Salve a tutti, o miei adorati fans bitellonici. Sono sempre io, il vostro instagrammico Magnum CD-i (ebbene si, sono su Instagram) ed oggi sono qui per dirvi…(pausa ad effetto), che NON NE POSSO PIU’ DI QUESTA ARSURA. Ebbene si ragazzi, anche il vostro investigatore da spiaggia hawaiana non può resistere al caldo di questi giorni, anche se un buon cocktail e le pale sul soffitto aiutano a mitigare in parte la sofferenza.
Con questo caldo passa anche la voglia di giocare, lo capisco, per non parlare della voglia di scrivere recensioni con il PC (rigorosamente “fisso” e precedente al dual core) che scalda come una stufa.
Non crederete però che Magnum vi lasci soli e senza guida nel mare magno dell’informatica dei tempi che furono, vero???
Ecco quindi che vi faccio un super regalo, anticipandovi una delle recensioni della (perepeppepé) “Discovery Atari Jaguar”, che con il buon Starfox stiamo portando faticosamente avanti, in mezzo a mille difficoltà e peripezie, tra cui la sua chiamata a Schattenjäger in Germania (dopo questa mi picchia di sicuro). Per cercare di rinfrescarvi le prospettive, in questo simpatico clima da Mad Max, vi propongo un approfondimento su di un gioco di corse leggero ed “estivo”, perfetto per rilassarsi in compagnia del vostro fido jaguaro del cuore: “ATARI KARTS”. Siete pronti? Andiamo ad iniziare!
Siamo nel Dicembre 1995; le vacanze invernali sono alle porte ed il Jaguar sta, una volta tanto, vedendo una serie cospicua di uscite simultanee. In questo periodo, che preannuncia una rinascita per la sfortunata console (spoiler, non ci sarà) arriva Atari Karts, titolo esclusivo sviluppato dal piccolo team belga Miracle Designs. Il gioco prende spunto dal famosissimo Super Mario Kart, che tanto successo aveva avuto su Super Nintendo, e ne riprende in parte le meccaniche.
Graficamente Atari Karts è un titolo dall’ottimo impatto visivo. Le capacità bidimensionali del Jaguar sono ben sfruttate, sia per quanto riguarda il terreno in simil “Mode7”, con la presenza persino di dossi ed avvallamenti, che per i coloratissimi fondali, arricchiti da elementi scenici e straripanti di scrolling parallattico. Tutto questo dona una profondità notevole ai vari percorsi, che tra l’altro presentano una grande varietà d’ambientazioni. I personaggi sono a loro volta ben realizzati e, pur non essendo particolarmente ispirati, risultano molto carini da vedere. Il tutto scorre sempre a sessanta fotogrammi al secondo, senza alcun rallentamento di sorta.
Sul fronte audio troviamo una buona colonna sonora di Fabrice Gillet, realizzata su un Amiga con il famoso ProTracker, che però ogni tanto presenta tracce leggermente fuori tema (come quella con i risultati di gara, che sembra più adatta ad una schermata di Game Over). Gli effetti sonori sono discreti e più che adeguati al tipo di gioco. Il peccato più grande è che i personaggi sono privi di caratterizzazione vocale e questo limita un po’ il loro carisma.
In Atari Karts dovremo superare una serie di gare di difficoltà crescente, alla guida del nostro kart di fiducia. Potremo scegliere tra sette corridori (più quattro segreti); ognuno di loro avrà le proprie statistiche personalizzate: velocità, accelerazione e manovrabilità. I personaggi, che in un primo momento dovevano essere mascotte Atari, sono invece tutte creazioni originali, con l’eccezione di Bently Bear, protagonista del classico “Crystal Castles” del 1983.
