I DUE ALFIERI

Quello che seguirà dopo l’intro è di pura fantasia, ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale. Il disagio socio-pandemico di questi tempi difficili non può che influenzare l’ispirazione, pertanto la storia ha tratti un po’ folli e macabri 😀

INTRO NOSTALGICO…

L’altro giorno pensavo alla mia infanzia e al gaming del tempo. Parlando anche con un amico ricordai un periodo abbastanza felice della mia gioventù dove, oltre ai giochi per console, mi dilettavo con i LibroGame. Lupo Solitario era la mia collana preferita.

Personalmente colloco questo tipo di intrattenimento nel retrogaming. Non ci sono bit e la corrente è accesa per non leggere al buio, ma alla fine sono dettagli. L’importante è vivere una avventura, divertirsi ed uscire arricchiti. EDIT: lo ammetto, mi sono fatto prendere dalla nostalgia dei ’90 (periodo in cui li giocavo con una certa intensità) e può sembrare che stia parlando di un qualcosa di finito, ma è doveroso specificare che il fenomeno è ancora vivo e vegeto nonostante la sua età dell’oro sia collocata nei decenni passati. Ancora oggi escono librogame con meccaniche in continua evoluzione e si sta quindi parlando di un settore tutt’altro che finito.

Per chi se li fosse persi, un LibroGame è una opera di narrativa molto in voga negli anni ‘80 e ‘90, che invece di avere uno scorrimento lineare e una trama statica, rende il lettore attivo nello svolgimento del racconto e nelle scelte che il protagonista deve fare. Solitamente sono divisi in paragrafi numerati dove alla fine di ogni paragrafo vi è una scelta che rimanda ad altri paragrafi. La scelta spesso è libera, altre volte è vincolata dal caso (tira un dado, estrai un numero…), oppure si basa sul possesso di un oggetto o sull’esito di un combattimento. Si evince quindi che un libro può essere riletto e può avere uno svolgimento diverso rispetto alla lettura precedente. A volte non vi è scelta. Sei morto. A volte sei morto anche molto male. Il capitolo finale non ha scelta però solitamente capisci che è finito perché il paragrafo è conclusivo e non sei morto :D.

Oltre a dare al lettore la possibilità di scegliere cosa fare e dove andare, alcuni disponevano anche di abilità, di equipaggiamento, era possibile combattere contro mostri, curarsi, equipaggiarsi con armi sempre più potenti ecc. Le collane erano poi sviluppate in più libri spesso connessi tra loro. Tra un libro e l’altro potevi ereditare equipaggiamento, abilità ecc…. La Spada Del Sole ricordo essere un mantra ricorrente in Lupo Solitario :).

Interno di un librogame

I LibroGame per me erano una figata per i seguenti motivi:

  1. Era lettura, quindi anche la mamma era felice perché non stavi ore davanti alla televisione. Poi poco importava se c’erano mostri, sangue, si moriva male. Era lettura. Tutto bene! Si narra comunque che un mio amico fu ripreso dalla madre perchè questa non comprendeva il perchè il figlio andasse avanti e indietro di continuo nel libro. Che fai, dici che leggi e poi mi prendi in giro? Si va da pagina 1 in avanti!!
  2. Rendevano la biblioteca un posto migliore. Già era un posto fantastico dove studiare (non c’era Google dove fare le ricerche), ritrovarsi e, perché no, fare incontri interessanti ma come si sa oltre che al peggio non c’è mai limite al meglio. Tornando alle coppiette, io stesso conosco fidanzati che si sono conosciuti alla macchinetta del caffè della biblioteca, oppure dentro la sala studio dove lo sguardo parlava e la bocca era cucita.
  3. Prima dei social il muro della biblioteca e la zona circostante erano il FacciaLibro del paese. Quando tinteggiarono, sentii che avevamo perso molto.
  4. Erano sviluppati con il miglior motore grafico di sempre: la tua immaginazione.
Esempio di un post sul FacciaLibro di quella volta

Nessun contenuto multimediale seguirà questo articolo tolto questo breve intro. Nessun meme o immagine (nei LibroGame c’erano, solitamente disegni ma io a disegnare sono pessimo….). Prima di iniziare però facciamo un esperimento. Tornate ai gloriosi anni ‘90. Visualizzatevi. Chiudete gli occhi per un attimo e pensate di essere in biblioteca. Entrando, nel corridoio, sentite l’odore di caffè misto bevanda gusto tè o cioccolato della macchinetta. Davanti ad essa delle persone che si prendono una pausa e chiacchierano del più e del meno. Prima dell’ingresso, in tutto il suo splendore di sughero e puntine, la bacheca di annunci dove i più tecnologici sono scritti al PC ma quasi tutti sono a penna. Dalla scrittura si capisce chi è uomo e chi è donna. Annunci di ripetizioni, affitti o vendo/cerco cose. Il foglio dell’annuncio in basso è sempre diviso in sezioni strappabili con sopra il riferimento della persona che vende/cerca. Mi raccomando NO PERDITEMPO.

Entrate in quel tempio silente della sapienza. Di studiare non ne avete voglia. Di sedervi vicino a quacuno che vi ingrifa leggendo qualche opera impegnata che “magari sembro un figo, tengo la copertina in vista”, non siete i tipi (n.d.a.: se vi è venuto in mente il film “La Guerra Degli Antò” vi voglio bene!!!). Siete lì per lasciare questo mondo e avventurarvi altrove. Vi dirigete quindi verso la sezione librogame. Due tavoli più in là quella/o che vi piace assorta/o su qualche libro che non alza lo sguardo verso di voi neanche per sbaglio. L’odore di carta, magari un po’ impolverata, stuzzica i vostri sensi. Studiate tutto lo scaffale e alla fine prendete un librogame. Vi sedete, lo aprite. Via.

