FATAL FURY SPECIAL

Benvenuti nel mio Dojo, miei giovani Pandavan!

Dopo l’ultima lezione che è stata scritta dal mio gemello cattivo, quello che insulta le persone e che ci gode pure, ritorniamo al rigore e alla disciplina che ha sempre contraddistinto la Sacra Scuola Kalinske. Dopo le 37500 sessioni di teoria che vi ho propinato negli ultimi anni è finalmente arrivato il momento di menare sganassoni come se non ci fosse un domani.

Ho pensato molto a quale fosse il modo più veloce di infilarvi in corridoio di ceffoni senza che l’impatto con la dura legge della strada vi traumatizzasse. Per farlo mi sono rimesso in gioco in prima persona, riprovando tutti quei percorsi di dolore che anche io, da implume allievo, ho affrontato con più o meno successo.

Dopo aver immediatamente scartato Street Fighter 2, ché a metter l’avversario all’angolo e pigiare pulsanti a caso siam buoni tutti, e Art OF Fighting 2, che se uno ama la sodomia ci sono modi più piacevoli e profittevoli per praticarla, mi sono messo sotto le acque della cascata del Monte Fasce a meditare, lasciando che gli Spiriti dei precedenti Successori rispondessero a questo mio annoso quesito, attraverso la tecnica della Trasmigrazione Attraverso Satomi.

Shin e Juda rimangono gli stessi. Il frangettone, fonte del potere, lo hanno pure loro.

Mentre le note di Baby, I Love you risuonavano nella mia testa, ho avuto una visione. Davanti a me si stagliava un energumeno biondo con un cappellino orribile in testa e con una giacca assurda addosso. Era sicuramente il segnale che cercavo. Anche questa volta la tecnica si è rivelata infallibile e mi ha mostrato la giusta via.

Fra tutti i picchia picchia che hanno un posto speciale nel mio cuore di Successore, quelli della saga di Fatal Fury hanno quel qualcosa in più. Se escludo Garou: Mark Of The Wolves, che merita un libro di 898 pagine a parte, i miei pugni si alzano al cielo indicando quel gioco che illumina la mia speciale stella povertà, tanti sono gli spiccioli che ho lasciato nel cabinato e per il cartuccione AES: parlo di Fatal Fury Special!

Insert your stipendo or your nonna’s pensione here.

Ad un occhio poco attento questo gioco, uscito nel Settembre 1993 nella versione MVS (che è quella da sala giochi), può sembrare soltanto una versione pimpata di Fatal Fury 2 dell’anno precedente. Noi membri della Sacra Scuola Kalinske però sappiamo guardare oltre la vista e, grazie al nostro allenamento, notiamo subito che la definizione di “remake” non è solo sbagliata, ma anche tremendamente superficiale.

Fatal Fury Special è il primo 1VS1 di SNK che riuscì a battersela ad armi pari contro il signore indiscusso dei giochi di schiaffoni Street Fighter 2, differenziandosi da quest’ultimo grazie ad un gameplay comprendente alcuni elementi esclusivi, sprite a dir poco enormi e un plot degno di un Revenge Movie anni ’80 che aggiungeva quel tanto che basta al mood degli scontri per renderli più interessanti da vivere rispetto al classico “vediamo chi è il più forte del mondo”.

Prima di cominciare gli allenamenti analizziamo tutto per bene, punto dopo punto.

LA STORIA

Negli anni ’90, le storie dietro ai beat’em up avevano la stessa utilità delle trame in un porno. Se ci pensate bene, basta sostituire l’idraulico che ti viene in casa con il ciclista che ti taglia la strada ed ecco che il pretesto per far partire una scena in cui due corpi si avvinghiano, anche se con finalità differenti, è praticamente identico.

Grazie ai giochi SNK, per la prima volta, troviamo qualcosa che valga la pena di essere letto e non saltato a piè pari come la richiesta di fare un mese di prova di Youtube Premium, grazie esclusivamente alla presenza di uno dei boss finali più belli di sempre. Colui che è tornato dalla morte più volte di Brooke di Beautiful: Geese Howard.

Guardate com’è bello, sembra Franco Trentalance coi capelli.

