Salve a tutti, carissimi fan Bitellonici. Sono sempre io, il vostro adorato Magnum CD-i.
Dopo un periodo alquanto impegnativo, fatto di indagini oscure al limite delle mie capacità, nonché prove di apertura del mio canale youtube (ebbene si, ci siamo quasi), sono pronto a godermi in santa pace questo Halloween 2022. Con l’occasione, ho deciso di rispolverare il mio fidato Genesis CDX, da lungo tempo sepolto nella soffitta della dependance di villa Masters.
Vedo già alcuni di voi che fissano queste righe con facce interrogative, per cui mi spiego meglio.
Avete presente il Sega Megadrive (o Sega Genesis in America)? E conoscete la sua espansione a cd, chiamata Mega CD (o Sega CD, sempre in America)? Bene, immaginatevi una console ibrida, che li contenga entrambi, ma che sia anche un avveniristico lettore cd portatile. Ecco a voi il Sega CDX, conosciuto in Europa come Sega Multimega. Dato che un immagine vale più di mille parole, ve lo presento!
Non sto a dirvi che il costo di questa macchina, all’uscita, rese piuttosto vani gli sforzi di Sega nel farla diventare il modello di punta, tant’è che oggi è rara e ricercata.
All’accensione, la mia unità presenta un po’ di problemi, come la difficoltà nel leggere i cd, cosa che poi si mitiga dopo qualche minuto di operatività. Probabilmente avrebbe bisogno di una bella revisione, chissà se Higgins può darmi una mano.
Ma sto divagando:è tempo di tornare a noi!
Come solo i più illuminati fra voi sapranno, il Mega CD è stato, con tutti i suoi limiti e le diverse promesse mancate, un sistema decisamente interessante, con una libreria tutt’altro che disprezzabile, che io stesso sto scoprendo a poco a poco. Ovviamente la qualità varia, ma tra gli oltre 200 titoli disponibili c’è di sicuro qualcosa che vi può interessare.
A tal proposito, per i più curiosi, ricordo che è appena uscito il Megadrive Mini 2, che guarda caso ha al suo interno anche diversi giochi Mega CD; questo può senza dubbio diventare un ottimo punto di partenza per coloro che vogliono recuperare un po’ di libreria di questa sfortunata espansione.
Altra curiosità non da poco: sapevate che Sony ha collaborato strettamente con Sega, anni prima dell’arrivo della prima Playstation? Ebbene si, la nota azienda aveva creato, nel 1989, una piccola divisione videoludica in America, chiamata Imagesoft, dedita allo sviluppo e pubblicazione di titoli per console Nintendo, anche in vista di un certo accordo per la leggendaria periferica a CD prevista per Super Nintendo. La storia, come ben sappiamo, prese presto un’altra piega: Nintendo lasciò a piedi Sony durante ”L’affaire Snes CD”, portando la compagnia a rivolgersi a Sega of America. Il buon Tom Kalinske, uomo di larghe vedute (nonché idolo del nostro Segata Kenshiro), assicurò tutto il supporto possibile, siglando persino un accordo con Sony Electronic Publishing nel Maggio del 1992, votato a rinforzare la libreria software di Megadrive e Game Gear, con particolare attenzione verso il Sega Mega CD, che stava per arrivare in America ed Europa.
Sony, tramite Imagesoft, mantenne le promesse, supportando l’espansione a cd con una buona quantità di software, che tra l’altro presentava diverse esclusive, o versioni speciali di titoli multipiattaforma. Siamo quindi giunti ai protagonisti di questa nostra “puntata”, che curiosamente sono due giochi venduti assieme in bundle (ovvero in coppia), cosa che Imagesoft ripeterà diverse volte nell’arco di vita del Sega CD (solo per il mercato americano). Il punto focale è che entrambi sono adattamenti videoludici di due progetti filmici strettamente correlati, nonché il risultato di un unico team di sviluppo: Psygnosis. Vi ricordate la mitica casa del gufo? Guarda caso collaborava già con Sony, che l’avrebbe poi comprata non molto tempo dopo. Come ultima notizia, giusto per ingolosirvi, aggiungo che queste due versioni sono pensate esclusivamente per Sega CD, per cui non le troverete altrove (nel bene e nel male, ma non facciamo spoiler).