Uno scaffale di LibroGame

L’attuale periodo storico pandemico ci costringe in casa, ma non mi dilungo. Quello che presentiamo qui di seguito non è una recensione dei libri game ma è una breve avventura inedita scritta per questo blog.

A fine avventura potete scorrere l’articolo fino alla fine per leggere le conclusioni nelle quali, oltre a salutarvi e arrivederci alla prossima, convididerò con voi qualche personaggio retro-video-ludico che mi ha ispirato.

REGOLE

  1. Si parte con 3 punti vita
  2. Armatevi di un generatore di numeri casuale da 1 a 10. Va bene anche se digitale. Su carta è più retrogaming.
  3. Armatevi di un cronometro.
  4. Non ci sono combattimenti
  5. Quando finisce l’avventura?
    1. Quando si hanno 0 punti vita finisce. Dove siete siete. FINE!
    2. Quando il paragrafo vi dice che avete fatto una finaccia
    3. Quando riuscite con successo a concludere l’avventura!
  6. Si parte dal paragrafo 1 (l’avreste mai detto??)
  7. Il paragrafo “Contenuto della Bottiglietta”, che si trova alla fine dell’avventura dopo l’ultima paragrafo, è consultabile solo se siete in possesso dell’oggetto e se le condizioni lo consentono.
  8. C’è una scelta non scritta, o meglio può esserci ma può essere spontanea se il ramo del gioco non la prevede. Nel senso: mi fido di voi. Quante volte giocando avete detto “vabbè scusa ma qui potrei fare sta cosa, perché non posso farla?”. Ok, qui una cosa è lasciata alla vostra logica. Se volete abusarne abusatene che vi devo dire 😛

Alla fine di ogni paragrafo è stata aggiunta la possibilità di navigare direttamente al paragrafo scelto tramite àncora e hyperlink. In anteprima non riesco a capire se funzionano. Se non dovessero andare raggiungete il paragrafo tramite scrolling.

***

1

Mi sveglio steso a terra in una pozza umida, fredda e maleodorante. Attorno a me solo l’oscurità più nera e una puzza di urina stagnata mi brucia le narici e mi anestetizza i sensi. Un dolore intenso pervade il mio corpo e il petto brucia come un fuoco. Emettendo qualche sordo colpo di tosse e qualche rantolo, alzo con fatica la mia carcassa da terra appoggiandomi su un lato ed aiutandomi con il gomito. Mi rimetto in piedi barcollando. Il respiro è profondo e intenso, il cuore irregolare e questa sensazione di avere tutte le ossa del corpo rotte non aiuta di certo a realizzare cosa mi sia successo. In effetti non ricordo nulla, niente di niente. La mia giacca di pelle è piena di fango e i miei jeans tutti strappati. Non ricordo se erano così anche prima, ma poco importa. Ai piedi indosso un paio di scarpe di tela completamente fradice e sporche di terra.

Intorno a me solo oscurità. In tasca trovo un accendino. Provo ad accendere il fuoco, ma oltre ad emettere scintille non ottengo altro. Continuo a provare andando a tempo con il sibilo acuto e distorto emesso dal mio infermo respiro. Tutto ad un tratto una fitta lancinante mi pervade il fianco, costringendomi ad emettere un grave verso di dolore e a bloccare il respiro. Solo a quel punto mi accorgo che il sibilo acuto e distorto continua. Non posso essere io ad emetterlo. C’è qualcuno qui di fianco a me!!

  • Se vuoi continuare a provare ad accendere il fuoco cercando di vederti attorno vai al 24
  • Se vuoi scappare nella oscurità vai al 15

2

Apro la tenda con un gesto deciso, tenendo la guardia alta e preparando a difendermi. Sul letto non c’è nessuno ma le coperte sono scomposte e sul cuscino bianco vedo distintamente dei capelli chiari e secchi. Tocco con le dita il materasso e lo sento tiepido, come se qualcuno si fosse alzato da poco. Sul secondo cuscino, scritto con il sangue, un messaggio che recita:

  • Torna al 13

3

Tenendo sempre il palmo contro il freddo e bagnato muro procedo lungo il sentiero. Sento la zampette di insetti scendere dalla parete sulle mie ormai assiderate mani e nei piedi, zuppi e stanchi, avverto un movimento strano. Probabilmente vermi. Noto ad un certo punto un bivio illuminato sempre dalla luce lunare proveniente dall’altro che si riflette sullo specchio d’acqua che sale inesorabile sotto di me.

  • Se vuoi andare a destra vai al 31
  • Se vuoi andare a sinistra vai al 38

4

Il mostro non dice più nulla, ma continua a fissarmi con i suoi occhi cuciti. Improvvisamente senza emettere parola, si alza e torna verso il quadro, per poi rientrarci con movimenti scomposti e grida di dolore. La forza che mi teneva ancorato alla sedia si dissolve e posso finalmente alzarmi. Appena provo però a staccarmi dalla sedia i miei occhi si posano nuovamente sul quadro su cui ora vi c’è raffigurato un nuovo disegno: sono io che mi sto alzando, con davanti una scacchiera e dietro di me il mostro. Mi giro di scatto e trovo quella bestia immonda che mi urla in faccia. Da dentro la sua bocca spalancata vedo apparire qualcosa in lontananza, che diventa però sempre più prossimo e nitido. Realizzo essere il mio peggior incubo, la paura maestra che corteggia il senno per poi portarlo alla autodistruzione.

Cado a terra stordito e perdo 1 punto vita.

