I DIECI COMANDAMENTI DEL RETROGAMER

Benvenuti nel mio Dojo, miei giovani Pandavan!

Oppure no.

A ‘sto giro niente maschera, niente dojo e niente Segata. Partiamo dalle presentazioni, che è la prima volta che ci conosciamo sul serio. Mi chiamo Alessio Brunetti e sono la penna dietro lo pseudonimo del successore della Sacra Scuola Kalinske che hai letto più o meno frequentemente sulle pagine di questo blog.

Questo è il mese di luglio e con il mio ultimo articolo prima della pausa estiva ho voluto farmi il regalo di compleanno scrivendo un pezzo fuori dal mio personaggio e dando così libero sfogo ai miei pensieri.

Era tanto tempo che avevo in mente di mettere su carta i miei “Dieci Comandamenti del Retrogamer”, che racchiudono in maniera più o meno precisa il mio modo di vivere la mia passione per i giochini di un tempo.

Prima che tu vada avanti però, voglio dirti una cosa importantissima che dovrai fare cascasse il mondo: se vuoi leggere questo pezzo, fallo in un colpo solo e arriva fino alla fine senza interruzioni. È davvero importante che tu segua questa unica direttiva. Solo così capirai completamente quello che voglio dire.

È l’unica cosa che ti chiedo. Se pensi di non riuscirci rimanda la lettura o non farlo proprio.

Bene, se sei pronto possiamo iniziare. Eccoti le tavole della mia legge retroludica.

1 – SE TE LO REGALANO, NON LO VENDI

Ci sono molti modi per portarsi a casa un gioco o una console che vuoi. Puoi dedicarti al peggior scavenging in giro per i mercatini dell’usato e sperare in una brutale e sempre più rara botta di culo oppure decidere di uccidere la scimmia che hai sulla spalla, prodigandoti in una strisciata benevola e liberatoria mentre immoli il tuo bancomat alla magnificenza del Dio POS.

Talvolta capita pure che tuocuggino (quello vero, non il cugino che ti ha dato un PC Engine LT ritrovato in soffitta ma che in verità hai comprato TU alla modica somma di 5K dogana esclusa e ti senti troppo stronzo per ammetterlo) ti regali DAVVERO qualche cosa di interessante. Se ti arriva qualcosa a babbo morto grazie ad un incrocio astrale che Paolo Fox spostati proprio, non dovresti nemmeno minimamente pensare a rivendere quello che ti è stato regalato.

Che tu ci creda o no esiste un girone all’inferno apposta per i piccoli esseri dalle manine viscide e squamose che si fanno regalare i giochini proprio con l’intento di farci su quei 100/200 euro, che mi auguro spenderanno in Bimixin, magari usando la recita del: “Ma Hio shono un bimbo noshtalgico e da Pampino non ci potevo giocare che i miei erano poveri e non me l’hanno comprato.”

Sappi che, se sei così, fai talmente tanto schifo al cazzo che, se un pornoattore ti osserva per due minuti senza staccare mai lo sguardo dal tuo faccino da triglia, cambia sesso in automatico come le rane del Borneo. In caso contrario, bravo: hai fatto solo la metà del tuo dovere.

2 – SE LO COMPRI, LO PROVI

Bene, grazie agli anni passati a risparmiare denaro vendendo il tuo corpo per pochi spiccioli hai finalmente comprato quella copia sigillata di The Legend of Zelda WATA 9.0 alla modica somma di 870.000 dollari

Ora che il gioco è lì sulla tua scrivania, che cazzo ci fai?

Fermo, non partire col pippone che hai speso una cifra pari al PIL del Turkmenistan perché mediamente non me ne frega un cazzo e non è questo il punto. So bene che ci sono almeno duemila modi di collezionare, tutti personali e legittimi. Questo però è il mio decalogo, quindi non carteggiarmi il belino e, se non ti va bene, vai pure a leggere le cose che scrivono i miei soci, che il blog è pieno di roba bella di cui ignori l’esistenza.

Se decidi che un gioco – console – Dual Shock con Vibrazione a 3 marce e 5 intensità stimolante per lei e per lui – deve far parte della tua collezione, abbi almeno la buona creanza di provarlo per CINQUE CAZZO DI MINUTI della tua già miserabile vita.

