più e grezza e spigolosa e la modalità di gioco fosse risolta totalmente con l’uso delle mani, lo ritengo un gioco godibile anche su PS1, ma nulla a che vedere con la riuscitissima versione arcade. Ovviamente sto dando per scontato che sia giocato con la pistola su PS1, con il joystick è abbastanza noioso e brutto. La versione console ha anche qualche aggiunta rispetto alla storia base, come ad esempio una storia aggiuntiva e altre funzionalità per rendere più longevo un titolo che, devo ammetterlo Vostro Onore, esaurisce presto le sue carte.

TRAMA

Una trama decisamente minimale e inflazionata: dei criminali rapiscono la figlia del presidente e tu, Richard Miller, devi salvarla. Punto. Riportiamo per dovere di cronaca alcune trame di giochi immortali:

  • Super Mario Bros: Bowser, malvagio re dei Koopa, rapisce la Principessa Peach. Mario e Luigi devono salvarla.
  • Sonic: Il malvagio Dott. Eggman vuole impossessarsi degli Smeraldi del Caos e intrappola gli animali di South Island dentro dei Robot. Tu, Sonic, un porcospino superveloce, devi salvare gli animali e sconfiggere il cattivo.
  • Ghost ‘n Goblins: il cavaliere Sir Arthur deve salvare la principessa dalle grinfie del demone Astaroth.

Torniamo a Time Crisis. Essendo uno sparatutto frenetico in prima persona ci serve una trama alla Final Fantasy 6? Direi di no…

GIOCABILITA’

A mio parere il punto forte di questo gioco. Partiamo da un importantissimo assunto: ti puoi nascondere e ricarichi la pistola da nascosto. Adesso posso capire lo stoicismo dell’eroe a pene turgido che non deve chiedere mai, ma, se voi, DA SOLI, doveste salvare la figlia del presidente contro un esercito di nemici cosa fareste? Vi nascondereste per ricaricare la fedele vomita piombo, oppure stareste lì face-to-face a farvi sparare in faccia? (La seconda! by Magnum) Oppure meglio ricaricare davanti al nemico sbandierando come nemmeno a Perugia nel Medioevo (a The House Of The Dead fischiano le orecchie….)?

Bene. Io quindi dico che potersi nascondere per ricaricare ed evitare il fuoco nemico sia stata una trovata importante. La versione arcade però regala una inception di genialate, in quanto per nascondersi si deve usare un pedale: quando questo è premuto con il piede si esce allo scoperto, mentre quando lo si lascia Richard procede a mettersi al sicuro e ricarica la fedele pistola. Uso quindi di mani e piedi per una esperienza di gioco complessa e molto divertente per i tempi. Aggiungiamoci anche un ottimo sistema di emulazione rinculo della pistola e non posso che ribadire il mio entusiasmo per questo videogioco.

Un longplay del gioco su PS1

La storia principale si sviluppa lungo tre livelli. I nemici principali sono soldati nemici di colori diversi. I rossi appena sparano vi colpiranno a meno che non vi nascondiate o siate più veloci di loro. I blu probabilmente sono ubriachi e strabici ma ogni tanto ci beccano. I gialli non sono offensivi ma sono molto difficili da colpire e una volta sconfitti questi regaleranno secondi extra preziosi. I verdi solitamente usano armi potenti. Dei tizi vestiti da vigili urbani con lo scudo e i bianchi che usano il coltello mi pare, ma sparano pure. Ad ogni fine livello c’è un Boss, nell’ordine:

  • Tizio con gli artiglioni. Credo si chiami Moz
  • Sherudo, il capoccia della organizzazione criminale.
  • Wild Dog, capo della sicurezza dei criminali. Questo scontro è molto bello in quanto mischia tante dinamiche diverse come il fuoco a volontà, chi spara prima vince, visione offuscata e precisione ecc.
Quello Blu può mancarti anche da qui