Il mostro inizia a muoversi verso di me per terminare il lavoro. Gonfio di adrenalina placo il mio terrore e ritorno in piedi. Non ho armi, quindi decido di afferrare l’alfiere bianco e provo a piantarlo in fronte al mostro. La pedina degli scacchi si conficca nel suo cranio dal quale esce un fascio di luce accompagnato da un rumore intenso a bassa frequenza. La creatura urla di dolore contorcendosi. Improvvisamente un bagliore fortissimo mi aggredisce e mi costringe a chiudere gli occhi.

Una volta riaperti il mostro non c’è più. E’ tornato nel quadro e sotto di esso è ora comparsa una porta. La luce sopra di me non è più intermittente ma è ora fissa. In mano ho ancora l’alfiere bianco che metto in tasca.

5

Mi faccio coraggio e mi riavvicino al mostro. Nuovamente, non appena arrivo a poca distanza da lui, si rimette in una sorta di atteggiamento di guardia, emettendo un sibilo terrificante e sbavando a terra. Non intendo rubare quella bottiglia di cui è probabilmente il geloso custode. Ormai ho deciso: vado. Con uno scatto veloce arrivo attaccato al mostro e punto la fiamma verso la bottiglia. Dentro vi è una pergamena da cui intravedo una scritta “La storia di Caino…”. Non termino di leggere che quella creatura mi afferra. Ho commesso un imperdonabile errore. La fiamma! Il calore! Era quello che il mostro avvertiva!! Sono riuscito a solleticare l’unico senso che quella creatura ignobile ha ancora a sua disposizione. Il tempo di disperarmi è molto breve perché in poco cedo definitivamente, travolto da quella forza disumana.

6

La disposizione delle cose deve avere un senso.

  • Se vuoi avvicinarti alla scacchiera vai al 33
  • Se vuoi aprire la tenda del letto a baldacchino vai al 2
  • Se vuoi provare ad aprire l’armadio vai al 26

7

Apro la bottiglietta non curante della reazione violenta e disumana di quella creatura. Vai al paragrafo “Contenuto Della Bottiglietta” poi torna a questo paragrafo e:

  • Usa il sistema di generazione di numeri:
    • Se è dal 3 in giù vai al 22
    • Se è dal 4 in su vai al 15

8

Faccio un respiro profondo e mi giro di scatto verso la sorgente del sibilo. Dietro di me, a un paio di metri, c’è un essere completamente bianco, calvo ma con pochi capelli radi e secchi ai lati della testa, gli occhi cuciti, le orecchie asportate in maniera rudimentale, senza denti e la bava alla bocca. Al collo porta una piccola bottiglietta con dentro qualcosa. La mancanza di vista e udito hanno sicuramente impedito a quell’essere di accorgersi di me. Lo fisso per un po’ impietrito. Quel mostro non fa altro che ciondolare ed emettere un verso insopportabile. Dalla sua bocca continua a cadere un filo di bava denso e opaco. Realizzare che lui non possa accorgersi della mia presenza mi riporta in me e mi fa sentire al sicuro. Fisso quella bottiglietta. Cosa ci sarà mai dentro?

  • Se vuoi avvicinarti al mostro per indagare il contenuto della bottiglietta vai al 17
  • Se vuoi lasciare perdere e scappare nella oscurità vai al 15

9

La nuova luce è insopportabile per uno che ha passato un tempo interminabile al buio. Le mie pupille dilatate faticano anche solo ad affrontare quel nuovo ambiente, decisamente più illuminato e accogliente. Mi spoglio ad occhi chiusi dai miei vestiti zuppi di acqua e tasto l’ambiente circostante. Al tatto mi pare di trovare dei vestiti su qualcosa che sembra un tavolino, che, senza pensarci due volte, indosso. Finalmente ritorno ad avere caldo.

Dopo qualche minuto riesco a tenere gli occhi aperti con continuità. La luce che mi sovrasta ha uno strano andamento intermittente e alterna lampi improvvisi a cali di luminosità che comunque non mi impediscono di vedere e indagare.

Sono in una stanza, pare una camera da letto. Nessuna porta. Nessuna finestra. All’angolo della stanza noto un letto a baldacchino con decorazioni antiche e le tende tirate che impediscono di vedere al suo interno. A fianco un gigantesco armadio a due ante in legno massiccio. Tra l’armadio e il letto, un tavolo in legno pregiato e decorato con sopra una scacchiera in marmo. I pezzi sulla scacchiera sono in ebano ed avorio e, dalla loro disposizione, pare che la partita sia stata iniziata da qualcuno.

10

Proseguo lungo il sentiero. Noto ad un certo punto un bivio illuminato sempre dalla luce lunare proveniente dall’altro che si riflette sullo specchio d’acqua che sale inesorabile sotto di me. I miei occhi ormai abituati alla oscurità e le mie mani attente alla conformazione della roccia, riconoscono che quello è il punto di partenza! Vedo chiaramente la scritte sulla parete, ormai quasi illeggibili perché sommerse dall’acqua.

Probabilmente ho sbagliato qualche bivio! Devo sbrigarmi o l’acqua mi sommergerà!

  • Se vuoi leggere di nuove le scritte vai al 34
  • Se vuoi ripercorre il sentiero e provare un altra strada vai al 3

11

Con un gesto rapido e a sangue freddo cerco di afferrare la bottiglietta che si sfila dal collo del mostro e ora tengo saldamente nella mia mano. Con una agilità fuori dal comune per la sua fisicità il mostro reagisce e cerca di afferrarmi. Nell’urto mi sbilancia e l’accendino cade a terra spegnendosi. Penso di essere morto e che il mostro cercherà di rincorrermi per riprendersi il maltolto. Dopo pochi ma interminabili secondi sento solo l’aria fendersi. Il mostro non si sta spostando. Stazionario, cerca di afferrarmi ma ormai sono fuori dalla sua portata. Non posso vedere il contenuto della bottiglietta in quella oscurità. E’ ora di darsela a gambe

12

Appena il mattone arriva a fine corsa sento un rumore, come uno scatto metallico. Improvvisamente la terra sotto i miei piedi inizia a tremare e fatico a restare in equilibrio. D’improvviso il pavimento si apre e sotto di me si palesa una voragine scura di cui non vedo il fondo. Riesco ad aggrapparmi al bordo con una mano mentre il resto del corpo si espone al pericolo.