Non devi per forza farlo con la copia che hai acquistato, sia chiaro. Anche se ritengo che collezionare sealed nel mondo dei videogiochi sia l’equivalente iper-costosa dei polverosi soprammobili in casa di tua nonna Franca, se hai un titolo originale sei “legally entitled” al possesso di una qualche forma di backup, che sia una rom, un CD, DVD o il belino che t’annega.

Dato che hai l’originale e che oramai le rom e le ISO le trovi pure su Famiglia Cristiana, cosa cazzo di impedisce di giocare a qualcosa che hai cercato per anni e per il quale hai speso tutti i fondi destinati all’università dei tuoi figli, bello il mio testino di cazzo?

Se non provi un gioco, a parte dare sfogo al tuo psicotico senso di possesso degno del miglior Jeffery Dahmer, che senso ha possederlo? Se non lo avessi capito, la mia è una domanda retorica. Davvero, non mi interessa conoscere il tuo parere.

Questa è una cosa che davvero non concepisco. Il retrogaming per me consiste nel rivivere emozioni, recuperare perle perdute che ai tempi non si potevano avere o semplicemente scoprirne di nuove.

Sai perché comprare Sunset Riders per Mega Drive solo perché costa più di 100 euro per me non ha senso? Perché l’ho rigiocato ed è una conversione che fa cagare. Se non l’avessi provato, avrei rischiato di commettere dei grossi, grossi errori.

3 – SE NON L’HAI PROVATO, NON PARLARNE

Una volta un vecchio saggio mi disse: “Non è che se sai a memoria tutta la filmografia di Rocco Siffredi sei un pornoattore anche tu. Al massimo non ci vedi più un belino”.

Tante, troppe volte mi è capitato di leggere nei gruppi di Retrogaming sparsi per l’Internette elogi a giochi veramente osceni solo perché la gente vede che costano un rene ed allora mette in piedi l’equazione COSTOSO=RAROH=BELLO=NEPARLOBENE.

Oramai, grazie al bias cognitivo da social che ti impone di dover per forza scrivere la tua sull’ultimo articolo sull’efficacia dei Vaccini quando il tuo titolo di studio più alto è la Patente B, ti senti autorizzato a parlare di un qualsiasi gioco perché lo fanno tutti, anche se non lo hai nemmeno mai visto piratato sulle bancarelle degli abusivi negli anni ’90.

Ti chiedo una cortesia da amico, come se fossi uno che conosco da vent’anni a cui farei fare il mio testimone di nozze: non farlo. Abbi un po’ di amore per te stesso e non cadere in questa trappola letale.

Sappi che, se parli di qualcosa che non conosci, prima o poi comparirà qualcuno a caso a mo’ di Straniero Senza Nome e ti farà notare, senza farsi nessuno scrupolo di coscienza, che non sai minimamente di cosa stai parlando e che di videogiochi non capisci una sega.

Farai una figura da coglione talmente alta che, se uno dei tuoi parenti chiedesse per te la 104, la otterrebbe per direttissima senza neanche passare dalla commissione medica. Anche se sei povero come la merda non è una soluzione. Se vuoi fare dei soldi facili e senza muovere un dito prova con il Reddito di Cittadinanza.

4 – ANCHE SE PIACE A TUTTI, PUO’ FARTI CAGARE

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, diceva un vecchio adagio ed i videogiochi non fanno differenza. Dopo che hai comprato e provato un titolo, non dire che è bello soltanto perché piace a tutti o perché è considerato il capolavoro di fine di mondo che se non l’hai mai giocato ti deve morire il cane per la vergogna.

Il mondo è bello perché è vario e, se tutti avessimo gli stessi gusti, probabilmente esisterebbe solo un gioco al mondo per il quale uscirebbe ogni anno una versione leggermente modificata, spacciata per nuova e ad un prezzo sempre maggiorato, che intanto se ne vendono un puttanaio lo stesso. Tipo Fifa o PES.

Nella mia lunga esperienza ho giocato ad un sacco di giochi per i quali i miei amici gridavano al miracolo e che mi hanno lasciato completamente indifferente. Ad esempio, malsopporto Metal Gear Solid.

Si, ho fatto coming out. La saga di Metal Gear non mi piace e preferisco piuttosto giocare 10 ore a Sword of The Berserk per Dreamcast nonostante tutti i difetti che ha. Non per questo però direi mai che sono oggettivamente giochi brutti. Sarebbe una mancanza di onestà intellettuale mostruosa e soprattutto un’uscita per il quale meriterei un coro di pernacchie e sganassoni sul coppino degne del miglior film di Fantozzi.

