SEGA MEGA DRIVE – SUPER SHINOBI / THE REVENGE OF SHINOBI (1989)

Bentornati al Dojo, miei giovani PandaVan!

Come avete passato le vostre vacanze di Natale?

Per quanto mi riguarda ho iniziato un nuovo allenamento videoludico estremo a base di sangue, abnegazione e potenti cazzottoni sul pad. Grazie alla saggia guida dei Starfox e Magnum, mi sono lanciato una nuova avventura a 32 Bit che si chiama Panasonic 3DO.

Dal 25 dicembre ad oggi ho giocato solo un titolo, Road Rash, che ha avuto su di me lo stesso dirompente effetto della sua controparte Mega Drive: divertimento, grinding per avere moto sempre più cazzute e un quantitativo di parolacce difficilmente riportabili in un qualsiasi contesto che non sia la festa del Troglodita di Cernusco sul Minchio.

Nonostante gli informali colloqui con l’Altissimo, mi sto divertendo come una scimmia e sono super soddisfatto della console, in barba a chi dice che non c’è una SEGA da giocare. Oggi, comunque, non sono qui per scrivere della mai troppo apprezzata creatura di Trip Hawking.

Dopo un anno passato a parlare di Pc Engine, Nec e giochi dal livello di giapponesità Over 9000 sento il bisogno di tornare nuovamente su qualcosa che gira sul il mio primo vero amore videoludico. Finalmente, si naviga nelle calme e sicure acque del Sega Mega Drive!

Se siete miei allievi da un po’ saprete bene quanto siano importanti le tecniche segrete per la Sacra Scuola Kalinske. Tutto il percorso che ci ha insegnato il nostro Gran Maestro Tom ne è costellato, anche quando magari ci sembra che proprio anche no.

Basti pensare al Sacro Colpo dell’ABACABB d’Acqua, che trasforma un gioco brutto per Super Nintendo in un porting decente di Mortal Kombat, al Sega does what Nintendon’t e a tante altre chicche del genere. Quello che però ignorate è che le più letali sono state inserite in un gioco ben specifico che, una volta finito, vi darà poteri ed abilità che non potete nemmeno immaginare come la capacità di farvi esplodere e ricomporvi nemmeno foste Maijin Bu.

Sto parlando del mai troppo amato Super Shinobi / The Revenge of Shinobi. Questo titolo, rilasciato per l’ammiraglia di casa Sega nel 1989 è il seguito diretto di Shinobi, coin op di due anni prima convertito anche per il vostro tostapane e ne riprende alcune meccaniche, migliorando in maniera allucinante tutto il resto.

Prima di parlare del gioco però, via con la sigla!


LA STORIA

Come in tutti i giochi anni ’80, la trama è tremendamente anni ’80.

Lo so che state pensando: “Maestro, grazie al cazzo” e invece, cari i miei implumi allievi cresciuti a giochi Bethesda dai complicati intrecci narrativi, è giusto porre l’attenzione su questo dettaglio per nulla insignificante. Come dicono gli americani, che di trame fatte a cazzo de cane sono maestri indiscussi, less is more.

Cosa possiamo far succedere nel seguito di un gioco dove un Ninja di nome Joe Musashi ha sconfitto da solo una terribile organizzazione criminale che si chiamava Zeed?

Niente, li facciamo tornare dopo tre anni come Neo Zeed e assetati come se non ci fosse un domani di vendetta verso il protagonista, il Clan Oboro e pure contro il circolo del Majohng a fianco. Come ciliegina sulla torta, accade tutto mentre Joe è a farsi i cazzi suoi e arriva giusto in tempo per vedere il suo Sensei morirgli tra le braccia. Prima di esalare l’ultimo respiro però, gli racconta per filo e per segno cosa è successo, compreso il non trascurabile dettaglio che Naoko, la sua promessa sposa, è stata rapita dai cattivoni e portata in un luogo segreto.

Al nostro protagonista girano le balle e, seguendo la forza centrifuga dei suoi testicoli, comincia a girare anche lui per tutto il globo terraqueo al fine di salvare la sua bella e prendere a sganassoni una volta per tutti i cattivi.

FINE.

È una roba ipersemplice, che sta in piedi ma che, soprattutto, sta dentro due pagine di manualino e in 3 schermate di introduzione che occupano tipo 10kb di spazio. Minima spesa, massima resa, che siamo buoni tutti a tirar fuori una roba alla Game of Throne con 80GB di installazione.

Fai il figo col cartuccino se ci riesci.

Vedete, le trame anni ’80 ti tengono su un gioco con 4 cagate piene di risentimento e vendetta. Ah, che tempi meravigliosi!

IL GAMEPLAY

Qui siamo di fronte al vero motivo per cui Super Shinobi è ancora oggi uno dei capisaldi della ludoteca Mega Drive. Il gioco è un hack’n’slash, se così possiamo definirlo, diviso in otto stages dal level design particolarmente ispirato e sempre vario.

Ogni livello è suddiviso in due parti, più una terza dove troveremo l’immancabile boss ad aspettarci. Non voglio spoilerarvi più di tanto, che se mi metto a parlare di tutti i quadri e delle cose che ci sono da fare non ne usciamo vivi nemmeno fra un anno.