Via alle danze!
BRAM STOKER’S DRACULA (1993)
Siamo nel 1992; nei cinema di tutto il mondo debutta un nuovo adattamento di “Dracula”, stavolta fortemente voluto dal regista Francis Ford Coppola, che qui si occupa anche della produzione. Il noto cineasta ci offre una rivisitazione barocca e teatrale dell’immortale capolavoro letterario di Bram Stoker, cercando al tempo stesso di rimanere fedele al romanzo.
Dracula offre un cast d’eccezione, tra cui spiccano Gary Oldman, Anthony Hopkins, Winona Ryder, Keanu Reevs, Cary Elwes, Tom Waits e Billy Campbell; a questo si unisce una grandissima cura nelle scenografie e nei costumi, ma anche nei trucchi e negli effetti speciali, rigorosamente vecchia scuola. A completare il tutto troviamo una bella colonna sonora ed una ricchezza estetica e formale davvero encomiabile (anche se spesso un po’ troppo eccessiva nel voler mostrare virtuosismi). Il successo è immediato e fragoroso, tanto da portare a robusti incassi, nonché a svariati premi (non ultimo qualche oscar). Il film consacra Gary Oldman come attore metodico e versatile, e porterà ad una nuova rivalutazione del fascino del vampiro, cosa che influenzerà molte opere successive.
Come ogni film dell’epoca che si rispetti, potevano forse mancare adattamenti videoludici?
Certo che no! Infatti, come immaginerete, nel 1993 potevate trovare Bram Stoker’s Dracula praticamente ovunque (Nes, Snes, Gameboy, Master System, Megadrive, Game Gear e Amiga).
Ogni versione è pubblicata da Sony Imagesoft, ma sviluppata da team diversi, vista l’enorme mole di lavoro. In genere Dracula è un platform abbastanza classico, che non eccelle davvero in qualità, ma che offre qualche variante comunque intrigante (come quella per Master System). Alla lista si aggiunge una peculiare ed esclusiva versione per MS-DOS (sempre sotto etichetta Psygnosis), che tramuta il gioco in uno sparatutto in prima persona, condito con qualche piccolo enigma.
Dracula però arriva anche su Sega CD, in esclusiva per il mercato americano, presentandosi in una veste particolare, ovvero quella di un picchiaduro a scorrimento.
Il buon Jonathan Harker non ha avuto un gran periodo. Mina, la sua promessa sposa, è stata irretita dal carisma del signore della Transilvania, il conte Dracula. Dopo un rapido corso di arti marziali, misto probabilmente ad una lunga serie di risse in bar e pub londinesi, Jonathan si lancia all’inseguimento del conte D e dei suoi seguaci, che non potranno salvarsi dalla sua ira (Kratos vatti a nascondere).
La trama è ovviamente un filo diversa dal racconto originale. L’unica menzione degna di nota è la suggestiva presenza di Bram Stoker, che ci introdurrà ogni capitolo seduto davanti al caminetto, scelta che mi ha ricordato il quasi contemporaneo Dracula: The Undead per Atari Lynx (prometto di parlarvene presto in dettaglio).
Graficamente il gioco mette decisamente in mostra le capacità del Sega CD, offrendo fondali precalcolati, realizzati in computer grafica, che si muoveranno seguendo il nostro personaggio.
Gli ambienti che attraverseremo, ispirati dalle scenografie del film di Coppola, sono tutti ben modellati e risultano particolarmente lugubri e d’atmosfera, nonostante le ormai note limitazioni cromatiche del sistema, che essendo basato sulla palette del Megadrive offre un massimo di 64 colori a schermo. Particolarmente belli poi i movimenti di macchina virtuale che introducono le sezioni dei vari stage.
Non mancano poi elementi ed effetti speciali del fondale disegnati (vedi le armature, i fulmini o alcune trappole), che vanno ad integrarsi comunque bene con la conformazione degli stage.