5 – ANCHE SE FA CAGARE A TUTTI, PUO’ PIACERTI

La naturale conseguenza del punto numero 4.  Se un prodotto è oggettivamente una merda è assolutamente naturale che possa piacerti. Ci sono alcuni giochi ed alcune saghe che continuo a comprare da anni senza nemmeno pensarci più di tanto, essendo pienamente cosciente che ci sono titoli, a parità di genere, avanti anni luce.

Ad esempio, se facessero uscire un gioco dove Ken il Guerriero deve attraversare un’autostrada senza farsi investire dai camion altrimenti muore spiaccicato, comprerei la Limited Edition al giorno dell’annuncio e passerei la notte prima del day one in religiosa meditazione attendendo la venuta del corriere che, come un novello Arcangelo Gabriele, mi porta la lieta novella dell’arrivo del Messia.

Ci sono anche persone a cui piacciono i giochi anni ’90 con gli FMV ma non per questo sono diverse da me e da te, anzi. L’importante è rendersi conto che mediamente quei titoli sono davvero un rutto a pedali e che piacciono a te semplicemente perché…ti piacciono.

Se qualcuno ti impedisce di godere di tutto il trash videoludico uscito negli ultimi quarant’anni è tuo diritto e dovere dirgli in faccia quello che pensi senza nessun tipo di filtro. Non ti assicuro che funzionerà ma sicuramente, dopo la quinta/sesta volta che lo farai, la tua anima sarà più leggera ed affronterai il mondo sentendo una forza dentro che neanche io so come.  

6 – CONDIVIDERE È BENE, MENARSELA È MALE

Non c’è cosa più bella che condividere la propria passione per i giochini da vecchidimerda come noi con altri vecchidimerda. Davvero, sono orgoglioso di fare parte di una casta di sopravvissuti agli estenuanti caricamenti dell’Amstrad CPC464, ai salvataggi sulle memory card che si corrompevano dopo 192 ore passate su Xenogears ed altre situazioni simili che solo dei veri Cro-Magnon come noi ricordano.

Dai, siamo sinceri con noi stessi, tu ed io lo facciamo per lo stesso motivo: siamo due persone più vicine ai quaranta che ai trenta che hanno deciso con largo anticipo come spendere i propri soldi durante l’inevitabile crisi di mezza età che, volenti o nolenti, ci coglierà. Al posto di farci il Porsche, ci siamo fatti un Neo Geo con Garou e non c’è niente di male in tutto questo. Pensa, il Neo Geo lo chiamano la Limousine e a ‘sto giro non ci devi nemmeno pagare il bollo sopra.

Siamo parte di una generazione che ce n’ha per il cazzo di crescere ed a cui piace crogiolarsi nel passato perché, mediamente, il futuro che ci raccontavano i nostri genitori composto dalla Santa Trinità Posto Fisso-Mutuo-Stabilità Sociale che andava tanto in voga negli anni ’80 ce l’hanno fottuto. Quindi abbiamo ripiegato sui ricordi, ché quelli non li levi dalla testa neanche a schiaffoni.

È proprio per questo che è bello rendere partecipi i tuoi amichetti digitali dell’ultimo acquisto che hai fatto, soprattutto se ha un significato importante per te. Ricordo quando Claudia, la povera donna che ha la sfortuna di stare con me da 15 anni e di essere pure la madre di mia figlia, mi regalò il PC Engine, console che desideravo fin dal primo numero di C+VG che lessi nei primissimi anni ‘90.

Postai in giro per i gruppi in cui ero iscritto le fotine del nuovo arrivo con l’intento di dire a tutti: “Ragazzi, è dal 1991 che lo volevo e finalmente posso giocare a BC Kid!”. Ero talmente contento e saltellante che mi guardavano con ribrezzo e superiorità pure i Labrador. Se fai così, sappi che va bene e hai tutta la mia approvazione.

Se invece posti la foto di una qualsiasi cosa sui social con la classica frase: “L’ho pagato 50 eurosh, ho fatto bene?” non sei un nostalgico che vuole condividere una parte della sua vita: hai solo la mamma puttana e devi compensare il fatto di non sapere chi sia tuo vero padre.