Vi basti sapere che partiremo in un Dojo e ci ritroveremo poco dopo a salire in cima ad una cascata, per passeggiare dentro una base militare e poi sopra un aereoplano.

Continueremo in una discarica e dentro una strana fabbrica, dove all’uscita ci aspetterà l’incredibile TerminHulk, per poi scalare un palazzo e fare una corsa in autostrada alla volta di Chinatown.

Da lì, prenderemo un treno (rigorosamente stando sul tetto, che noi le Ferrovie non le paghiamo) verso un non ben precisato porto che ospita una fabbrica con dentro un robogodzilla che cercherà in tutti i modi di schiattarci male.

L’ultimissimo stage sarà diviso fra l’ingresso della base segreta dei Neo Zedd ed il fottutissimo labirinto che ci separa dal boss finale. Quest’ultimo livello merita una menzione speciale per il premio “Mamma Maiala” degli ultimi 25 anni.

È una delle cose più sadiche che abbia affrontato nella prima parte della mia carriera videoludica, quando ero ancora un pacioccoso bimbo dalle mani sporche di Nutella. Comunque, se uno non sa cosa c’è da fare, non scherza mica nemmeno adesso.

Non vi dirò come risolverlo ma almeno siete pronti psicologicamente.

Com’è chiaro che sia, nel nostro viaggio affronteremo i più disparati nemici e, per fargli il male che si meritano, avremo a disposizione degli shuriken che potremo raccogliere nelle casse che si trovano a giro oppure utilizzare un ottimo fendente con la nostra katana, ma questo solo se ci troveremo in corpo a corpo.

Potremo saltare utilizzando il tasto C oppure, premendolo due volte con un minimo di timing, fare un doppio salto con capriola e avvitamento con scappellamento a destra. Se in questo frangente useremo gli shuriken creeremo una sventagliata di 8 pugnali degna di un fucile semiautomatico che andrà a far danni su una buona parte dello schermo

Nei momenti di difficoltà potremo aiutarci anche con 4 magie: una barriera di fulmini, delle colonne di fuoco che partiranno direttamente dalla nostra katana, il supersalto ed un esplosione che ucciderà tutti gli avversari sullo schermo ma che ci costerà una vita.

Tutti gli stages sono disseminati di bonus da collezionare nemmeno fossero Pokémon come vite extra, cuoricini che refillano la nostra barra dell’energia, power up e così via, per un arsenale degno di una vero guerriero della notte.

Un’ultima cosa, prima di passare oltre: Il gioco ha due finali, uno bello e uno brutto e sarà solo dall’ultimo boss che potrete capire quale dei due state per vedere.

COLONNA SONORA

Come se il gioco in se non fosse già figo da solo, a mettere giù il carico di briscola vincente è proprio la soundtrack. L’opera è stato il primo successo di Yuzo Koshiro, che sarà poi conosciuto per altre opere mica da ridere come la OST di Shenmue, dei tre Streets of Rage, Dance Dance Revolution e tanti altri.

I brani non sono mai fuori posto e riescono a farvi immergere ancora di più nella già ottima ambientazione che il titolo propone. Menzione d’onore per Labyrinth, la traccia che accompagna l’omonimo livello in una ricerca ansiogena della propria amata fra porte e corridoi che sembrano tutti uguali e My lover, il tema del finale pieno di baci e abbracci e tante cose buone.

Comunque, le note valgono più di mille parole quindi ascoltatela qui sotto che rende sicuramente di più.

REPERIBILITA’

Il gioco è uscito originariamente per Sega Mega Drive e, nella sua incarnazione originale, comincia a costicchiare due soldini. Siamo sui 35 euro per la versione PAL e circa il doppio per quella nipponica. Se non avete voglia di spenderci i petroldollari ma volete comunque giocarlo legalmente, lo potete trovare per due noccioline su Steam, Apple Store, piattaforme Android, Ps4, Xbox One, Virtual Console e forse mi dimentico pure qualcosa.

CONCLUSIONI

Direi che ho detto praticamente tutto quello che c’era da dire su questo gioco. Super Shinobi è un titolo che mi ha accompagnato fin dalla più tenera età e mi ha dato davvero tantissimo. Se ora sono così forte da poter prendere tutti voi a calci dietro le orecchie è anche merito di questo gioco che mi ha fatto sognare tanto quanto smadonnare nei primi approcci.

E’ un gioco talmente tanto importante e seminale per l’intera ludoteca Mega Drive che nessuno può ritenersi davvero un esperto di questa console Sega se non ci ha messo le zampette sopra almeno una volta. Per una volta non è una questione di generi che possono o non possono piacere, qui si parla di un titolo che deve essere giocato perchè esiste un particolare girone all’inferno per chi non lo ha mai fatto.

Quindi basta perdere tempo, se non lo avete mai giocato prendete i vostri risparmi, compratelo e andate a menare il bélino da un’altra parte, che non vi voglio vedere qui finché non l’avete finito!

A presto, miei discepoli!


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