Il nostro Jonathan, invece, è digitalizzato e si muove in modo rigido ma smargiasso, perfettamente in linea con la voglia di spaccare tutto e tutti. Anche gli avversari umanoidi hanno subito lo stesso processo di digitalizzazione, mentre buona parte della fauna locale (pipistrelli, ragni etc. etc.) sarà disegnata, ma sempre con buona cura.
Come in ogni titolo dell’epoca che si rispetti, non possono mancare alcune sequenze video tratte dal film, tra l’altro a schermo intero (all’epoca cosa assai rara per la piattaforma). Visti i limiti del Sega CD, chiaramente, saranno super granulose e con colori limitati (peggio di una vhs pirata), ma io le trovo comunque affascinanti (e quindi zitti e mosca).
Il comparto audio si avvale di una colonna sonora lugubre e spettrale, che splende soprattutto grazie alle tracce suonate da cd in formato Red-Book (quindi ascoltabili in un normale lettore compact disc). Queste comprendono l’introduzione, alcuni scontri con i boss e diversi momenti chiave. Durante i livelli, invece, l’accompagnamento musicale è più canonico, mantenendo però un tono calzante ed oppressivo ed una buona qualità generale. Gli effetti sono generalmente nella media del genere, pur risultando comunque chiari e ben campionati. L’accompagnamento vocale di Bram Stoker, nonostante lo strano accento, introduce degnamente i vari livelli di gioco.
Bram Stoker’s Dracula è un picchiaduro a scorrimento. Negli “atletici” panni del buon Jonathan Harker, dovremo farci largo a suon di calci e pugni attraverso una serie di livelli a tema, che di solito culmineranno con il classico scontro con un boss. I vari stage saranno pieni zeppi di nemici e trabocchetti di ogni genere, tanto da costringerci ad un approccio cauto e ragionato.
Il nostro personaggio avrà a disposizione un buon parco mosse, compreso l’onnipresente salto, essenziale per evitare molti pericoli. Il livello di difficoltà generale è piuttosto alto, con punte decisamente frustranti, nonostante il sistema di controllo risponda mediamente bene ai nostri input.
Nelle fasi “platform”, tra l’altro, dovremo stare attenti allo scrolling del fondale, che a volte ci renderà più difficile prendere le misure durante i salti.
Lo scoglio della difficoltà è, fortunatamente, in parte mitigato dalla presenza di occasionali bonus (vita e continue extra, invincibilità temporanea e ricarica della barra di salute); per ottenerli dovremo colpire creature specifiche, ovviamente indistinguibili dalle ordinarie. In pratica, più bravi saremo e più “premi” riceveremo.
Un dettaglio apprezzabile è la presenza di alcuni percorsi alternativi nascosti, che dovremo trovare osservando bene i vari fondali. In alcuni punti chiave, infatti, potremo muoverci verso un punto specifico (come una porta di legno) e prendere una direzione diversa, evitando magari zone particolarmente insidiose (come la biblioteca nel castello di Dracula).
Da segnalare, infine, la presenza di un livello speciale, posto proprio prima di quello finale, dove dovremo inseguire un carro che contiene le spoglie del signore dell’oscurità. Nella prima sezione saremo all’interno di una grotta, con visuale alle spalle del nostro personaggio a cavallo e dovremo arrivare all’uscita evitando stalattiti ed ostacoli vari. Nella seconda fase, sempre in sella al nostro destriero (ma stavolta con visuale laterale), dovremo sparare ai servi di Dracula, evitando i loro colpi. L’unico vero rammarico è il finale, davvero tirato via (forse per i tempi di consegna). Tra l’altro, è presente una registrazione finale di Bram Stoker, che possiamo ascoltare in una traccia audio sul cd, che sarebbe stata la chiusura perfetta per la storia, ma è rimasta totalmente inutilizzata.
La longevità del gioco si attesta su livelli mediamente buoni per il genere, soprattutto considerata la difficoltà tutt’altro che affabile, la necessità di imparare i pattern dei nemici e le strade alternative. L’esperienza è pensata per il solo giocatore singolo, quindi niente multiplayer cooperativo. Il sistema di controllo, nonostante una certa antiquata rigidità di movimento, risulta comunque molto più responsivo di quanto mi aspettassi.