  • Se hai 3 punti vita vai al 28
  • Se hai meno di 3 punti vita usa il sistema di generazione di numeri. Se i tuoi punti vita sono 2 aggiunti un +2 al lancio
    • Se fai da 4 in giù vai al 18
    • Se fai fa 5 a 7 vai al 35
    • Se fai da 8 in su vai al 28

13

La disposizione delle cose deve avere un senso.

  • Se vuoi avvicinarti alla scacchiera vai al 33
  • Se vuoi aprire la tenda del letto a baldacchino vai al 2
  • Se vuoi provare ad aprire l’armadio vai al 26

14

Mi avvicino al letto con a piccoli passi e con cautela. La paura che quel mostro possa apparire di nuovo o palesarsi sul letto è estrema. Mentre procedo lentamente sotto i miei piedi sento distintamente il rumore di blatte schiacciate dal peso del mio corpo.

Una volta arrivato al letto attendo qualche istante in guardia. Non succede nulla. Sopra il lenzuolo noto un oggetto nero. Pare un pezzo degli scacchi, un alfiere nero per la precisione. Lo raccolgo. Appena metto in tasca l’oggetto le sponde del letto si aprono con un sordo schiocco, cadendo ai lati e rimbalzando un paio di volte, per poi assestarsi.

  • Se vuoi stenderti sul letto vai al 16
  • Se vuoi ispezionare la stanza vai al 25

15

Mi lancio in una corsa forsennata nella oscurità perdendo purtroppo per sempre il mio accendino. Il fisico non collabora ma l’adrenalina rende il tutto trascurabile. L’andatura è scomposta e priva di ritmo. Con una mano mi tengo un fianco e corro verso l’ignoto. I piedi affondano in mollicce pozzanghere fangose e l’aria gelida brucia i miei già compromessi polmoni.

Mi fermo dopo qualche minuto. Non riesco ad emettere nulla se non conati. Vomito saliva e bile e crollo a terra in quel putrido acquitrino. Non vedo nulla ma so che sto perdendo i sensi. Il fango gelido mi scorre lungo la pelle del viso quando perdo conoscenza.

16

Mi stendo sul letto e guardo il soffitto. Non succede nulla. Abbasso lo sguardo e mi vedo cambiato. Non ho più i vestiti ma indosso un camice da ospedale, alle mie braccia sono attaccate flebo e rilevatori di parametri. A fianco a me sono comparsi macchinari medici. Il rumore intermittente aumenta. E’ chiaramente il bip-bip che scandisce il ritmo mio cuore.

Dinnanzi a me appare nuovamente quella creatura mostruosa. E’ immobile, dritta ai piedi del letto. Mi osserva inclinando il capo a destra a sinistra e sibilando. Il mostro, con movimenti scomposti e ruotando il collo in spasmi di dolore, si dirige verso il lato sinistro del letto e si siede su una sedia apparsa d’incanto. Sembra quasi un parente o amico venutomi a fare visita.

Una volta accomodato sulla sedia, inizia ad accarezzarmi la fronte con le sue mani rugose e gelide, per poi porle verso di me con i palmi rivolti verso l’alto ed esclama:

Alla mia destra siede il bene, il bianco,

alla mia sinistra il male, il nero.

Gli alfieri riusciranno

a proteggere il re?”

Nella mie mani ora appaiono i due alfieri che avevo in tasca

  • Se vuoi posizionare solo l’alfiere bianco vai al 32
  • Se vuoi posizionare solo l’alfiere nero vai al 29
  • Se vuoi posizionare entrambi gli alfieri vai 37

17

Mi avvicino con cautela tenendo la luce puntata verso il mostro. La paura mi pervade e mi fa dimenticare il dolore e il freddo. Mi avvicino piano piano cercando di non fare rumore, anche se la creatura rivoltante pare non udire nulla. Arrivo a qualche decina di centimetri da lui e inizio ad avvertire un tanfo insopportabile. Noto nella sua bocca piccoli pezzi di ossa e del sangue impastato con quella saliva densa e nauseabonda.

Faccio l’ennesimo passo in avanti. A quel punto il mostro si ferma nel suo ciondolare ed emette un verso grave che mi fa gelare il sangue nelle vene ed esplodere il cuore in gola. Faccio un passo indietro e attendo qualche secondo. Quell’essere immondo, dopo qualche istante, riprende il suo moto oscillatorio e ricomincia a sbavare. Fisso ancora quella bottiglietta. Probabilmente è un custode o qualcosa del genere.

  • Se vuoi avvicinarti velocemente per esaminare la bottiglietta senza prenderla vai al 5
  • Se vuoi cercare di rubare la bottiglietta e poi scappare vai al 30
  • Se vuoi scappare nella oscurità vai al 15

18

Le mie forze sono agli sgoccioli. Sono sfinito. Provo ad arrampicarti ma il peso del mio corpo è troppo per le mie stremate braccia. Rimango appeso per alcuni minuti finché anche le braccia si arrendono e precipito. Attendo lo schianto che però non arriva mai: cado, cado e ancora cado. Forse per sempre.