Sappi che, mediamente, non frega un cazzo a nessuno di quello che compri se lo fai solo per tirartela come se non ci fosse un domani. Anche in luoghi da super elitist come [INSERIRE NOME DI UN GRUPPO NEO GEO A CASO] verresti schifato nemmeno avessi l’Ebola a grappoli.

Sostituire un videogioco al righello con cui ti misuravi il pisellino da adolescente non aiuterà a curare la tua cazzopiccinite. L’età dello sviluppo l’hai passata da un pezzo.

7 – SII ONESTO CON TE STESSO E CON GLI ALTRI, PORCAPUTTANA

Se fai appartieni alla categoria di simpatiche teste di minchia che ho appena citato, sarai sicuramente anche uno di quelli che soffre della sindrome del pescatore. Credevi che quando ho parlato del PC Engine GT nel Primo Comandamento avessi finito con te?

Davvero, dire che ti hanno regalato qualcosa quando lo hai pagato quanto una vacanza alle Baleari non ti aiuterà a sentirti meno stronzo.

Sai qual è la cosa ancora più divertente? È che raccontare queste fregnacce serve solo a te. Capirei se dovessi nascondere la spesa ad una moglie poco comprensiva e che, per tua sfiga, ha pure un bravo avvocato ma menarsela con un gruppo di sconosciuti su Internet è l’equivalente digitale del “Miocuggino c’ha la Play 7 a casa sua ma non te la posso far vedere perché sta in Svezia”. Se era penoso a 12 anni, figuriamoci adesso.

Quindi sii onesto con te stesso e abbi il coraggio delle tue azioni. Hai speso un culo e devi esserne orgoglioso. Se non fai così sei tipo quelli che vanno in Chiesa tutte le domeniche e che poi vanno a mignotte con una marcia in più mentre i figli guardano la TV.

Ma non finisce qui. Tu almeno sei solamente devastato solo dai sensi di colpa. C’è gente molto peggiore di te al mondo.

Tipo quelli che rompono costantemente il cazzo dicendo che quel gioco/console/belinetto digitale l’hanno pagato meno dell’attuale prezzo di mercato, vogliono convincerti che sia sempre così e che sei TU l’unico coglione della galassia che paga di più le cose.  

Sgamare questi cani maledetti non è facile. Sono in linea di massima persone distinte, con un lavoro stimato e ben retribuito che spazia da alti profili nell’imprenditoria e nelle scienze fino alla nobile arte musicale, con in mezzo tutta una sequenza di variopinte professioni di alto profilo.

Da individui di tale caratura ti aspetteresti un pensiero più elevato ma, dato che te lo aspetteresti, succede esattamente il contrario. Per rimarcare il fatto che loro sono loro e tu non sei un cazzo, si sentono in dovere di dispensare il loro parere economico non richiesto.

Adesso, cari i miei piccoli Milton Friedman del retrogaming, fate silenzio ed ascoltatemi. Anche io ho comprato a 5 euro Sonic 3 in una videoteca di Genova. Nel 2002, quando la nobile arte del collezionismo si chiamava raccattare spazzatura in giro e se un tizio ti vendeva il suo Commodore 64 a 30 euro dopo se ne bullava con gli amici al bar durante l’aperitivo, dicendo di aver inculato un pollo.

I tempi, nel bene e nel male, sono cambiati. Fattene una ragione e non ammorbare l’umanità che tanto, l’unico prezzo corretto, è quello che uno è disposto a pagare per rivivere delle emozioni e, nel freddo buio della tua triste cameretta, lo sai anche tu.

8 – SE SEI UN RETROGAMER, L’UNICA COSA CHE CONTA È IL DIVERTIMENTO

Questa è facile: se ti approcci al retrogaming, non puoi rompere il cazzo con paragoni con le generazioni correnti. Ti giuro che, nella mia pluriennale esperienza nel settore, ho sentito dire cose del tipo “Eh, ma la grafica di Red Dead Redemption 2 è migliore di quella di Red Dead Revolver per Ps2”.

Secondo te ad uno così io cosa dovrei digli, oltre a consigliargli di prendere una mazzetta da 5 kg e di picchiarsela sulle palle fintanto che i testicoli non gli arrivano alla base del collo, così da diventare davvero la testa di minchia che è?

Capisco bene che ci siano alcuni giochi invecchiati davvero male, tipo il primo Tekken per PS1 dove i personaggi sembrano disegnati con una fresa e fluidi nei movimenti come un bodybuilder che si nutre solo di nandrolone ma, fare paragoni cross-gen su giochi simili, lamentandoti che quello uscito per la console precedente sia peggio esteticamente e con un gameplay probabilmente obsoleto, ti mette sullo stesso piano evolutivo di un trilobite che ha avuto un ictus.

