NON AMO LA NEXT GEN MA… KATANA ZERO (2019)

Quand’è stata l’ultima volta che avete messo alla prova i vostri nervi con un trial and error? (di Winona Raiden)

Sembra ormai conclamato che basti ricoprire qualcosa di sfavillanti colori al neon per scatenare il mio entusiasmo, e Katana Zero non fa eccezione. Mi ha attirato inesorabilmente dal primo momento in cui è apparso timidamente nella libreria dei consigliati di Steam, anche perché pensavo di trovarmi di fronte a un platform semplice semplice a cui giocare per rilassarmi nelle caldissime serate estive. Beh, mi sbagliavo…

TRAMA

Il protagonista di Katana Zero è un samurai dalla dubbia identità, anacronisticamente vestito in abiti tradizionali nell’iper moderna New Mecca: un setting cyberpunk che vi mette subito nel mood giusto.
Quel po’ che sappiamo di Subject Zero è che sembra lavorare come sicario ma a giudicare dalla catapecchia in cui vive il business non è più quello di un tempo. Troppa concorrenza forse, o potrebbe dipendere dal fatto che Subject Zero non ricorda nulla di sé stesso ed è completamente in balia del suo psichiatra e di qualche superiore misteriorso che gli consegna i dossier delle persone da fare fuori.

Ogni riferimento a Elon Musk è puramente casuale

Ovviamente mi auguro che SZ possa riappropriarsi presto della sua autostima e chiedere un aumento: nel frattempo dovremo aiutarlo a superare questi 10 giorni di ordinaria follia e cercare di capire la sua storia attraverso le criptiche conversazioni con lo psichiatra di cui sopra.

GAMEPLAY

Katana Zero è un hack’n’slash a scorrimento multidirezionale caratterizzato da livelli brevissimi in cui non c’è spazio per gli indugi. Vanno affrontati con l’istinto primordiale di un animale che lotta per la sopravvivenza, eliminando un nemico dopo l’altro grazie alle diverse abilità di Zero. Va tenuto presente che qui basta un colpo, ma anche semplicemente un contatto fisico di qualsiasi tipo con uno degli avversari, per perdere la vita e dover ricominciare il livello. Per fortuna, dato che non siamo davvero in un retrogame, l’unico limite al numero di tentativi è stabilito dalla media tra la nostra pazienza e il nostro incamponimento nel superare lo schema – come li chiamavamo qualche decennio fa.

Quando vinciamo possiamo bearci di noi stessi grazie alla moviola

L’arma principale di Zero è ovviamente la katana, ma può anche afferrare e lanciare gli oggetti presenti nello scenario e soprattutto ha un super potere mica da poco, ovvero quello di rallentare il tempo. Questo gli permette, per qualche legge della fisica che ignoro, di sopravvivere ad attacchi che a velocità normale gli sarebbero fatali, e persino di attraversare i raggi laser rimanendo illeso.
In alcune occasioni sarà anche necessario ricorrere allo stealthing.

Qui quando fermiamo il tempo
Qui quando stealthiamo. L’occhietto serve a farci capire se siamo sgamabili o no.

GRAFICA & SONORO

Questo è un altro di quei titoli indie che regalano infinite soddisfazioni e continuano a dimostrarci che il termine “produzione indipendente” non ha ormai più nulla a che vedere con “dilettantismo”.  La mente unica dietro Katana Zero è quella di Justin Stander aka Askiisoft, che ha dedicato 6 anni allo sviluppo del gioco in autonomia quasi totale, ricorrendo ad artisti esterni per la grafica e il sonoro.
Stander aveva le idee chiare su ciò che intendeva realizzare e per questo ha cambiato tantissimi collaboratori fino a trovare ler persone giuste che fossero sulla sua stessa lunghezza d’onda. Il magistrale risultato è sotto gli occhi di tutti: una pixel art senza sbavature che si muove perfettamente tanto tra i toni fluorescenti quanto tra quelli pastello, di cui le nuvolette fumogene sono un kawaiissimo esempio.

La colonna sonora a sua volta ha un ruolo di prim’ordine, tanto che a inizio di ogni mondo appare a video il titolo della canzone e l’artista che la esegue (ovviamente esistenti solo nell’universo di gioco), quasi come se fosse un programma radio!

PERCHÉ UN RETROGAMER DOVREBBE PROVARLO

Perché Askiisoft l’ha creato praticamente per noi, dichiarando apertamente che i giochi moderni sono troppo facili ed era ora di ricominciare a morire!


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