19

Mi risveglio dopo soli pochi minuti, manifestando chiari sintomi di ipotermia. Devo assolutamente muovermi e scaldarmi. Noto che davanti a me l’oscurità viene tagliata da una fioca luce proveniente dall’alto. E’ una luce fredda e tenue, come quella delle luna piena nella notte più scura. Attorno a quel fascio luminoso intravedo chiaramente della roccia calcarea scura dalla quale rovinano a terra gocce di acqua. Mi alzo da terra e noto che l’acqua alla base dei miei piedi è salita sensibilmente, inzuppando completamente i miei piedi gelidi. Mi volto per guardarmi dietro ma non scruto che l’oscurità più disperata. Il mostro non si sente più e lungi da me andare a controllare. Torno a guardare dinnanzi a me ma la mia paura si trasforma in certezza: l’acqua sta salendo dal basso! Devo assolutamente spostarmi.

Procedo verso il punto illuminato dalla luce fredda e tenue. Utilizzando le mani tocco le pareti e disegno nella mia mente una mappa di prossimità del luogo in cui mi trovo. Tenendo sempre le dita salde e ben appoggiate alla roccia procedo nell’intorno di quella luce, senza però mai allontanarmi troppo. Intanto l’acqua continua a salire e il freddo a pungermi con sempre più insistenza.

Alla disperazione, però, non vi è mai fine. Realizzo che in realtà sono in un tornante di pietra dalla forma quadrata, il cui perimetro è contornato da una strada che si ricongiunge nel punto di partenza. Tornando al punto di origine noto una scritta sulla roccia. Prima mi pare non ci fosse stata. Sotto di essa un disegno primitivo di un sole all’orizzonte.

La convenzione è la direzione.

Alle 6 il retto uomo prende la via

Alle 18 torna a casa

e rivaluta tutto

Una vita che pare monotona

ma che porta alla salvezza”

Sotto una freccia a sinistra. Cosa vorrà mai dire? In ogni caso devo darmi una mossa! L’acqua sale sempre più in fretta e il freddo aumenta. Non posso resistere a lungo. Tornare indietro da quel mostro non se ne parla nemmeno.

Procedo verso sinistra.

Hai 2 minuti e 30 secondi di tempo per uscire prima che l’acqua ti sommerga. Passato il tempo, indipendentemente da dove tu sia, vai al 38. Inizia a contare il tempo e procedi andando al 3.

20

Non riesco ad afferrare la bottiglietta, ma la sfioro solo. Il mostro emette un urlo disumano e con uno scatto improvviso cerca di afferrare il mio braccio. Riesco a liberarmi dalla presa ma il mio braccio si gira in un movimento innaturale causandomi una dolorosissima lesione. Nell’urto perdo l’accendino che si spegne. A questo punto posso solo scappare nell’oscurità.

Perdi 1 punto vita.

21

Mi siedo dalla parte dei bianchi. Appena mi appoggio sulla sedia vengo trattenuto da una forza esterna, come se la gravità fosse aumentata di cento volte. Dal letto a baldacchino sento un rumore. Vedo la tenda aprirsi e dal giaciglio le coperte muoversi da sole. Sul materasso e sul cuscino vi è una evidente forma schiacciata, come se qualcuno di invisibile vi sia steso sopra. Le compressioni diminuiscono e inizio a sentire dei passi che procedono verso l’armadio, ma non vedo nessuno. Improvvisamente l’armadio si apre e vedo chiaramente al suo interno il quadro di un mostro completamente bianco, calvo ma con pochi capelli radi e secchi ai lati della testa, gli occhi cuciti, le orecchie asportate in maniera rudimentale, senza denti e la bava alla bocca.

L’immagine del quadro inizia a muoversi. Mi si gela il sangue quando vedo quella figura uscire dai contorni della cornice e, contorcendosi, palesarsi nella realtà. La forza che mi trattiene seduto si fa sempre più forte man mano che quella creatura demoniaca si avvicina a me. Il suo passo è lento e irregolare e spesso interrotto da urla lancinanti e rotazioni del collo.

Una volta giunto dinnanzi a me si siede dalla parte dei neri e appoggia le mani sul tavolo. Il mostro, sebbene non possa vedermi, mi fissa per alcuni interminabili secondi. All’improvviso, con una voce da brividi, quasi fossero due voci di differente tonalità sovrapposte, esclama

Solo 2 minuti hai per fuggire

dal regno del senno

Manca un solo passo alla follia

Un mondo dove scrivere e contare

sono la stessa cosa

ma dove la prosa viene prima

del far di conto”

  • Se risolvi l’enigma la soluzione ti porterà al giusto paragrafo. Se entro 2 minuti non hai risolto l’enigma vai al 4

22

La curiosità fu una cattiva consigliera. Non mi accorgo che il mostro lascia la sua posizione e inizia a muoversi alla mia ricerca. Quando mi rendo conto del pericolo è troppo tardi. Il mostro mi afferra. Inizio ad urlare disperato, ma nessuno può sentire.

23

Giro lentamente attorno alla stanza cercando di scrutare ogni singolo dettaglio ma a parte blatte morte e un odore pungente di decomposizione non riesco a trovare null’altro. Ad un certo punto nel muro vedo un mattone un po’ sporgente rispetto agli altri. Provo a fare gioco con un dito e vedo che può essere spinto contro il muro.

