La prima volta di Lord British non si scorda mai! (di Starfox Mulder)
Questa recensione è una truffa.
Una sudicia marchetta per parlare di una cosa e portarvi a comprarne un’altra.
Oh, se non altro sono un volpino onesto, ve lo dico nei titoli di testa!
CONTESTO
Richard Garriott, classe 1961, era nato a Cambridge ma cresciuto in Texas e questo gli fece ottenere il soprannome di Lord British dalla cumpa amerighena. Giocava a D&D nei tardi anni ’70, ma si stava anche fissando con la programmazione, solo che la gestiva da telescrivente priva di schermo. La cosa incredibilmente non lo fece intristire come avrebbe fatto a qualsiasi comune essere umano, e finì per fare 28 versioni del suo programma di “allenamento”, chiamato (con estrema originalità) D&D.
Un giorno però accaddero due cose: ricevette dai genitori un Apple II e capì che era arrivato il momento di inventarsi almeno un titolo decente per il suo progetto principale.
Quale? Ovviamente quello di cui stiamo parlando ora: Akalabeth!
Giunti a questo punto potrei parlarvi di come si fece finanziare la stampa di 30000 copie del gioco che finì per fruttargli 150000$, di come molti considerano (a ragione) il gioco come precursore della prima importante saga CRPG della storia (Ultima) ma diciamocelo: Andrea Contato ha già fatto tutto molto meglio di quel che mi potrei io a fare in poche righe. Quindi passiamo al gioco vero e proprio!
TRAMA
Questa me la risolvo velocemente: leggete direttamente dalle parole di Garriott nell’immagine di qui sopra. Edizione extra lusso in busta di plastica e fotocopie del manuale. Praticamente la versione videoludica di una fanzine.
GAMEPLAY
Ritengo il genere crpg tra i più ostici da recuperare in quest’epoca di massima accessibilità.
Serve leggere il manuale, utilizzare una marea di tasti della vostra keyboard e spesso anche gran schermate di testo per capire cosa fare….non Akalabeth. O almeno non del tutto, via!
Le cose da sapere sono relativamente poche e si gioca subito.
In fase di creazione ci viene chiesto il nostro numero fortunato ed il livello a cui giocare. Come questi aspetti influiscano sulla generazione casuale del mondo di gioco lo ignoro ma lo apprezzo, infatti nessuna partita è simile alla precedente. Pensare di rendere tutto procedurale prima ancora che il problema della rigiocabilità fosse stato davvero considerato fu un discreto lampo di genio ma ci arriveremo meglio dopo.
Passato il primo step è il momento di generare casualmente le caratteristiche del nostro personaggio, scegliere se farlo guerriero o mago (cambiano gli oggetti utilizzabili) ed infine fare acquisti pre-partita.
Qualche arma, eventualmente uno scudo ma soprattutto IL CIBO.
Era l’inizio gente, si moriva più per l’esaurirsi delle scorte alimentari che per i punti ferita azzerati, tenetene conto!
Fatto il pre, passiamo al gioco vero e proprio.
Alternandoci tra castelli (dove incontreremo il nostro unico fornitore di quest che ci dirà di ammazzare mostri sempre più potenti), città (dove fare spese) e soprattutto dungeons, lo spostarsi sulla mappa non comporta alcun vero pericolo, tranne quello di restare senza cibo.
Morale: infilarsi in un dungeon quanto prima e giù a sfettucciare mostri.
Gli avversari uccisi danno soldi, coi soldi si compra cibo ed equipaggiamento migliore, poi le cose si faranno interessanti.
Se gironzolare sulla mappa ci può mettere sconforto per la minimalità della grafica ed il semi-nulla da fare, i dungeons sono (giustamente) il nucleo dell’intera esperienza di gioco, che vista oggi assomiglia molto più ad un roguelike. Si entra in un ambiente 3D poligonale che sicuramente per l’epoca avrà lasciato a bocca aperta parecchi, si arraffa tesori, si ammazza un po’ di gente e poi via di corsa.