Per fare un breve riassunto delle puntate precedenti, Geese è l’uomo dietro il rapimento di Yuri in Art Of Fighting e che funge da evil mastermind durante il secondo titolo della saga, dove è pure possibile affrontarlo in veste di boss segreto. Dieci anni dopo lo ritroviamo a capo della criminalità organizzata di South Town e, in quel frangente, viene trovato da Terry Bogard che, dopo uno scontro in cima alla Geese Tower degno delle migliori produzioni di Hong Kong, muore svolato dal 39 piano e dato per morto.

In questo breve periodo di assenza, perché lo sappiamo tutti che uno così fico non è che lo puoi far schiattare subito che poi non sai chi metterci alla fine di un gioco, il vuoto di comando viene coperto dal fratellastro maggiore di Geese, tal Wolfgang Love Me Amadeus Krauser: un tizio con i capelli viola, baffi come Freddie Mercury ed un armatura rubata direttamente al Grande Tempio di Atene, in barba dell’opinione dei Cavalieri d’oro presenti.

Durante il suo dominio, una voce cominciò a circolare insistentemente nel sottobosco malavitoso: Geese, probabilmente era ancora vivo. Questa notizia arrivò anche ai Fratelli Bogard che non più tardi di 5 minuti dopo, decisero di andare a chiudere definitivamente i conti con l’uomo che ebbe la malaugurata idea di ammazzargli il padre molti anni prima.

SPOILER: Non ci riescono nemmeno a ‘sto giro. Geese morirà per davvero in Real Bout Fatal Fury pur ripresentandosi a intervalli regolari sotto forma di spirito, spettro, memoria del passato, robottone gigante, cartellone stradale, meme su Facebook, testimonial delle patatine PAI ed ospite in giochi di altre case produttrici.

Questo perchè SNK lo ama, il mondo lo ama ed il fandom tutto lo ama. Dopo la comparsata in Tekken 7 me lo aspetto nel remake di Cooking Mama su Switch che affetta le cose a colpi di Raging Storm.

IL GAMEPLAY

Il gameplay riprende a piene mani quello del suo predecessore, aggiungendo delle feature che ne modificano in parte lo stile e la giocabilità stessa: la velocità dei combattimenti è più alta e fornisce una maggiore fluidità agli scontri e, grazie al nuovo sistema di combo, è possibile combinare gli attacchi creando vere e proprie sequenze di mosse in catena.

In pratica, ogniqualvolta portiamo con successo un colpo all’avversario, diventeremo “invincibili” per una frazione di secondo e, se saremo bravi bravi, apriremo la strada a tutte le tecniche che andremo a concatenare. Come in Fatal Fury 2, ritroviamo il combattimento su 2 livelli, in primo o secondo piano sullo schermo. Possiamo saltare volontariamente da una parte all’altra premendo i tasti A+B o far volare l’avversario con un attacco forte portato utilizzando B+C. 

Il roster è carico di personaggi. Oltre ai nomi presenti nel suo diretto predecessore, qui si possono usare tutti i personaggi del primo titolo, boss compresi. Ritroviamo quindi nomi del calibro di Duck King, quel vecchiodimmerda che mi fa sputare sangue ogni volta di Tung Fu Rue, Billy Kane, Axel Hawk e Lawrence Blood. Come se non fosse già bello così, potremo utilizzare anche Sua Maestà Geese Howard e Wolfgang Krauser, per non farci mancare proprio niente.

Tiè, giusto due personaggi giocabili.

All’inizio del gioco potremo selezionare, sia il personaggio che useremo che il primissimo avversario che vorremo affrontare fra i 14 disponibili nel roster. Come succedeva già in Art Of Fighting 2, la sequenza di scontri successiva verrà automaticamente gestita dalla CPU in un ordine prestabilito e si concluderà sempre con il quartetto finale del primo Fatal Fury e con Wolfgang come ultimissimo fight. 

La difficoltà è incrementale fra i round come da migliore tradizione SNK quindi più si va avanti peggio sarà. Nonostante queste rosee previsioni, affrontare un personaggio specifico in un dato momento della sfida può fare la differenza fra la vittoria e l’inserire un altro credito.