  • Se vuoi spingerlo vai al 12
  • Se vuoi lasciar perdere e avvicinarti al letto vai al 14

24

Hai visto troppi horror nella tua vita. Sai benissimo che questa è la classica situazione in cui il pirla di turno indaga, trova il killer o il mostro e viene ucciso. Sai benissimo che da casa ti stanno urlando “scappa!!”. Ma tu non scappi. Continuo sempre con più frenesia ad accendere la fiamma, arrivando quasi a consumarmi la pelle del dito e a sanguinare. Improvvisamente la luce. L’immaginazione non regalava sicuramente una ottima idea del contesto ma vederlo fu altrettanto scioccante: a terra solo acqua putrida, fango, vermi e blatte. A fianco a me ancora quel sibilo.

  • Se vuoi girarti vai al 8
  • Se vuoi scappare nella oscurità vai al 15

25

Ispeziono la stanza o qualche ne rimane, buttando però sempre uno sguardo al letto. Se questa folle situazione mi fosse stata di insegnamento, sicuramente una grande lezione sarebbe stata “non ignorare i segnali”: le sponde cadute, l’alfiere nero, ecc. Realizzo che forse avrei dovuto cogliere l’invito e stendermi sul letto. Non appena questo pensiero si materializza nitidamente nella mia mente la terra sotto i miei piedi si apre e sia io che il letto cadiamo in una voragine scura e profonda di cui non si vede il fondo. Attendo lo schianto che però non arriva mai: cado, cado e ancora cado. Forse per sempre.

26

Apro il grande armadio. Dentro non vi è nulla se non un quadro affisso alla parete con raffigurato un mostro bianco, calvo ma con pochi capelli radi e secchi ai lati della testa, gli occhi cuciti, le orecchie asportate in maniera rudimentale, senza denti e la bava alla bocca. Chiudo l’armadio inorridito.

  • Torna al 13

27

Con un gesto rapido e a sangue freddo cerco di afferrare la bottiglietta che si sfila dal collo del mostro e ora tengo saldamente nella mia mano. Nonostante la mia condizione fisica, riesco con un movimento pulito e rapido a prendere l’oggetto ed evitare la reazione, velocissima, del mostro, che cerca di afferrarmi. Mi allontano di corsa, finché non mi accorgo che la creatura non si sta muovendo, ma rimane ferma sul posto, agitando le braccia ed emettendo versi striduli e disperati. Nonostante io sia così’ vicino non riesce a percepirmi.

  • Se vuoi controllare ora il contenuto della bottiglietta vai al 7
  • Se vuoi scappare nella oscurità vai al 15

28

Lancio un urlo sovrumano e, con una riserva di forze che non pensavo di avere, mi arrampico e torno sulla terra stabile. Impaurito e con il cuore che pulsa fortissimo, mi posiziono a terra a gattoni e faccio trascorrere alcuni minuti, vomitando per la tensione. In quello stato di shock avverto una voce nella mia testa, forse un urlo interiore o un richiamo dell’anima, che dice di non ignorare la bottiglietta. Una volta ripreso il controllo, alzo gli occhi verso il letto al centro della stanza. Le sponde contenitive ai lati si sono aperte con il terremoto e a terra vedo distintamente essere caduto un oggetto. Lo guardo meglio e noto essere un pezzo degli scacchi: un alfiere nero. Lo raccolgo. Il letto ora ha le sponde aperte.

  • Se vuoi salire sul letto vai al 16
  • Se vuoi continuare ad ispezionare la stanza vai al 25

29

Posiziono il solo alfiere nero sulle mani del mostro e attendo la sua risposta. Egli guarda l’alfiere per un po’ di tempo, per poi lasciarlo cadere a terra. Prima di andarsene, la creatura mi accarezza la fronte e mi invita a riposare. Sento le forze che mi abbandonano sempre di più. Quasi fatico a tenere gli occhi aperti. Il bip-bip si fa sempre più sporadico ma non succede nulla. Rimango qui, debolissimo ed in attesa…

30

Decido di non avvicinarmi troppo, non si sa mai. Questa bestia, per quanto ne so, potrebbe essere il guardiano della bottiglietta e potrebbe rincorrermi e uccidermi malamente. Ormai però ho deciso. Arrivo al punto in cui il mostro si mette in posizione di guardia e, mentre mi giro per scappare, con la rotazione del braccio provo ad afferrare la bottiglietta.

Usa il sistema di generazione di numeri:

  • Se il lancio è 1 o 2 vai al 20
  • Se il lancio è dal 3 al 7 vai al 11
  • Se il lancio è 8, 9 o 10 vai al 27

31

Proseguo lungo il sentiero. Noto ad un certo punto un bivio illuminato dalla luce lunare proveniente dall’alto che si riflette sullo specchio d’acqua che sale inesorabile sotto di me.

  • Se vuoi andare a destra vai al 10
  • Se vuoi andare a sinistra vai al 38

32

Posiziono il solo alfiere bianco sulle mani del mostro e attendo la sua risposta. Egli guarda l’alfiere per un po’ di tempo, per poi appoggiarlo con cura sul comodino a fianco del letto. Prima di andarsene mi accarezza la fronte e mi invita a riposare.

Chiudo gli occhi esausto. Appena li riapro sono in una stanza di ospedale. Attorno a me riconosco la mia famiglia. Li vedo piangere di gioia urlando al miracolo. Mi dicono che ho passato giorni in una specie di coma tra la vita e la morte. Mi raccontano che andando in bici ho avuto uno sbandamento e sono caduto in un fiume. I soccorsi sono riusciti a recuperarmi prima che morissi affogato e di ipotermia, l’ambulanza mi ha portato in ospedale a sirene spiegate e che sono caduto in una sorta di limbo.

Per capire se le mie capacità mentali siano ancora buone mio padre mi porge davanti una scacchiera, mia grande passione, e mi chiede se io voglia fare una partita. Gioco non al massimo delle mie capacità ma riesco a vincere dando scacco matto con un alfiere. Che ironia.