I vari scenari si differenziano per dinamiche di gioco. Alcuni esempio

  • Molti nemici da uccidere velocemente. In mezzo c’è quasi sempre uno rosso
  • Nemici che a loro volta si nascondono o escono da porte
  • Scenari di precisione dove i nemici, spesso con mitraglioni o lancia missili, sparano da molto lontano
  • Scenari complessi dove però c’è un qualche esplosivo o trucchetto per fare secchi tutti con due colpi bene assestati
  • In alcuni scenari degli oggetti possono colpirci, quindi oltre ai nemici occorre anche prestare attenzione al contesto
  • ecc ecc

Oltre ai cattivoni in carne ed ossa c’è un nemico invisibile. IL TEMPO. Infondo si chiama “Time Crisis” e non “Vai tranquillo, prenditela con comodo, la figlia del presidente sta bene e ha mangiato. Dillo a sua nonna che telefona di continuo e sta in pensiero che non le stessimo dando da mangiare”. Come ho già detto la dinamica di gioco è eccellente e molto frenetica e un po’ di pepe in più non guasta. Avere un tempo tiranno alle calcagna ti obbliga anche a centellinare la strategia di copertura quindi, per chi vuole un eroe che si fa sparare in faccia, volente o nolente, sarà accontentato. Ogni scenario risolto conferisce del tempo extra.

Sei un mulettista semplice: carichi esplosivo, te ne vai e lo lasci sulle forche

SONORO

La musica non è nulla di trascendentale ma accompagna bene il percorso del nostro eroe. Riesce anche a cambiare di intensità e di tematica in base al momento e non stanca o infastidisce. Il sonoro è comunque pensato per fare da piacevole sottofondo, mentre in primo piano non si possono che apprezzare i suoni di spari, urla nemiche e gli immancabili effetti della voce fuori campo che guiderà le nostre gesta.

  • ACTION! : la sentirete in ogni scenario quando Richard potrà interagire
  • RELOAD!: la sentireste ogni volta che le munizioni finiranno e sarete obbligati a ricaricare
  • DANGER!: ogni volta che un oggetto di contesto vi potrà colpire

Chiunque abbia giocato la versione console sicuramente avrà scelto almeno una volta di giocare in tedesco. Consiglio a tutti di giocare in tedesco perché è una lingua dai suoni “duri”, che bene si sposa con questo tipo di gioco. Il caro RELOAD viene sostituito ad esempio da un rassicurante “AUFLADEN!!”

“ich liebe dich <3” … “oh non ho fatto niente, scusa!!”

LONGEVITA’

Qui purtroppo non posso spendere parole troppo buone in quanto il gioco si termina abbastanza presto e non regala tantissimo in più. Un difetto sicuramente lo si può riscontrare nei pattern nemici, sempre uguali. Un sacco di pepe in più poteva essere dato da una IA più furba per cui i nemici cambiano posizione, oppure cercano di stanarti mentre sei nascosto, ti circondano ecc. Ma vabbè, per gli anni in cui è uscito non possiamo lamentarci e i suoi diretti concorrenti erano molto simili da questo punto di vista.

CONCLUSIONE

A me è piaciuto molto. Consiglio se possibile la versione arcade sia per giocabilità che per grafica.


2 risposte a "TIME CRISIS: SCONTRO BIT-ELLONICO"

  1. La versione coin-op l’ho giocata a Firenze nel 1997. Poi l’ho rigiocato via MAME molti, molti anni dopo.

    Interessante se vi piace questo tipo di giochi, che per quanto ne so, sono piuttosto di nicchia.

    E poi non è vero che il tedesco sia una lingua dura, hai mai ascoltato Goethe, Heine o Rilke letti da voce recitante madrelingua? 🙂

    Un saluto!

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    1. Ciao Alessandro! Grazie per il commento.

      Il duri era virgolettato simpaticamente, il tedesco è una bella lingua. Mi faceva un sacco ridere da ragazzo sentire AUFLADEN e ho riportato la cosa per ridere XD

      Non ho mai avuto il piacere di ascoltare quanto da te indicato. Recupererò! 😉

      "Mi piace"

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