Tirando le somme, ci troviamo di fronte ad un titolo tutt’altro che irresistibile, all’epoca piuttosto dileggiato, che però risulta (nella sua assurdità narrativa) molto più divertente di quanto mi aspettassi. Niente Streets Of Rage 2 ovviamente (e ci mancherebbe), però una piccola riscoperta la merita, nonostante si potesse fare decisamente di più. Rimane il fatto che questa versione specifica di Bram Stoker’s Dracula è rimasta esclusiva per Sega CD americano, senza mai approdare altrove. Che sia stato meglio così? Può darsi, ma magari provatelo e poi mi direte.
Questo doveva essere un periodo piuttosto pieno per la buona vecchia Psygnosis, visto che la qualità dei suoi giochi variava parecchio (a tal proposito provate la versione Amiga di Dracula, giusto per toccare il fondo del barile).
MARY SHELLEY’S FRANKENSTEIN (1994)
Eccoci arrivati al secondo gioco di questa raccolta, stavolta molto più particolare ed unico del precedente (se in meglio o in peggio, tocca a voi deciderlo).
Siamo nel 1994 e, su grande schermo, debutta il secondo progetto voluto da Francis Ford Coppola: Mary Shelley’s Frankenstein. Visto il grande successo di Dracula, perché non far nascere un franchise dedicato ai mostri della letteratura ottocentesca? Così deve aver pensato il buon zio Francis, che stavolta però decide di non dirigere il film, ma di produrlo soltanto (inizialmente doveva girarlo, poi rinunciò per motivi non specificati). Cercando, come nel caso di Dracula, qualcuno che comprendesse l’idea di realizzare un adattamento fedele, Coppola contatta Kenneth Branagh, vate dei più accurati adattamenti cinematografici shakespeariani, che accetta il doppio ruolo di regista e protagonista del film.
Accanto a lui troviamo un buon cast, con in cima Robert De Niro (nel ruolo della creatura), Helena Bonham Carter, Ian Holm e persino John Cleese. Il tutto è accompagnato da una robusta sceneggiatura del leggendario Frank Darabont.
Cosa poteva quindi andare storto? Beh, molto a dire la verità.
Branagh e Coppola litigano costantemente, Darabont si lamenta della rovinosa messa in scena della sua sceneggiatura (a cui pare tenesse molto), per cui il film non esce con i migliori presupposti. L’accoglienza in America è decisamente gelida, sia per critica che per incassi, mentre a livello internazionale la pellicola fa fortunatamente registrare buoni numeri, salvando la produzione da un rovinoso collasso.
A livello personale lo trovo un progetto molto interessante, senza dubbio diverso da Dracula, ma con una propria dignità e una buona attenzione al dettaglio e fedeltà di fondo, per cui ve lo consiglio.
Vista l’accoglienza tutt’altro che stellare della pellicola, non sorprende la limitata diffusione dell’inesorabile adattamento videoludico. Stavolta le piattaforme su cui esce Mary Shelley’s Frankenstein sono solo due: Genesis e Super Nintendo, e solo sul mercato americano. La produzione è affidata come sempre a Sony Imagesoft, mentre lo sviluppo a Bits Studios.
L’accoglienza di entrambe le versioni è decisamente mediocre, relegandole unicamente al suolo statunitense.
In realtà c’è un’altra versione in lavorazione, sempre sotto etichetta Sony, ma stavolta sviluppata dalla nostra Psygnosis: un titolo esclusivo per Sega CD, totalmente originale e, a suo modo, persino sperimentale. Sarà che nel 1994 l’espansione del Megadrive aveva ormai i giorni contati, sarà che dopo il flop del film non c’era molta fiducia, o che il gioco non convinceva neanche chi l’aveva prodotto, ma Mary Shelley’s Frankenstein non avrà un’uscita singola vera e propria, ma solo in un doppio pack con appunto il “simpatico” Bram Stoker’s Dracula.
Il gioco si apre con una lunga sequenza in computer grafica, dove vediamo la genesi della creatura.