Arriva la sera. In stanza sono da solo e guardo la sedia vuota a fianco del mio letto dove fino a poco prima era seduta mia madre. In sottofondo solo il rumore della macchina che monitora il mio cuore. Prima di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, sempre osservando con ansia la sedia vuota alla mia sinistra, prendo in mano un alfiere nero ed un alfiere bianco dalla scacchiera e li stringo forte. Chiudo poi gli occhi, in attesa di un nuovo giorno.

33

Mi avvicino alla scacchiera. Bellissima, un vero pezzo di antiquariato che varrà chissà quanto. Sul lato vedo una lettera di carta antica chiusa a ceralacca. La apro curioso.

Siediti! A te la mossa”

  • Se non vuoi sederti ma tornare a guardarti intorno vai al 6
  • Se vuoi sederti dalla parte dei bianchi vai al 21
  • Se vuoi sederti dalla parte dei neri vai al 40

34

Rileggi l’indizio ma le parole sono cambiate!

Riposati uomo stanco

il tuo lavoro è terminato

bentornato a casa.

Pronuncia queste parole ad alta voce

e salvarti”

Esclamo a pieni polmoni la formula scritta e una luce sopra di me squarcia il buio. Accecato e impaurito sento l’acqua scendere e vengo risucchiato lungo un condotto. Sono distrutto, ma vivo.

  • Vai al 9

35

Lancio un urlo sovrumano e con una riserva di forze che non pensavo di avere mi arrampico e torno sulla terra stabile. Lo sforzo è talmente estremo che sento un dolore lancinante ai muscoli della braccia e qualche costola si incrina. Riesco comunque a mettermi al sicuro e mi posiziono a gattoni per recuperare la lucidità mentale.

Perdi 1 punto vita.

In quello stato di shock avverto una voce nella mia testa, forse un urlo interiore o un richiamo dell’anima, che dice di non ignorare la bottiglietta. Una volta ripreso il controllo alzo gli occhi verso il letto al centro della stanza. E’ ancora lì, ma le sponde contenitive ai lati si sono aperte con il terremoto e a terra noto distintamente essere caduto un oggetto. Lo guardo meglio e vedo essere un pezzo degli scacchi: un alfiere nero. Lo raccolgo.

  • Se vuoi salire sul letto vai al 16
  • Se vuoi continuare ad ispezionare la stanza vai al 25

36

Muovo l’alfiere bianco dando scacco matto al re nero. Il mostro non dice più nulla ma continua a fissarmi con i suoi occhi cuciti. Improvvisamente si alza e torna verso il quadro per poi rientrarci con movimenti scomposti e grida di dolore. La forza che mi teneva ancorato alla sedia si dissolve e posso finalmente alzarmi.

Appena mi alzo, un improvviso bagliore mi accieca tanto da costringermi a chiudere gli occhi. Appena li riapro il mostro è raffigurato nel quadro, sotto di esso una porta che prima non c’era e nella mia mano l’alfiere bianco con cui ho dato scacco. Lo metto in tasca e proseguo verso la nuova via apparsa. Le luci intermittente sopra di me ora sono fisse.

37

Posiziono entrambi gli alfieri sulle mani del mostro. Passano interminabili secondi. La creatura improvvisamente stringe il pugno che tiene l’alfiere bianco mandandolo in frantumi, lancia un urlo terrificante e si alza in piedi. Il suo capo è inclinato da un lato e con una mano mi accarezza la fronte. Il bip-bip aumenta all’impazzata finché non si assesta su un suono continuo.

38

Imbocco un sentiero lungo e oscuro. La luce lunare alle mie spalle diventa sempre più fioca mentre il freddo e l’acqua aumentano. Attorno a me, solo il suono delle gocce che si infrangono sull’acqua mi impedisce di impazzire. Il sentiero pare non finire mai e l’acqua sale sempre di più: mi supera lo sterno, le spalle, la bocca e infine il naso. In apnea realizzo che forse è la fine e mi lascio andare ad un liberatorio urlo disperato, cieco e sordo, in una desolazione fatta di acqua e gelo. Le mie riserve di ossigeno stanno finendo e inizio a respirare acqua, quando una luce sopra di me squarcia il buio e vengo risucchiato lungo un condotto. Accecato e impaurito sento l’acqua scendere e torno a respirare. Sono distrutto, ma vivo.

Perdi 1 punto vita

  • Vai al 9

39

Apro la porta dentro l’armadio e si palesa davanti a me un nuovo ambiente, anch’esso luminoso ma con luce fissa, senza strane intermittenze. La stanza è vuota. Al centro solo un letto a una piazza e mezzo, con lo schienale alzabile e le sponde per non cadere. Forse è la camera da letto di quella ributtante creatura?

L’ambiente attorno è sporco e poco adatto a un luogo di riposo. In lontananza un rumore intermittente, acuto e costante. Guardo il letto con sospetto poiché quel mostro potrebbe essere lì sopra, steso e io non vederlo.

Mi giro di scatto e la porta da cui ero entrato è ora parte del muro, un muro scrostato sul quale, in alcuni punti, si intravedono i mattoni. Agli angoli dell’alto soffitto, muffa verdognola e qualche insetto.

  • Se vuoi avvicinarti al letto vai al 14
  • Se vuoi ispezionare meglio il perimetro della stanza vai al 23

40

Mi siedo dalla parte dei neri. Non accade nulla e i pezzi sembrano incollati alla scacchiera. Improvvisamente la visione diviene distorta, come se stessi per svenire. La mia vista si adombra. Mi riprendo di colpo emettendo un sordo conato di vomito e riacquisto l’equilibro sulla sedia. Riguardando la scacchiera, il re nero ha assunto il mio volto ed è sotto scacco matto da un alfiere bianco con le sembianze di un mostro con occhi cuciti, orecchie asportate, bianco e con pochi secchi capelli ai lati. L’alfiere improvvisamente, senza che nessuno lo tocchi, si muove in diagonale colpendo il re.

