NIGHTS INTO DREAMS

Mentre sogni, nessuno può sentirti gridare “130 SI VOLAAAAA”! (by Starfox Mulder)

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Sarà anche il buono ma a me fa spavento con quegli occhi da schizzofrenico.

Prima che nascesse questa mia fissa per l’inverno politico (che si conclude sto mese) ero lì, in un tardo pomeriggio di fine estate, che stavo giocando a Nights sul mio pallidissimo Saturn Jap quando avviene questo dialogo interiore:

-Oh ma quanto è bello Nights?
-Eh sì, bello bello!
-Ma che genere è? Racing? Platform? Boh, non saprei definirlo.
-Per me è un gioco anarchico!
-Lo sai che non ha senso definire come anarchico un gioco?
-E sti cazzi?!
(Nota: le mie molteplici personalità spesso usano un linguaggio scurrile)

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Eppure lo è sì un gioco anarchico, ma non tanto nel gameplay quanto semmai nell’approccio al tutto. Alla Sega avevano fatto il botto grazie a Sonic e dovendo commissionare il bis al Sonic-Team stesso (i programmatori dietro al personaggio di cui portano il nome), ci si sarebbe aspettati un titolo in 3D del porcospino blu. Esiste una demo del progetto ma di fatto non venne mai terminato dato che Yuji Naka preferì creare una nuova mascotte per il Sega Saturn. Non sfondò, non fu capito appieno, eppure che bomba di originalità onirica che era!
Sigla.

TRAMA

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Final boss ad inizio recensione? Ma sì, facciamo un po’ come c***o ci pare.

Elliot e Claris non si conoscono. Sono due bambini che per motivi differenti hanno avuto una pessima giornata. Elliot è stato umiliato al campetto da basket mentre Claris, giunta sul palco della sua audizione, si è fatta prendere dall’ansia ed è scappata via. La stessa sera i due si addormentano nella loro cameretta e condividono un sogno molto più strano del solito. Si ritrovano a Nightopia, il regno dei sogni, dove un essere malvagio, Wizeman, sta succhiando energia dai sogni di tutti gli esseri umani. Anche Elliot e Claris vengono aggrediti e le sfere contenenti i loro sogni più puri (bianchi), saggi (verdi), ricchi di speranza (gialli) e di intelligenza (blu) gli vengono rubate e distribuite in vari livelli che dovranno recuperare. Gli unici sogni che le creature sotto il controllo di Wizeman non possono rubare sono legati al coraggio (rossi) che hanno anche la simpatica caratteristica di attrarre a se l’unica creatura dei sogni che non sia finita sotto il controllo del malvagio stregone: Night!
Il giullare volante verrà evocato dai ragazzi all’inizio di ogni livello ed al posto loro farà la stragrande maggioranza della fatica per sconfiggere l’acerrimo nemico. Riuscirci è però compito vostro!

Una cosa a dir poco disneyana ma con quel delirio tipico nipponico che vi esalterà sin da subito.

 

 

 

GAMEPLAY

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Elliot si dirige verso la cabina di trasformazione.

Nights into Dreams è davvero davvero un gioco atipico. Innanzi tutto inizieremo ognuno dei sette stages nei panni di uno dei due ragazzini. Potremmo gironzolare per il mondo di gioco in una modalità completamente 3D ma finiremmo per perdere tempo e di conseguenza far calare drasticamente la nostra valutazione finale. L’ideale è dirigersi subito al tempietto che ci trasformerà in Nights e da lì iniziare la “gara”. Definirla così mi sembra d’obbligo perchè c’è un timer che scende e che ci ricorda di dover velocemente raccogliere le sfere azzurre (minimo 20) necessarie per aprire la gabbia contenente l’energia di turno all’interno di un percorso in 2D/3D variabile a seconda delle scelte fatte lungo esso. Ogni livello è composto da quattro stages e un boss da affrontarsi consecutivamente, ma ognuno dei quattro sarà circolare e si potrà passare al successivo solo dopo aver sì recuperato la sfera necessaria ma anche aver passato il traguardo. Se una volta recuperata la sfera non passeremo il traguardo ed anzi lo schiveremo passandoci sopra, lo stage si ripresenterà di nuovo con tutti i suoi collezionabili ma col timer che continua a scendere come se niente fosse. Questo particolare è importante da assimilare perchè sebbene arrivare al checkpoint con del tempo arretrato ci permetterà di guadagnare punti, spesso molti di più ne faremo ripercorrendo il percorso intero a più riprese per collezionare più sfere del necessario e compiere acrobazie continue e precise.
Se da un lato timer e collezionabili vi avranno fatto pensare più ad un platform fino ad ora, la componente racing a mio avviso sta nella precisione delle manovre.

