Uè animali! Siete finalmente tornati dalla vostra proletaria mezza giornata di ferie a Pietra Ligure durata meno del primo gettone bruciato sotto i colpi di lanciafiamme degli Sturmtruppen di Metal Slug? Avete pisciato il neca parcheggiato impunemente nel vostro monoloculo meno abitabile e scaccia-serotonina di una stanza priva di porte e finestre tra le mura del pianto di The Sims? Vi trovate di nuovo seduti in plancia a fianco del collega Rambelli e state pensando inutilmente al nuovo elettrizzante slogan della Mulino Blanka, ma il richiamo dello spago echeggia nel ventre? Ma soprattutto avete scambiato il certificato verde con le keycard color Valderrama di Doom e al posto di gustarvi la mostra di nunchaku plasticati di Michelangelo o la Pizza Quattro Straccioni di Raffaello vi ritrovate ancora esiliati in smart working su Deimos a scornarvi con il vostro Final Boss Icon Of Sin?
Il ritorno al logorio della vita moderna e next-gen dopo essere stati nel burro per tutta la vacanza a suon di mance shoot ‘em up da trecentomila è tremendo, believe me. Ma non tutto il contemporaneo vien per nuocere e oggi vogliamo dedicare la nostra rubrica di retro-varietà ad alcuni pennelloni digitali che hanno avuto il buon gusto di cimentarsi con l’elemento fondamentale alla base dell’unica espressione artistica che conta: il Pixel. E ora non fatevi dire “capre” in una sgarbatissima ultracombo di disprezzo: evitate i commenti della critica da NCS, abbassate al minimo la risoluzione del vostro CRT, sintonizzatevi sulle televendite e uscite i vostri NFT per accattarvi gli artisti museali della Pixel Art che conta. E a chi vi dice che l’arte riprodotta non è arte e altre giargianate rispondete che essere fieri di possedere dei multipli è lapalissiano. Parola dell’Orlando Furioso.
BIONIC CUMMENDA’S PIXELOUVRE
thanks_to: retronator.com
“See you later!”