Una volta trovato il nostro pilota possiamo affrontare uno fra i quattro livelli di difficoltà del gioco (Beginner, Warrior, Miracle Race, Jaguar Aces). Ogni livello di difficoltà è composto da tre coppe diverse, più uno scontro con un boss. Se riusciremo a batterlo potremo utilizzarlo dalla partita successiva. Una volta scesi in pista capiremo subito che, nonostante l’influenza di Super Mario Kart sia chiara, il gioco di Miracle Designs pone l’accento molto più sulla corsa vera e propria che sugli scontri con gli avversari. Non esistono infatti potenziamenti offensivi, ma solo una serie di bonus e malus che attiveremo passando col kart sopra ad alcune caselle. Questi variano dall’essere potenzialmente utili (velocità più alta, maggior aderenza al terreno e migliore maneggevolezza) all’essere dannosi (riduzione di velocità e la terribile inversione dei comandi, una delle principali cause di frustrazione durante la corsa).
Una delle prime cose che saltano all’occhio è l’ottima risposta del pad del Jaguar ai nostri comandi. Basteranno pochi minuti per essere padroni del nostro kart e per iniziare a divertirci. In Atari Karts è fondamentale cercare di evitare gli avversari: se ne colpiremo uno molto spesso rimbalzeremo all’indietro, perdendo tempo prezioso. Dovremo fare attenzione anche agli ostacoli presenti nei vari percorsi, visto che faranno fermare il nostro kart costringendoci ad una lenta retromarcia.
Se non riusciremo ad arrivare almeno quarti in gara perderemo una vita e, quando le avremo esaurite, comparirà il fatidico Game Over. Per i giocatori più attenti però ci sarà la possibilità di recuperare una vita extra in ogni tracciato, passando sopra al relativo simbolo a forma di cuore.
Atari Karts è un titolo piuttosto lungo, anche se non particolarmente vario. Dovremo sudare un bel po’ per vincere le gare ai livelli di difficoltà più alti, complice anche la facilità d’incastrarsi negli ostacoli o nel fondale di alcuni percorsi (ad esempio quello con il castello). Tutto questo farà piovere santi, ma non guasterà comunque il divertimento. Da non dimenticare, inoltre, la presenza di interessanti sfide con i “boss”, cosa che ritroveremo poi in diversi titoli a tema artistico nella generazione successiva.
Si segnala anche la presenza di una buona modalità a due giocatori in split screen, che risulta ben bilanciata e divertente (potremo anche tirare il reverse all’avversario umano, con conseguente diverbio vocale e fisico).
Tirando le somme quindi possiamo dire che Atari Karts è tutt’altro che perfetto, ma risulta comunque molto divertente, una volta presa familiarità con pregi e difetti.
Il fatto di essere uscito vicino alla fine commerciale del Jaguar, unito al suo essere a tutt’oggi un’esclusiva, lo ha portato negli anni a diventare un titolo raro e ricercato, con conseguente innalzamento sconsiderato dei prezzi. Se riuscite a trovarlo ad un costo non esagerato e vi piace il genere, fatelo vostro; in alternativa potete sempre recuperarlo con la recente Game Drive (avete presente un’Everdrive? Stessa cosa, ma per Jaguar).

Allora, come vi sembra questa recensione? Vi ingolosisce adesso la “Discovery Atari Jaguar”?
Se volete vi aggiungo che questo titolo ha anche avuto un seguito, chiamato Merlin Racing, nientemeno che su Nuon (se non sapete cos’è, guardate qui). Volete che ne parli? Tanto lo farò lo stesso!
Vorrei stare ancora con voi, ma il caldo sta diventando intollerabile; tempo di una buona doccia e di un cocktail fresco fresco. Stasera d’altronde si esce, quindi devo presentarmi in forma. Con chi? It’s a secret.
Buone vacanze ragazzi: che l’oscurità (magari con un po’ di pioggia et frescura annessa) vi accompagni nel vostro cammino videoludico. E mi raccomando: se vedete un (Atari) Jaguar allo stato brado, prendetelo e portatelo a casa, potrebbe regalarvi più gioie del previsto (oltre a svuotarvi il portafoglio)
MAGNUM CD-i
Si scrive Schatzjagermeister
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Per serate allegre e divertenti 😁😎
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