I mostri incontrabili sono fino a 10 differenti, i sotterranei possono scendere anche di parecchi livelli (fate la mappa o ciao) e i forzieri contengono la maggior parte delle cose acquistabili in città.
I comandi: tutto da tastiera come dicevo ma tranquilli che c’è poco da imparare. Con le frecce direzionali ci si muove, con A si attacca (poi però ci verrà chiesta anche l’iniziale dell’arma che vorremo usare e l’opzione se usarla in corpo a corpo o come arma a distanza), con X si salgono/scendono scale e buche, andandoci semplicemente a sbattere si aprono gli scrigni. Non vi serve altro.
LONGEVITÀ
Mi son bellamente tenuto la spiegazione del discorso rougelike per questo paragrafo. Mortalità altissima, chances di terminare il gioco in un’unica run, partite generate proceduralmente…insomma: cosa vi ricorda tutto ciò?
Nonostante tutto Akalabeth ha il pregio/difetto di essere un’esperienza che può essere goduta tutta d’un fiato e fa da preview a quello che saranno i successivi capitoli di Ultima. Si usa un solo personaggio, le possibilità offerte dal gioco sono poche e concentrate nell’esplorazione.
Un esercizio di stile insomma, che può stancare dopo una settimana come pure mai. Io son di quelli che ci si rimette sopra almeno una volta all’anno, quindi posso solo dirvi di provarci e farmi sapere se lo ritenete fighissimo ed eterno come lo vedo io.
REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO
Se non amate farvi truffare nell’acquisto di improbabili pezzi storici, i metodi sono svariati e tutti gratis (per espressa volontà di Lord British in persona). Potete scaricare la versione PC su Gog, quella apple II da myabandonware o infine la più recente per C64 dal sito di Dungeoneer Games & Simulations.
E qui scatta la marchetta!!!!!!

Gli stessi che hanno contribuito attivamente alla realizzazione della versione Commodore 64 per Akalabeth stanno per lanciare un GDR cartaceo scritto da …me!
Ebbene sì gente, al Bologna Nerd 2022, che si terrà il 25 e 26 Giugno 2022 (fra circa 18 giorni quando leggerete questo articolo) verrà presentato pubblicamente presso lo stand della Terra dei Giochi (che poi lo venderà anche tramite store online) il gioco di ruolo Streben.
Non è un videogioco, attenzione.
Non ho le competenze (ancora) per realizzarne di mio ma nessuno vieta ad alcuni talentuosi developer di mia conoscenza (ammicco ammicco) di darmi una mano in merito…ma questa è un’altra storia.
Si tratta di un GDR cartaceo interamente sviluppato su uno schermo del Master.
Roba per cultori ma anche per neofiti.
Vi invito quindi a venirmi a trovare domenica 26, unico giorno in cui riuscirò ad essere in fiera, ma soprattutto a divertirvi con quello che ha buonissime chance di essere il GDR più economico che troverete in circolazione. Il perché lo lascerò scoprire a voi, intanto chiudo la marchetta!
CONCLUSIONE
Akalabeth è un mito, un capostipite, l’eroe che per primo si è messo di impegno a spiegare al mondo come doveva fare giochi di ruolo su PC.
Attenzione: non il primo crpg, bensì il primo a spianare seriamente la strada al genere.
Oggi può tener lontani i curiosi per la sua minimalità e l’uso della tastiera come unico mezzo per giocare, ma proprio quelle poche cose da fare le ritengo al tempo stesso l’aggancio perfetto per tutta quell’enorme pletora di persone che si tengono lontane dai vari Ultima o Wizardry, infarciti di testo infinito e moltissimi comandi da imparare. Non qui, non nel World of Doom.
Akalabeth si impara in 5 minuti e intrattiene per ore, inoltre è gratis per espressa volontà del suo creatore!
Provatelo, godetelo, parlatene e soprattutto: comprate Streben!
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…e meno male che avevo detto di aver terminato la marchetta…