Se hai deciso di giocare con i bei giochini di una volta è perché passi sopra a queste cose. Tu hai un cervello fluido che sa contestualizzare il periodo storico in cui è uscito un titolo, che sa sorridere dell’ingenuità delle scelte stilistiche dell’epoca o che riesce a gridare ancora al miracolo pensando a quanto cazzo era avanti Shenmue per Dreamcast quando è uscito.

Quindi gioca e non rompere il cazzo, che lamentarsi di queste cose è come andare a vedere Cannibal Holocaust e frignare perché c’è Luca Barbareschi che recita. Son cose che sai dai titoli di testa.

9 – SII ONESTO CON TE STESSO E CON GLI ALTRI, PORCAPUTTANA

In alcuni gruppi su Internet guidati da eshperti e santoni del retrogaming, se non giochi su CRT vieni insultato come un cane neanche fossi stato il macchinista del treno per Mauthausen nella tua precedente vita. Quale coppia di cromosomi sbagliata c’è nel tuo DNA da farti pensare che, se uno gioca con il Super Nintendo su un Full HD, è un coglione che non capisce un cazzo di retrogaming?

Al massimo può essere uno che non ha molta dimestichezza con il mondo dei televisori e pensa che la resa visiva sia la stessa anche un una TV moderna quando, oggettivamente, non è così.

Non sarebbe più semplice spiegarlo in due righe semplici semplici, così come ho appena fatto? Uno può anche non avere lo spazio dove mettere un cassone grande quanto un pozzetto refrigerante e che pesa come un cucciolo di Godzilla. Tu questo non puoi saperlo e quindi è più facile scartavetrare il cazzo.

Ti piacerebbe se ci fosse uno che si impunta e che ti tratta come la peggiomerda della galassia perché continui a dire che l’FPGA è uguale all’Hardware originale quando in realtà stai comunque emulando, per quanto possa essere una roba accurata e superfiga?

No, non ti piacerebbe. Se non ci credi, vieni a trovarmi a La Spezia. Dopo mezz’ora di discorso, sarai in un angolo a piangere come Ace Ventura dopo che ha scoperto di aver ficcato la lingua in bocca ad uno con un baffuto pennellone. Oppure, se mi rompi troppo il cazzo, in un fosso tutto bagnato che ti manca un rene.

10 – SE I 9 PUNTI PRECEDENTI NON SONO ABBASTANZA, TE LO SPIEGO COL DECIMO

Hai capito qual è la summa del discorso? Non devi rompere il cazzo al prossimo. Mai nella vita.

Ti ha dato fastidio tutto quello che ho scritto? Ti sei sicuramente sentito chiamato in causa almeno in un punto? Ti rode il culo sapendo che fai parte di una categoria di persone che ho disprezzato con tutto il mio io più fermo anche solo per 30 secondi, travolto da così tanto immotivato e violento odio?

Bene, se ci sei stato male ci godo come un porco ed ho centrato in pieno il mio scopo.

Non arrogarti il diritto di avere un comportamento tossico nei confronti di persone che nemmeno conosci, di cui non sai un cazzo e che sono venute in contatto con te solo ed esclusivamente perché avete una passione in comune.  Se leggi cose ed opinioni con le quali non sei d’accordo o che pensi siano sbagliate non comportarti da testa di cazzo.

Sei una persona adulta, maggiorenne, vaccinata e che ha perso la verginità quando ancora i film con Cicciolina erano mainstream, quindi comportati come tale e non fare lo stronzo più del dovuto, che stiamo parlando dei giochini, non della risoluzione del conflitto in Medio Oriente.

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Erano anni che volevo scrivere ‘sto pezzo e con questo credo di aver detto tutto, almeno fino alla prossima volta in cui mi firmerò nuovamente con il mio vero nome. Tranquillo, non sono sempre così incazzato. Posso essere pure peggio.

Nel prossimo pezzo ritornerò ad indossare il Kimono del mio alter ego Segata Kenshiro, dispensando perle di saggezza e sganassoni uattà in giro per tutta la Bitellonia conosciuta.

Passa una buona estate che ci vediamo a settembre e mi raccomando: fai il bravo.

– Alessio Brunetti –


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