HALLOWEEN + THE TEXAS CHAINSAW MASSACRE

Tutta la lunga carriera della Wizard Video Games durata 2 giochi. (di Starfox Mulder)

Questa sera bambini vi racconto una storia.Il racconto parte dalle videoteche, ve le ricordate?
Dai, quelle che avevano sempre una stanzina chiusa con la tendina e se non eri maggiorenne non ci potevi entrare.
Parliamo della fine degli anni ‘80 e di tutti gli anni ‘90, il periodo in cui son passato dall’essere un cucciolo di canide ad un baldanzoso agente complottista, passando il tempo libero tra un videogame ed una VHS appena noleggiata. I film a luci rosse erano vietati ma gli horror no e sfoggiavano copertine capaci da sole di non farti dormire la notte. Eccone alcuni esempi:

Sapete cos’hanno in comune tutti i film presenti nella immagine di qui sopra? Sono stati distribuiti dalla Wizard Video, un’azienda fondata da Charles Band col compito di realizzare VHS di varie pellicole, soprattutto di genere Horror. Se non siete avvezzi all’ambiente ma amate comunque il cinema vi cito giusto qualche titolo più eclatante: Zombie 2 (sì, quello di Lucio Fulci), Non aprite quella porta (in originale The Texas Chainsaw Massacre) e Il Camorrista (di Tornatore).
I nostri, pensate un po’ bimbi, pensarono pure di entrare nel mondo dei videogames con una sussidiaria, creata per l’occasione: Wizard Video Games.
Fecero uscire solo due titoli, entrambi oggi sono molto rari e costosi, perché all’epoca vennero osteggiati per l’eccessiva violenza.
Ebbene sì, per voi giovincelli abituati con Carmageddon o Mortal Kombat, pensare che già nei primi 80es si facevano campagne contro i videogames potrebbe risultare strano ma l’intera produzione della Wizard Video Games subì un’ondata di indignazione tale da portarli ad essere venduti solo nei negozi per adulti o sottobanco da commercianti che si guardavano bene dal mostrarli in pubblico.
Risultato? La sussidiaria chiuse e la Wizard Video si concentrò esclusivamente sui prodotti home video.
Ma com’erano i giochi da loro prodotti? Questa sera vi regalo una recensione grindhouse (ossia doppia), ma prima: SIGLA

HALLOWEEN (1982 – ATARI VCS)

Si parte dalle premesse del film: Michael Myers torna nella casa in cui crebbe da bambino, dopo esser scappato dall’ospedale psichiatrico in cui venne rinchiuso in seguito al massacro della sua famiglia, e vuole continuare la mattanza. A farne le spese sarà la babysitter Lori Strode e i bambini che è stata chiamata a badare.
Noi interpretiamo Lori ed avremo un bel da fare per uscirne vivi…per il più lungo tempo possibile.

L’ambiente di gioco è composto da una serie di schermate separate che hanno il compito di rappresentare le due case presenti nel film (separate da una strada su cui non finiremo mai). Noi scappiamo, Michael ci insegue col suo coltellazzo da cucina. In ognuna delle case ci sono dei bambini che scorrazzano ed avranno l’effetto di attirare il malvagio psicopatico lontano da noi dal momento che punterà ai pargoli ma se li prenderà, oltre ad ammazzarli di netto, eccoci di nuovo preda preferita. Se ci prende? Zac, perdiamo la testa e con essa una delle nostre tre vite (rappresentate da altrettante zucche sulla parte alta dello schermo).

Come evitare la disfatta?
In primis scappare a più non posso. Quando cambiamo schermata i bambini sono salvi e noi pure, almeno per gli istanti necessari a Michael per riapparire.
Non ci limiteremo alla sola fuga però, dal momento che in giro per le due case ci sono delle armi che potremo utilizzare contro il nostro inseguitore. Raccolte ed utilizzate allontaneranno Michael per un po’ e ci consegneranno diversi punti. Più punti facciamo e più Michael diventa veloce. Alla fine si muore, è inevitabile ma nel frattempo ci si diverte? Per un po’ sì! Volevate un voto? Non ve lo do; mi limito a dire che per una fredda notte autunnale rappresenta una compagnia degna d’uno slasher di fine anni ‘70 e gli effetti gore rendono bene nonostante i pochi pixels.

THE TEXAS CHAINSAW MASSACRE (1983 – ATARI VCS)

In una recente sfida tra amici a scegliere quale fosse il film horror più spaventoso di tutti i tempi “in relazione al momento storico in cui è uscito” (tutti bravi a dire che oggi non fa più paura, va visto nel contesto), Non aprite quella porta ha rischiato seriamente di arrivare primo in classifica (poi ha vinto l’Esorcista, NdS).
Cosa aveva di tanto spaventoso?
Come tutti i migliori horror che si rispettino, in The Texas Chainsaw Massacre c’era la critica sociale e qui si manifestava nel “vecchio che divora il nuovo”…letteralmente. Un gruppo di hyppies che gironzolano gli States con il loro furgoncino si ritrovano vittime di una famiglia tradizionale texana che ha il piacevole hobby del cannibalismo. Uno per uno vengono fatti a pezzi e divorati dai i vari membri della family (Resident Evil 7 spostati) in un trionfo di squartamenti e sangue. Immaginatevi il 1974 e cosa doveva essere vederlo per gente dell’epoca.


Su tutti i villains spiccava un personaggio che poi sarebbe diventato iconico: Leatherface.
Il nostro è un gigante ritardato che ha la passione per le maschere di pelle umana e l’uso della motosega come mezzo di potatura umana, ragion per cui alla Wizard pensarono bene di sovvertire la regola del precedente Halloween e metterci non nei panni delle vittime pronte a scappare ma bensì in quelli dell’assassino.
Armati con la nostra immancabile Chainsaw dovremo infatti vagare per i campi di famiglia in cerca di giovani donzelle da squartare, pronte a premiarci con punti e, ogni tot, un bonus benzina per la motosega. Il gioco è tutto qui dato che a rallentarci saranno solo vari ostacoli disseminati lungo il percorso a scorrimento orizzontale bifronte (che andiate a destra o sinistra il campo di gioco si genera comunque randomicamente) e le tre taniche di benzina che si esauriranno. C’è il multiplayer alternato ma, come sempre accade in sti casi, non serve praticamente a niente.
Lo ammetto: le prime partite sono parecchio spassose.


Interpretare il cattivo, per una volta intento in un’attività di puro sadismo, è catartico…ma poi la pacchia finisce in fretta e ci si trova davanti ad un titolo debole e ripetitivo in modo sciocco.
Per dire: in un match ho contato che mi sono finite addosso circa 50 carrozzine. La nostra famiglia ha una sanitaria? Grazie a sto gioco si scoprono retroscena nascosti nel film per cui dietro tutti c’è Big Pharma? Non cielo dikono?

CONCLUDENDO
I giochi della Wizard Video Games oggi sono rari e quindi ricercati dagli idioti del sealed ma probabilmente, ed al di là della persecuzione subita all’epoca dagli stessi che oggi fanno petizioni contro Squid Game, la verità è che senza queste premesse sarebbero andati a mettere pezzi sul bulldozer che sbriciolò l’industria videoludica nel 1983 (altro che ET!).
Due titoli realizzati per impressionare e dall’idee divertenti che si schiantarono velocemente contro una realizzazione mediocre incapace di appassionare. Però ehi: per Halloween vanno benissimo!


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