Nel gioco impersoneremo appunto il cosiddetto “mostro di Frankenstein”; dovremo esplorare il mondo, capire la ragione della nostra esistenza e confrontarci con il nostro creatore.
La trama in questo caso, a differenza di Dracula, segue il film in maniera leggermente più fedele, pur inserendo qualche trovata davvero stramba (no spoiler).
Graficamente ci troviamo davanti ad un titolo senza dubbio curato. Gli ambienti in cui ci muoveremo presentano fondali pre-renderizzati dall’ottima resa, spesso persino arricchiti da animazioni di contorno. I personaggi (umani o animali) sono ben modellati e si muovono per le locazioni in maniera convincente. La parte in città, per esempio, è brulicante di vita, cosa tutt’altro che scontata in un titolo di quest’epoca. Ci sono ovviamente sezioni più spartane (vedi la foresta), ma in generale è stato fatto un ottimo lavoro. Anche nelle sezioni “SPECIALI” (poi vi spiego cosa sono), i fondali ed i personaggi sono comunque realizzati ed animati in modo convincente.
Il gioco è arricchito da diverse sequenze animate in computer grafica, realizzate con gusto e bravura; l’introduzione, ad esempio, è davvero suggestiva ed esteticamente impressionante, nonostante il limite di colori (un gran passo avanti rispetto a Dracula). Qui possiamo notare tutto il talento e la bravura del team di Psygnosis, che in quel periodo sfornava filmati con una qualità tecnica e registica impressionante.
La parte audio si avvale ancora una volta di una buona colonna sonora, che unisce suggestive tracce audio in Red-Book a composizioni digitalizzate, di qualità inferiore ma dalle sonorità comunque gradevoli (ed oppressive). Gli effetti sono di qualità discreta, sia nelle fasi avventurose che in quelle d’azione (siamo quasi allo spoiler).
Siamo arrivati a questo punto al pomo della discordia; ma Mary Shelley’s Frankenstein a quale genere appartiene? Ebbene tenetevi forte: è un’avventura grafica quasi tradizionale, intervallata da fasi di picchiaduro ad incontri. Ecco, immagino la vostra faccia in questo momento. Date un’occhiata alla schermata qui sotto se non ci credete!
Siete rinvenuti? Avete bisogno dei sali aurei di Zio Paperone? Ebbene si, quei mattacchioni di Psygnosis hanno unito una discreta avventura grafica ad un picchiaduro ad incontri. Ora proseguiamo.
Nella fase avventurosa, che poi è la più prominente, ci aggireremo per i vari ambienti alla ricerca di oggetti che ci permettano di risolvere piccoli enigmi, in modo da proseguire nel nostro cammino.
Una volta iniziato il gioco, per fare un esempio pratico, il nostro scopo sarà quello di trovare la chiave per uscire dall’abitazione del dottor Frankenstein ad Ingolstadt.
Una volta all’aria aperta, ci troveremo in mezzo al villaggio e dovremo esplorare diverse locazioni, in modo da capire cosa fare. Queste sezioni sono in realtà generalmente piuttosto semplici ed intuitive, soprattutto se si ha un minimo di conoscenza del genere. L’unica zona che può infastidire è quella labirintica nella foresta, dove è bene segnarsi il percorso per non smarrirsi, viste le location molto simili tra loro.
Ogni tanto però incontreremo qualche personaggio o qualche creatura che ci attaccherà e lì inizierà la fase picchiaduro. Beh, che dire, al di là del gradevole impatto estetico, queste sezioni sono piuttosto rudimentali e tediose; niente Street Fighter II o Mortal Kombat.
Le mosse a nostra disposizione sono davvero ridotte all’osso, e gli avversari spesso sono scaltri e difficili da affrontare. Se però imparate la poco nobile arte della testata con rincorsa, potrete sconfiggere praticamente ogni creatura (umana o animale) che vi sfiderà.
Ah, la nostra “creatura” ha una barra della vitalità che non si ricarica dopo i combattimenti, per cui sarà essenziale recuperare cibo per rimettersi in forze.
