Guerra: e ci si ammazza dalle risate! (di Starfox Mulder)

Come si fa a fare una recensione demenziale di un titolo che gli sviluppatori stessi hanno impostato come demenziale? Boh, non ne ho idea, in compenso so benissimo che giocandoci mi è sorta immediatamente una domanda: ma io, di preciso, cosa avevo di meglio da fare fino al 2017 per non aver ancora giocato a Cannon Fodder?
Sigla!
Nel video i programmatori che ci ricordano quanto ci si divertiva negli anni 90.
Quando fai un gioco di guerra e non ti prendi sul serio c’è il forte rischio che altri invece lo facciano al posto tuo. Ecco che Cannon Fodder fece incazzare un po’ tutti i ben pensanti: la Royal British Legion si incazzò per l’uso del papavero (che venne poi eliminato dalla scatole in UK ma non dal gioco), i pacifisti si incazzarono perché ci videro un esaltazione alla guerra quando voleva essere esattamente il contrario ed infine le mamme pancine non erano ancora organizzate nei social o sono certo si sarebbero incazzate più di chiunque altro. Ma in fondo ai programmatori della Sensible Software (sì, quelli noti per il calcio) fregava abbastanza poco. Il gioco vendette da morire, fu convertito per una marea di piattaforme e viene a tutt’oggi inserito in quasi tutte le top 10 dei migliori titoli per amiga.

TRAMA
Non c’è, non una ben precisa almeno. Siamo al comando di “Carne da Cannone” gettata al massacro in una qualche imprecisata guerra. Una tutto sommato lunga guerra fatta di missioni come: uccidi tutti, salva gli ostaggi, distruggi le basi nemiche, eccetera eccetera. Per un gioco che punta tutto sul gameplay in effetti la trama è solo un pretesto e stavolta non serviva affatto.

GAMEPLAY
Ed eccoci qui. A metà tra lo sparatutto ed il gioco di strategia. Ogni missione ha un obiettivo e potrà dividersi in più sottomissioni per essere portata a termine ma di fatto in ogni caso verremo messi al comando di 2 o più soldatini armati di mitra (machine gun). Visuale a volo di uccello e controllo col puntatore del mouse, sostituito con ottimi risultati anche dalla croce direzionale del pad nel caso lo giochiate su console. Con un click dite ai soldati dove andare, con l’altro gli dite di sparare in quella direzione. Combinate i due click ed otterrete il lancio di una bomba, sempre che ne abbiate una. Il menu interno al gioco vi permette di guardare la mappa, dividere le truppe e selezionare una determinata arma o a che gruppo darla. La strategia c’è e passati i primi livelli vi troverete ad avanzare con pazienza studiando ogni mossa per non veder la vostra collinetta riempirsi precocemente di tombe, mostrandovi di livello in livello quanto siete scarsi. E’ una strategia blanda dato che in fondo sempre di un piccolo team siete al comando e non certo di un esercito intero, però non sottovalutate mai lo studio degli ambienti ed il posizionamento dei nemici o avanzerete davvero poco nel gioco.

“War has never be so much fun.” annunciava la scatola di gioco e cacchio quanto è vero!
Cannon Fodder è spasso immediato sin dalla prima partita, una droga purissima che vi toglierà tempo da tutto il resto. La domanda che mi son posto in apertura non era del tutto retorica ma so bene la risposta: non ho mai avuto un’Amiga. Per quanto CF sia un titolo che ha toccato tutte le piattaforme dell’epoca, è proprio sul 16 bit Commodore che ebbe il massimo successo ma cionondiméno ogni conversione ha il suo perché. Per questa recensione l’ho giocato su 3DO, con grafica migliorata e sonoro al top (viva i cd per questo) ma soprattutto con l’extra del video che avete visto poc’anzi presente negli extra di gioco. Vi potrà sembrare poco ma serve a calarci nel giusto mood per affrontare l’intera esperienza perché sì, è un titolo goliardico ma assolutamente crudissimo. I nemici muoiono male, i proprio truppini cascano a terra con un solo colpo (like real life) riempiendoci di sensi di colpa ed in generale tutti gli orrori della guerra sono ripresi in pieno. Satira? I ragazzi della Sensible Software la sapevano fare benissimo!

GRAFICA E SONORO
Le immagini parlano da sole. La grafica è coloratissima, ricca, minimale nei soldatini ma carica di impegno in tutto il resto. Ambienti che cambiano dal boschivo all’innevato, dal deserto alla giungla, il tutto corredato di creature in movimento ed esplosioni molto curate e dalla fisica spesso imprevedibile.
La colonna sonora poi è semi assente durante i livelli ma gli effetti sonori sono perfetti, il tutto per rimarcare che si balla poco durante un azione di guerriglia. Negli intermezzi invece si va di groove e ci si ciondola volentieri con i nostri pupotti che di livello in livello si ammasseranno con lo scopo di farsi ammazzare. Mamma mia i giochi di parole brutti.

LONGEVITÀ
Il gioco conta ben 24 missioni, che a loro volta si dividono in sottomissioni per un totale di 72 stage. Lunghissimo quindi, soprattutto considerato che la rigiocabilità è a livelli davvero alti. Se proprio gli si vuol trovare un difetto direi che l’assenza di una modalità multigiocatore la fa da padrona ma non era nell’intento di chi l’ha creato mettercela quindi godetevi il single playing più figo che ci sia ed accontentatevi come l’ho ampiamente fatto io.

REPERIBILITÀ/COME CACCHIO CI GIOCO
Avete l’imbarazzo della scelta. Su che piattaforma lo volete giocare? Se siete dei puristi che “o Amiga o morte” allora si va dalla versionea solo dischetti a 10€ alla completa a 50€. Se invece vi basta giocarci ed avete una qualsiasi console dell’epoca 93-96 allora diciamo che stiamo su cifre variabilissime, dai 5€ della cartuccia loose per megadrive agli oltre 100€ della versione completa per 3DO. A voi la scelta ma comunque tranquilli che si rimedia ad una bazzecola e su GOG.com la trovate al costo di una birra media nella sua prima incarnazione originale, sempre che non siate allergici al digital delivery.
Di preciso, che ci azzecca questo titolo col mese dedicato al capitalismo?
Semplice: dato che non sapevo cosa recensire ho deciso di farmi commissionare la mia prima recensione. Mi pagano, avete capito bene.
Ok, niente soldi ne bit-coin, solo alcool ma volete mettere? Il mecenate di turno è niente popo di meno che Stefano “Scritto a mano” Gelao, un tizio così retrò da essersi messo a fare l’amanuense nel 2016 ed essere pure diventato un discreto pezzo di punta della scena italiana. Siccome poi quando faccio l’angolo marchetta lo faccio fino in fondo pigliatevi pure il sito QUI.
Tornando a Cannon Fodder invece penso di avervi già chiarito quanto dobbiate recuperarlo quanto prima. Se già lo conoscete invece rigiocateci, infilatelo nella borsa dei vostri amici per invogliarli a fare altrettanto, parlatene alle vostre fidanzate/mogli/amanti…vi ameranno di più dopo.
“Spassoso, sarcastico, capace di darti un immediata dipendenza,” tutto ciò lo si può tranquillamente dire del titolo che seppe prendersi gioco della peggior pratica umana trasformandola in un videogame goliardico e unico.
Provatelo e vedrete che anche voi concorderete sul “…never be so much fun!”
2 risposte a "CANNON FODDER"