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In alto: sfere raccolte, tempo restante e punti accumulati.

Nights attraverserà cerchi in sequenza in uno stile tipico delle simulazioni di volo, troverà percorsi alternativi grazie alle sue acrobazie (tasti L ed R) e schizzerà come una saetta con tutti gli altri tasti utili (A,B e C). Il movimento sarà ovviamente riservato alla croce direzionale ma per avere vere speranze di riuscita vi servirà sin da subito il 3D controller.

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Lui

 

 

La croce direzionale vi spaccherà il pollice sinistro durante il primo percorso e finirete per bestemmiare il dio nanos a più riprese. Con l’analogico il problema si risolve ed il gioco prende davvero il volo.

GRAFICA E SONORO

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“Cosa avevo dimenticato?”

Il Saturn sul 3D arrancava rispetto alla concorrenza? Vero, ma solo se a lavorarci erano team esterni. Se le mani ce la mettevano gli stessi di Sega i risultati erano davvero eccellenti, nessuna eccezione per quello che avrebbe dovuto essere il Sonic di nuova generazione. Coloratissima e fluida, la grafica di Nights è sostanzialmente in 3D per quanto sfrutti un gameplay più votato al 2D. La colonna sonora poi è “delicata” e, come ci si aspetterebbe da un gioco simile, onirica al punto giusto. Tutto al top, grazie anche alla qualità CD.

LONGEVITÀ

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Co-co-co-comboooo!

Gli stages sono solo 7 ma provate a vederli come dei percorsi automobilistici e capirete quanto non siano affatto pochi. Finirli non sarà difficile, battere i boss un po’ di più, ma la vera sfida sarà quella di: fare meglio!
Alla fine di ogni percorso, in base a come vi sarete comportati, vi verrà rilasciato un voto che va da F (buzzurri) ad A (masterclass), ma per accedere allo stage finale saremo costretti ad ottenere almeno una C in tutti i livelli. Già da questo capirete che la longevità sale solo per cercare di terminare l’impresa, ma un vero hardcore gamer dovrà tentare di ottenere il massimo e la cosa allungherà non poco. La spiccata attitudine Arcade farà il resto rendendo la rigiocabilità un altro punto di forza.

REPERIBILITÀ

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In regalo con una rivista uscì anche Christmas Nights, una versione moddata (ma ufficiale) del gioco a tema natalizio. Due soli livelli ed un po’ troppa zuccherosità.

Le possibilità sono tante. In originale su Saturn lo troverete tra i 10€ (jap) e i 30€ (pal) mentre nella successiva edizione per PS2 il costo sarà leggermente più alto e sempre in versione jap.
Ne è però uscita recentemente una versione per marketplace, playstation network e steam ad una decina di euro. Valida, anche se troppo poco pixellosa per i nostri gusti.

CONCLUDENDO

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Anche in HD.

Tutti si ricordano di Sonic.
Pochi si ricordano di Nights, esclusi i possessori di Sega Saturn ovviamente.
Come Mascotte non ce l’ha davvero fatta, mentre come videogame ha dato tanto a chi, all’epoca, ha potuto goderne, specie con il controller apposito. Recuperarlo oggi rappresenta una buona occasione per capire cosa significasse davvero sperimentare in un periodo in cui anche le grandi case lo facevano, con risultati ottimi per giunta!

starfox mulder

 


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