La scelta del primo sfidante diventa fondamentale per giocare al meglio le proprie carte. Ad esempio, può essere saggio menarle immediatamente ad uno ostico come Terry così da ritrovarsi al quarto stage Tung Fu Rue, che è sempre molesto ma ancora fattibile, Kim come sesto, che fa solo un po’ bestemmiare ma si ce la fa ancora e Andy come ottavo, che ti fa salutare fortissimo la mamma di Gesù ma meno di Terry, quindi va bene così.

Il sistema di mosse speciali è variegato e di relativamente semplice esecuzione. Non semplicissime ma nemmeno vicine ad alcune follie di game design viste in altre produzioni della stessa casa. Abbiamo a disposizione anche una Desperation Move per personaggio, effettuabile quando la nostra energia rimasta è al 20% o meno. Nemmeno da dire che queste Super Combo fanno possono potenzialmente ribaltare una partita se ben sfruttate.

Il comparto grafico è essenzialmente identico a quello di Fatal Fury 2. Le location rappresentano molto bene il carattere e lo stile di combattimento dei proprietari e viene aggiunta, come piccolo tocco di classe, una variazione di colori durante i match in base al momento della giornata in cui ci troviamo: durante un round saremo ipoteticamente in pieno giorno, nel secondo di pomeriggio e nel terzo in notturna.

Per mettere un po’ di pepe, alcuni stage presentano l’impossibilità di cambiare il piano dello scontro. Quello di Lawrence, ad esempio, presenta una mandria di tori in corsa. Se useremo un attacco forte contro l’avversario, questi volerà sullo sfondo dello schermo e verrà travolto dai tori, subendo danno.

COMPARTO SONORO E MUSICA

Il comparto audio è una vera e propria bomba. Oggettivamente è difficile che in un gioco SNK ci siano effetti sonori o tracks brutte ma qui siamo a livelli davvero memorabili. Tutti gli stages hanno un accompagnamento degno di nota anche se, la traccia Dies Irae che accompagna lo scontro finale con Krauser, è veramente qualcosa che supera tutte le aspettative.

REPERIBILITA’

Fortunatamente, Fatal Fury Special è fra i giochi più economici dell’intero parco titoli Neo Geo. Si può recuperare in versione AES giapponese ad un costo che va dai 50 agli 80 euro. La controparte MVS non si discosta di molto, nemmeno in verione Full Kit. Se non siete possessori di hardware SNK potete giocare ad una delle 10000 conversioni e porting usciti, che vanno dal Mega Drive fino al Bimby ed alla Mokona Bialetti.

Concludendo, questo gioco è il miglior titolo che SNK ha sviluppato nel primissimo periodo per la saga di Fatal Fury e, benché ora possa sembrare molto Old School a voi nuove generazioni che siete abituati a darvi i ceffoni online sulle robe 3D, ha ancora molto da raccontare e da insegnare a chi lo prova. Ai livelli di difficoltà più bassi, FFS può sembrare una sfida quasi triviale per gli esperti del genere ma questa sensazione cancellata completamente alzando l’asticella verso l’Hard Mode, che picchia duro tutti qui giocatori che osano affrontarlo impreparati. 

Come se non fosse già un titolo value di suo, la longevità innalza la bellezza di questo beat’em up in maniera incommensurabile. Finire il gioco con tutti i 14 personaggi disponibili vi darà un bel da fare e si può tranquillamente tendere all’infinito se si parla di partite 1 contro 1 con un amico.

Se proprio devo trovare un contro, forse la modalità Arcade poteva essere più breve. Dover affrontare 14 + 1 scontri (ma solo se siete bravi bravi) richiede una concentrazione media maggiore rispetto ad altri titoli del genere che tendono a concludersi dopo un numero minore di match.

Ora avete la vostra nuova sfida pratica, miei giovani allievi. Prendete in mano il pad ed allenatevi, che uno degli esami finali è battermi mentre uso Terry Bogard e vi prendo a Blast Wave sulla faccia.

Adesso prendete questi insegnamenti, fatene tesoro ed andate a menare dei belini da un’altra parte!


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