Un aspetto generalmente poco chiacchierato di questo titolo oscurissimo, però, è la possibilità di evitare buona parte degli scontri usando l’astuzia. Nel bosco, ad esempio, troveremo un lupo affamato. Se avremo precedentemente recuperato un pezzo di carne, potremo farglielo mangiare, in modo da passare indisturbati senza l’ennesimo scontro inutile. Questa caratteristica rende il gioco a mio avviso molto interessante, in quanto spinge naturalmente a cercare soluzioni alternative al battersi, vista anche l’alta difficoltà di buona parte degli avversari. Ovviamente alcuni scontri saranno obbligatori, in quanto correlati alla trama.
Per nostra fortuna avremo la possibilità di salvare liberamente dove vorremo, in modo da poter riprendere la partita dopo aver fatto un passo falso (a patto di avere spazio sulla memoria interna del Sega CD). E’ inoltre selezionabile, direttamente nel menù principale, una modalità di allenamento per gli scontri uno contro uno, in modo da poter studiare per bene i movimenti e le mosse dei nostri avversari.
La durata del gioco è senza dubbio più che discreta, soprattutto per i neofiti delle avventure grafiche; i più esperti, chiaramente, lo risolveranno velocemente, a patto però di superare le fasi di combattimento.
Tirando le somme, Mary Shelley’s Frankenstein per Sega CD è un gioco davvero singolare, che mischia due generi quasi incompatibili. Il risultato è tutt’altro che eccelso, va detto, ma al tempo stesso bisogna fare un piccolo applauso al team Psygnosis per il coraggio di realizzare un ibrido del genere, soprattutto su console. Se siete alla ricerca di un tenebroso titolo di ultra nicchia per il vostro Sega CD (reale o emulato che sia), dateci un’occhiata.
La notte delle zucche è finalmente arrivata: fatti avanti, o Grande Cocomero, il tuo servo devoto ti attende, in compagnia del fidato Linus e della sua immancabile coperta.
Buone tenebre a tutti, miei fans leali e devoti, ci vediamo presto per nuovi viaggi nel lato oscuro dell’esistenza.
MAGNUM CD-i
Avevo scritto questo commento ma non appare e se riprovo a postarlo mi dice.che già c’è, (misteri di world Press) comunque lo rimetto qua se c’è già scusate ma a me non compare proprio….
Grande selezione per Halloween Magnum! Confesso che non conoscevo manco io sti titoli per mega cd ma probabilmente non furono manco cagati dalle riviste di “settore” (ricordo un orribile recensione cumulativa, di non so quale rivista, che accorpava varie versioni, ma non queste, immagina che bel minestrone…). Io i titoli di Dracula li ho saltati a piè pari e forse fui mediamente interessato solo alla versione PC che cmq non provai mai (erano anni di indigestioni di FPS infatti io dopo quake 2 non ho più cagato il genere perché m’ha veramente “bottato” tranne halo che qualche partita ancora la concedo). Del calo fisiologico della psygnosis di quegli anni ricordo anche last action Hero per Amiga, che ho avuto modo di recuperare qualche giorno fa, che fu massacrato senza pietà dai recensori, ma che sinceramente pensavo fosse molto peggio di quanto non sia….
A proposito del mega drive mini mi fai venire in mente che qualche giorno fa un mio amico, con più c**o che anima, ha trovato in un mercatino un megadrive 2, con due joypad, due cartucce (street fighter champions edition e sword of sodan, eh be’ mica gli può andare sempre tutto bene!) boxxato in ottime condizioni a 35 euro!! E ha avuto pure la faccia tosta di chiedere uno sconto al venditore 🤣.
Detto questo aspetto con trepidazione (eh come no) l’apertura del tuo canale per poterti ins…. ehm appoggiare e sostenere, sarò un tuo fan! (Lo so che avresti preferito una bella californiana formosa ma se ti metti a discorrere de sta roba al massimo puoi attirare nerdoni, brutti vecchi e pelati come me, avresti dovuto fare un canale sugli outfit per ottenere un seguito diverso…) Ovviamente vogliamo un intro dei Genesis cantata da te dall’inizio alla fine….
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