In quel preciso istante il mostro appare di fianco a me e mi afferra al collo. La sua bocca senza denti si spalanca emettendo un fetido alito di morte e mostrandomi il mio più grande incubo che, dal profondo del suo ventre, avanza verso di me portandomi alla follia. Sulla scacchiera dal lato dei bianchi compare l’oscura signora, la grande mietitrice, che mi osserva ma non interviene. La creatura mi getta poi a terra con una violenza disumana.

Cado a terra stordito e perdo 1 punto vita.

Il mostro inizia a muoversi verso di me per terminare il lavoro. Gonfio di adrenalina ritorno in piedi e afferro l’alfiere bianco degli scacchi e provo a piantarglielo in fronte. La pedina si conficca nel suo cranio dal quale esce un fascio di luce accompagnato da un rumore intenso a bassa frequenza. La creatura urla di dolore contorcendosi. Improvvisamente, un bagliore fortissimo mi aggredisce e mi costringe a chiudere gli occhi. Una volta riaperti, il mostro non c’è più. L’armadio si apre, e, sotto un quadro raffigurante quell’orrendo mostro, compare una porta. La luce sopra di me non è più intermittente ma è ora fissa. In mano ho ancora l’alfiere bianco che metto in tasca.

CONTENUTO DELLA BOTTIGLIETTA

(consultabile solo se siete in possesso dell’oggetto e se le condizioni lo consentono)

La luce ti permette di vedere chiaramente il messaggio scritto sulla bottiglietta.

La storia di Caino e Abele è scritta

Ma se Caino non ci fosse stato,

Abele avrebbe vissuto

Se invece Caino fosse stato solo,

il suo destino non è noto”

***

…. CONCLUSIONE DA LEGGERE ALLA FINE DEL GIOCO.…

Era da un po’ che volevo scrivere un racconto-game in ricordo delle infinite ore passate da ragazzino immerso in quei mondi fantasy, horror, spy story ecc. Mi sono divertito moltissimo e spero altrettanto voi nel giocarlo. Volevo concludere questo appuntamento Bitellonico con un riferimento al mondo del gaming su schermo, condividendo con voi due personaggi dei videogiochi a cui ho pensato durante la stesura del racconto, in particolare centrati sul personaggio del mostro.

PYRAMID HEAD – SILENT HILL 2

Silent Hill 2 è un capolavoro del genere Horror, forse superiore anche al primo capitolo. Sebbene, a mio parere, possa risultare un po’ legnoso in certi movimenti o inquadrature si fa perdonare tutto e anzi guadagna pure tanto con ambientazioni, trama e sviluppo: un viaggio in un vero incubo. Insieme al protagonista fa la sua comparsa per la prima volta la figura di Pyramid Head, un mostro con la testa a piramide rossa che perseguita il protagonista e cerca di uccidere lui e… Siccome ritengo che per gli amanti del genere questo gioco sia un must, non voglio rovinare l’esperienza a chi ancora non l’ha giocato. Pertanto *** SPOILER ALERT*** se continuare a leggere a vostro rischio e pericolo 😛

☛ Clicca/Pigia qui per aprire lo SPOILER sotto ☚
….

SPOILER: Il personaggio di Pyramid Head è legato con il protagonista James Sunderland, più nello specifico con la sua psiche e il suo senso di colpa. Il viaggio di Silent Hill 2 è un incubo nella profonda e oscura anima del protagonista e Pyramid Head, così misterioso e ricorrente, incarna il suo lato più sadico, violento ed è come una condanna eterna, a ricordo del male che James ha vissuto e ha provocato alla malata moglie Mary. Il mostro spesso e volentieri uccide Maria, sosia della moglie, perchè la mente del protagonista rivive quel dramma non ancora realizzato. Pyramid Head si ucciderà da solo una volta che James avrà ricordato e realizzato chi è, il suo passato e le sue colpe, come a simboleggiare la riunificazione tra il protagonista buono e puro e la sua parte tormentata. Si vede che adoro queste storie dove tutto non è ciò che sembra, dove l’incubo reale è solo una metafora e dove la psicologia è al centro? Ritengo Silent Hill 2 un capolavoro perchè ogni incubo che ci raccontano può non toccarci ma ognuno di noi, con storie alla base molto diverse ovviamente, ha un Pyramid Head che lo perseguita.

ANIMAFINAL FANTASY X

Condividerò il tuo dolore”. Leone o summon, chiamatelo come volete, che più mi ha colpito ( si si ok. Lo so. C’è Yojimbo. Zanmato. Lui è il più tamarro :D). L’eone nato dal dolore di una madre nei confronti del figlio, si presenta come un mostruoso demone incatenato, composto da una parte superiore ed inferiore, che si contorce nella sofferenza. L’animazione completa della sua invocazione è stupenda. La sua mossa speciale “Chaos D” scaraventerà i nemici in un incubo dal quale ne usciranno spesso a pezzi. Siccome la versione normale non era abbastanza inquietante nel gioco hanno anche inserito la versione “dark” :D. Una creatura veramente ben fatta e ben caratterizzata, in un grande gioco.

SIAMO ALLA FINE

Siamo giunti alla fine e ai saluti. Abbracci agropunk dal vostro Crusty Cage. Ah dimenticavo… la scelta non scritta era la lettura del messaggio nella bottiglietta. Dove c’era luce, era possibile farlo.


3 risposte a "I DUE ALFIERI"

Lascia un commento